Newrealismo project, l’inventario dell’esperienza umana

by Luana Martino

Raccontare un mondo sospeso, una dimensione quasi distopica che in questo periodo sembra, invece, essere entrata nella normale fruibilità dell’individuo. Estrapolare gesti quotidiani e catturarli in un progetto fotografico.

Questo è l’intento perseguito in Newrealismo project realizzato da LASHUP (www.lashup.net) – una realtà che nasce nel 2011 da Claudio Granato e Enrico Pieraccioli e che si pone l’obiettivo di indagare la concomitanza di fenomeni che incidono sul tempo e sullo spazio, attraverso la cooperazione tra il mondo dell’architettura, design, arte e moda. Dal 2013 collaborano con diverse aziende sviluppando sul campo questi obiettivi. 

I due architetti fondatori che vivono e lavorano a Firenze hanno, perciò, voluto dar vita a questa nuova dimensione di sospensione che si evince immediatamente dalla immagini ‘catturate’ in momenti di vita quotidiana. Per scoprire qualcosa in più dell’idea e su NewRealismoProject (per visualizzarlo o per partecipare al progetto: www.newrealismo.com) abbiamo intervistato i due creatori, Claudio ed Enrico.


Come è nata l’idea?

E: L’idea è nata dopo una riflessione su come dare il nostro contributo creativo a questa situazione. Come il neorealismo italiano rappresentò una narrazione della realtà nell’Italia del secondo dopoguerra, noi abbiamo pensato di riprendere questo concetto ampliandolo tra global “new” e local “realismo”, considerando l’incidenza della situazione su tutto il globo. Da qui il progetto NEWREALISMO diventa un inventario di una esperienza umana i cui gesti in formato PNG dettati dalle norme di sicurezza di questo periodo di emergenza sanitaria, vengono raccolti in un catalogo on line fruibile per tutti creativi che ne hanno bisogno per i loro progetti.

C: Sembra che tutti nell’ultimo periodo si pongano la domanda di come sarà il domani, come sarà usufruire degli spazi pubblici e relazionali post Covid-19. La corsa ai progetti, affrettata a parer nostro, necessitava di un fermarsi a pensare quali siano le reali esigenze, e le effettive azioni che ognuno di noi può compiere in questo momento nuovo per chiunque. Da qui l’idea di catalogare e documentare i gesti dei veri utenti dei luoghi pubblici, come punto 0 da cui partire a riflettere. Partire dalle persone per conoscere le reali esigenze per progettare luoghi responsabili e intelligenti.

Un mondo sospeso, come l’esistenza segnata dal Covid-19. Credete che questa sospensione possa perdurare?

E: Credo che l’istinto evolutivo, trovi soluzioni inaspettate e creative. Alla fine, quale ritmo spaziale e temporale dare alle nostre vite è soltanto una nostra scelta.

C: Penso che un allentamento temporale e spaziale influirà in maniera positiva su tutte le situazioni, personali e collettive. Non credo perduri come allo stato attuale ma credo che si possa evolvere giorno dopo giorno in una consapevolezza che porterà ad un, inevitabile, adattamento alla situazione. Il nostro progetto vuole interrogarsi anche su questo. Ad oggi non ha una scadenza temporale, proprio per raccogliere e successivamente analizzare i comportamenti e i differenti approcci dopo aver, progressivamente, familiarizzato con il contesto attuale. 

Pensate che questo materiale possa essere ospitato in una mostra? In questo momento è fattibile parlare di una mostra intesa come esposizione di opere in uno spazio chiuso?

E: Ad oggi è stato pensato soltanto per la divulgazione online. Come nel dopoguerra il cinema era il mezzo più diretto per la divulgazione di massa di un’esperienza, per noi quello che poteva rappresentare meglio il momento era il web. Questo perché, considerando le restrizioni spaziali e temporali dettate dal Covid-19, con spazi e frontiere chiusi, il web ci permetteva di arrivare, più velocemente, a tutti e far si che tutti ne potessero fare parte.

C: L’osservazione da device mobili e la condivisione sui social può generare comunque riflessione scambi e dibattiti più veloci rispetto ad una mostra fisica, dove ad oggi, date le restrizioni, avrebbe un coinvolgimento più distaccato e freddo. In futuro una mostra potrebbe accogliere non solo l’inventario web ma anche il risultato che farà scaturire questa raccolta. In questo momento una esposizione al chiuso è sicuramente fattibile come esperienza individuale. Abbiamo visto che diversi musei, hanno ampliato le loro piattaforme web per generare maggior coinvolgimento in questo periodo di stasi. Credo che questo influirà e darà vita a nuove modalità di usufruire degli spazi reali.

Il mondo dell’arte e la sua fruizione, in genere, saranno concepiti diversamente dopo questo periodo?

E: Già settori come il design, la moda stanno trovando nuove modalità di fruizione. Questo avverrà sicuramente anche per l’arte.

C: Tutte le arti in generale si rifanno e interpretano il contesto sociale che stanno vivendo storicamente. Questa influirà inevitabilmente sulle opere stesse e sulla loro fruizione come punto di vista del periodo.

E l’architettura?

E: L’architettura è fortunata a vivere in questo periodo, perché come non mai andrà rivalutato qualsiasi concetto fino a mettere in discussione la professione stessa dell’architetto. Tutto questo è stimolante ed apre a numerose opportunità.

C: Anche l’architettura risentirà di questo cambiamento. Non solo da un punto di vista di linguaggio, ma soprattutto da un punto di vista di comunicazione e del ruolo dell’architetto e dell’architettura nella società, come disciplina in grado di generare relazioni tra spazio, emozioni e tempo. 

State lavorando a nuovi progetti?

E: Come si sarà capito, tutto questo per me è stato molto stimolante e quindi abbiamo iniziato subito a lavorare a diversi progetti nuovi. Oltre a questi abbiamo dei progetti di design più commerciali in prossima uscita.

C: Il momento drammatico ha portato con se anche innumerevoli considerazioni non tanto come soluzioni immediate ma come riflessioni che hanno fatto scaturire nuovi progetti a cui stiamo lavorando.

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