Le donne anticonformiste di Ramón Casas, il disegnatore di anime

by Marilea Poppa

Navigando sul web è facile imbattersi in rivisitazioni ironiche di opere d’arte raffiguranti soggetti tra i più disparati della storia dell’arte. Talvolta un disegno, un’illustrazione, una riproduzione possono configurarsi come fedeli rappresentazioni della nostra quotidianità; appaiono come il riflesso delle nostre vite. Una delle opere più apprezzate e che meglio rappresenta questa “fase di otium forzato” con il quale stiamo convivendo si intitola “Joven Decadent” (giovane decadente), dipinto anche conosciuto come “Dopo il ballo”, dell’artista catalano Ramón Casas.

Dopo una lunga notte di festa, la giovane protagonista del dipinto sembra lasciarsi cadere su un comodo sofa di colore verde con un libretto in mano, avvolta da un maestoso abito da sera e con uno sguardo languido, quasi perso. Senza preoccuparsi di mantenere una posizione composta, la donna sembra abbandonarsi deliberatamente a una posa estremamente spontanea, contraria alle stesse convenzioni sociali e condividendo con lo spettatore una modesta dose di intimità.

Di donne è composta gran parte della produzione attribuita all’artista, che le dipinse in maniera del tutto nuova e anticonvenzionale, sfidando i canoni sociali tradizionali: le donne di Casas leggono libri, suonano strumenti musicali, vanno in bicicletta.

La maggior parte di loro proviene, esattamente come lui, da una classe sociale alto borghese, eccetto probabilmente per un solo caso: quello della sua amante e poi coniuge Júlia Peraira, musa ispiratrice della sua arte.

“La Sargantana” (la lucertola), come veniva soprannominata, faceva la bigliettaia nelle piazze e vendeva la sorte ai passanti delle strade di Barcellona, fino a quando non incontrò fortuitamente l’artista. Era una giovane affascinante, di bassa estrazione sociale, che divenne ben presto la sua modella figurando, persino nelle vesti di monaca, in più di cento opere tra disegni e quadri a firma dell’artista. Oltre al merito di aver conferito alle donne un ruolo moderno, a Casas si deve una buona parte del successo del modernismo catalano, che raggruppò influenti personalità dell’arte europea. Diede, infatti, un sensazionale impulso come pioniere dell’arte pubblicitaria, risultando determinante per il commercio pubblicitario della Spagna di fine XIX secolo.

Quando il celebre industriale Vicente Bosh, proprietario di una rinomata distilleria spagnola (“Anís del mono”) indisse un concorso per scegliere un artista che potesse creare un cartello pubblicitario per il marchio dell’azienda, consegnò a Ramón Casas il primo premio, vinto con una illustrazione che lo consacrò come un grafico pubblicitario dei tempi moderni.

Il “cartel” illustra una seducente signora vestita di un lungo abito giallo e accompagnata da una piccola scimmia, il “mono” per l’appunto, che a sua volta trattiene con sé una bottiglia di anice con finissime incisioni romboidali. Il simbolismo che trapela dalla rappresentazione è notevole: nei bestiari medievali la scimmia era considerata un simbolo di sensualità e di lussuria e non è un caso, dunque, se la figura femminile sia associata a una femme fatale.

Altro esempio lampante di arte grafica è l’emblema per eccellenza de “Els Quatre Gats”, una taverna adibita a punto di ritrovo artistico-letterario sul modello francese de “Le Chat Noir”. Ramón Casas visse per un periodo nel quartiere di Montmartre, a Parigi, subendo le influenze degli impressionisti (in particolare di Toulouse Lautrec) e respirando a pieni polmoni il vento del progresso e della modernità, concetti chiave per l’interpretazione della sua arte.

“Tandem” è il quadro divenuto celebre per essere stato collocato proprio all’interno di questo importante crocevia di artisti dell’epoca: sul tandem compaiono due uomini, l’artista Pere Romeu rivolto verso l’osservatore e lo stesso Casas, intento a pedalare con in bocca la sua inseparabile pipa fumante. E’ interessante notare come sul tubo trasversale del veicolo si noti una scritta dorata raffigurante il logo di una famosa azienda francese produttrice di biciclette.

La passione per i velocipedi e le automobili (che amava guidare), insieme a quello per l’universo dei manifesti pubblicitari, furono un “marchio di fabbrica” della sua arte.

L’abilità di Casas è quella di cogliere con occhio attento e quieto lo spirito dei soggetti dei suoi dipinti, tanto da avvalersi dell’epiteto di “dibujante de almas” (disegnatore di anime) e di renderlo in maniera così istantanea da sembrare più un fotografo che un pittore. Non secondaria è l’attenzione riservata alle dinamiche socio-politiche del paese, che non mancano nel repertorio dell’artista: non ne prese attivamente parte, ma ebbe l’abilità di dipingere gli eventi e le manifestazioni sociali nel clou del loro svolgimento. Si badi alla rappresentazione della processione del Corpus Christi del 1896: la moltitudine di presenti si muove su uno sfondo di spazi affollati e vuoti che si alternano a creare un’atmosfera il cui dinamismo sembra essere tangibile. Casas anticipa realisticamente la tragicità degli istanti poco successivi, movimentati da un attacco dinamitardo, donando alla composizione un effetto di modernità mai raggiunto prima. 

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