Le borse di Olivs, da Roma a Bali l’imprenditoria sociale di Olivia Cammarano

by Marianna Dell'Aquila

Quando conosci Olivia , la prima cosa che capisci con molta chiarezza è che tutto quello che fa nella vita lo fa per amore.

Dalla scelta di vivere a Bali dove si è trasferita 19 anni fa per seguire il suo ex fidanzato a quella di diventare un’imprenditrice attenta al sociale e all’ecosostenibilità; dalla laurea in Lingue e Letterature straniere alla passione per l’arte che l’ha spinta a frequentare anche l’Accademia d’Arte. “Mia madre fa la pittrice, lavora la ceramica. Hai mai sentito l’odore che ha la vernice che si usa per le ceramiche? Ha un odore diverso dalle altre, inconfondibile. Ecco, io sono cresciuta con quegli odori e ormai sono una parte di me” mi dice Olivia e io riesco subito ad inquadrare quella dimensione di arte e creatività in cui è cresciuta.

Olivia Cammarano è una imprenditrice, stilista, artigiana. Quale di queste professionalità prevalga sulle altre è difficile dirlo, ma non sarebbe neanche tanto importante stabilirlo. L’ho incontrata a Roma, la città dove è nata e dove vive una parte dell’anno, per farmi raccontare del suo progetto imprenditoriale messo su qualche anno fa a Bali.

Quando Olivia incomincia a raccontare del suo lavoro, si coglie subito quel mix di intelligenza, solarità e passione che solo le donne come lei possono avere. Le si illuminano gli occhi quando parla di Olivs (dal soprannome con cui la chiamano gli amici), l’etichetta che ha dato alla sua linea di borse realizzate a Bali. Non si tratta solo di moda, ma di una vera e propria attività artistica e imprenditoriale in cui Olivia impiega la sua professionalità e con la quale mette in pratica anche un progetto di imprenditoria ecosostenibile e sociale rivolto soprattutto alle donne di Bali.

Le realizzazioni con il marchio Olivs sono pezzi unici completamente realizzati a mano e con prodotti naturali. Le tinture con cui vengono colorate le pelli, ad esempio, sono rigorosamente derivate da prodotti naturali come i fiori, le piante, le foglie di tè e il caffè. Le fa lei, scegliendo la materia prima e lavorandola fino ad ottenere il colore desiderato. Le trame delle pelli con cui realizza le sue borse sono create con dei telai a mano.

L’idea di utilizzare il telaio Olivia l’ha maturata frequentando la Green School al Nord di Bali, una scuola per bambini e adulti completamente ecosostenibile fondata nel 2008 da John e Cynthia Hardy su modello educativo di Rudolf Steiner. Obiettivo principale della scuola? Formare le persone che si occuperanno della tutela ambientale nel futuro.

Bali è uno di quei posti in cui si è prodotto tantissimo per decenni, per questo si è lavorato utilizzando soprattutto solo sostanze chimiche molto dannose mi spiega Olivia-. Questo modo di lavorare ha provocato moltissimi danni alle persone. Molti si sono ammalati e non ce l’hanno fatta. Anche io quando mi sono trasferita a Bali, avrei potuto pensare ad arricchirmi perché in quegli anni Bali era un luogo che offriva tante opportunità. Ma poi mi sono chiesta che senso avesse vivere così”.

L’attività imprenditoriale di Olivia non è solo mirata ad un tipo di produzione ecosostenibile, ma è anche un esempio di imprenditoria sociale per le donne.

Bali è un posto dove le donne vivono in condizioni molto disagiate – mi racconta. E io volevo restituire qualcosa ad un luogo che mi ha dato tanto”. Con Olivia lavorano tre artigiane alle quali ha insegnato ad utilizzare il telaio per permettere loro di imparare un mestiere e di essere autonome economicamente. Accanto all’area di lavoro però c’è anche una piccola ludoteca per i loro figli in modo tale che possano accudirli senza doverli per forza lasciare a casa.   E in fondo il legame che Olivia ha con le sue borse è un po’ come quello tra una madre e i suoi figli.

In effetti, una delle cose che ricordo di più del mio primo incontro con lei è stato quando mi ha chiesto, dopo pochi minuti che ci eravamo conosciute, “Lo sai che le borse per noi donne siano come dei figli?”. No, io non lo sapevo e oggi ho scoperto che, nel nostro piccolo e nei pochi minuti in cui ne abbiamo parlato, io e Olivia siamo andate a scomodare addirittura il signor Freud che nominava le borse come metafore e simboli della sessualità femminile (l’utero) e della femminilità in quanto accessorio legato all’abbigliamento (quindi al corpo e alla psiche) della donna.

You may also like

Leave a Comment

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.