“Solo braccia”, la gigantografia di Alessandro Tricarico in ricordo dei 16 migranti morti nei furgoni dei caporali

by Fabrizio Stagnani

Una immensa opera muraria, con la tecnica della gigantografia fotografica affissa, campeggia da questa notte sul cavalcavia di Via Manfredonia a Foggia, la porta del Gargano, e sui binari in prossimità della stazione ferroviaria, su quelli che negli anni Novanta erano i mitici silos granari di don Pasquale Casillo, deceduto di recente.

Alessandro Tricarico, dopo il suo Closcià nel Quartiere Ferrovia e l’opera del Lago di Varano, presenta “Solo Braccia”, l’installazione in memoria dei 16 braccianti migranti morti sulle vie di Capitanata dopo il lavoro nei campi di pomodoro, stipati come animali nei furgoncini dei caporali.

Il fotografo ed artista con il sostegno dell’organizzazione umanitaria Intersos ha scelto uno dei simboli dell’agricoltura del Tavoliere.

La nuova installazione raffigura braccia – lunghe circa trenta metri – nell’atto di agitare i pomodori dalla pianta per poi raccoglierli a terra e inserirli nelle cassette e poi nei cassoni, una pratica forse ormai in disuso nella maggior parte delle campagne, dato che le piante vengono estirpate e lavorate in maniera meccanica e i braccianti lavorano sul rullo, ma che per anni è stata il gesto dominante della raccolta dell’oro rosso.

“Solo braccia”, ricorda la frase dello scrittore svizzero Max Frisch che trent’anni fa, parlando dei migranti italiani in Svizzera, disse: «Volevamo braccia, sono arrivati esseri umani».

L’idea come ha dichiarato settimane fa Tricarico era quella di installare l’opera in un luogo super trafficato della città, anche a due passi dal Cimitero, in modo da non dimenticare e non distogliere lo sguardo.

La foto della braccia è stata scattata nei campi di Marco Nicastro, presidente dell’Op Mediterraneo, che con l’azienda La Fiammante, da anni lavora alla legalizzazione dei contratti di lavoro contro il caporalato e in collaborazione con molte realtà umanitarie da Terra! fino a NoCap.

È nella Op che è stato anche realizzato il modellino in scala che ha poi permesso l’estensione della foto sull’immensa superficie dei silos.

Per non dimenticare ecco i nomi dei lavoratori migranti, che persero la vita nell’agosto di 2 anni fa, 4 a Castelluccio dei Sauri e 12 nelle campagne dell’Alto Tavoliere non lontano da Lesina.


Aladjie Ceesay (23 anni)
Ali Dembele (30 anni)
Amadou Balde (20 anni)
Moussa Kande (27 anni)
Lhassan Goultaine (39 anni)
Alagie Ceesay (24 anni)
Alasanna Darboe (28 anni)
Anane Kwase (34 anni)
Awuku Joseph (24 anni)
Bafoudi Camara (22 anni)
Djoumana Djire (36 anni)
Ebere Ujunwa (21 anni)
Eric Kwarteng (32 anni)

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