2001: Odissea nello spazio, il capolavoro di Stanley Kubrick nel fumetto pop di Jack Kirby

by Marianna Dell'Aquila

Ogni volta che si parla di Stanley Kubrick si rischia di dire sempre le stesse cose. Kubrick infatti è uno dei registi su cui sicuramente è stato detto e scritto di più nella storia del cinema, del quale si è cercato di sviscerare ogni aspetto:  il suo modo di scegliere le storie, la psicologia dei suoi personaggi, la sua fissazione per la perfezione estetica e per il montaggio, la cura nella fotografia oppure nella scelta delle colonne sonore. Una letteratura infinita che ce lo ha fatto conoscere come uno dei registi più perfezionisti e visionari del cinema.

Ci sono diversi modi per approcciare alle sue opere e, se da un lato è quasi banale ribadire che i suoi film rimangono tra i più importanti della cinematografia mondiale, dall’altro è invece interessante osservare e indagare tutta quella cultura che si è sviluppata nel corso dei decenni intorno alle sue opere. Una cultura che potremmo definire anche “pop” visto che si è manifestata grazie all’influenza che le opere di Kubrick hanno avuto non solo in ambito cinematografico, ma anche su altre forme d’arte come la letteratura, la musica o il fumetto. In questo senso, una delle opere di Stanley Kubrick più significative è stato 2001: Odissea nello spazio (1968). Un film di cui è stato detto e scritto di tutto, di cui è stato analizzato ogni minimo dettaglio e di cui – per nostra fortuna – è stata riproposta l’anno scorso, in occasione dei cinquanta anni dalla sua uscita, una versione integrale e restaurata che ha dato la possibilità anche alle nuove generazioni di vedere il capolavoro kubrickiano sul grande schermo.

Anche dopo molti anni dall’uscita del film, ci sono stati casi in cui si è cercato di sfruttare il suo enorme successo (nell’anno di uscita il film divenne il maggior incasso cinematografico nel Nord America). Nel 1972 ad esempio in Italia uscì un film intitolato 2002: la seconda Odissea diretto da Douglas Trumbull, che era stato il supervisore degli effetti speciali del film di Kubrick. In realtà, contrariamente a quanto suggeriva il film, non si trattava affatto di un sequel di 2001: Odissea nello spazio.

Nel 1968 anche la Marvel Comics, che ancora oggi è una delle più importanti industrie del fumetto al mondo, decise di cogliere le potenzialità di un tale successo e affidò alla matita di Jack Kirby le tavole ispirate al film di Stanley Kubrick. In realtà, più che un riadattamento, Kirby realizzò una vera e propria trasposizione a fumetti del film riuscendo a inserire nelle tavole disegnate tutti i particolari più significativi dell’opera di Kubrick: la trama, alcuni tagli d’inquadrature e gli effetti visivi del viaggio psichedelico. Kirby decise addirittura di inserire nei dialoghi e nelle didascalie dei segmenti copiati dal testo de La sentinella, il romanzo di Arthur C. Clark da cui era nata l’idea di 2001. Jack Kirby cercò di rimanere il più possibile fedele anche ai tempi narrativi del film dettati dal montaggio. Sembra quasi assurdo, ma è così.

Analizzando la trasposizione a fumetti, infatti, si nota che Kirby scelse utilizzare delle vignette grandi quanto un’intera pagina (a scapito della più tradizionale suddivisione di una tavola in differenti vignette messe in sequenza) in coincidenza delle scene del film più lunghe. Il suo è stato un tentativo di far coincidere i tempi di lettura necessari ad uno spettatore per guardare le immagini in movimento con i tempi di lettura necessari ad un lettore per interpretare tutte le informazioni inserite in una tavola disegnata.

Il suo comic-book però uscì solo nel 1976, ben otto anni dopo il film (in Italia nel 1977) forse perché non aveva ottenuto il via libera dalla MGM, la casa di produzione del film. Per tutta risposta, quello stesso anno Kirby realizzò una mini serie a fumetti intitolata 201 Minutes of a space idiocy, una sorta di caricatura dei protagonisti del film. Nonostante questo, il suo stile innovativo e sperimentale (di cui Kirby aveva già dato dimostrazione ad esempio con l’invenzione nella metà degli anni ’60 della splash page, che è ancora oggi una delle tecniche più utilizzate nei comics americani) gli valse la nomea di “Kubrick dei fumetti”.

Tra cinema e fumetti esistono legami di lunga data e ancora oggi il mondo del grande schermo continua ad attingere alle storie dei fumetti proponendo trasposizioni a volte interessanti (soprattutto grazie alle potenzialità degli strumenti digitali in grado di creare incredibili effetti speciali). Ma la versione di 2001: Odissea nello spazio resta forse uno degli esempi più particolari del legame tra questi due mondi. L’opera a fumetti non può essere sicuramente paragonata a quella di Stanley Kubrick e resta, anche nella produzione di Jack Kirby un’opera di secondo piano. Tuttavia, quello che si avverte è la sincerità dell’autore nel creare un’opera pop tipica di una certa corrente fumettistica, senza la pretesa di spiegare 2001: Odissea nello spazio o di dare delle risposte lì dove Stanley Kubrick aveva lasciato volutamente delle ambiguità. 

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