Mujeres: la storia delle donne che fecero la ‘verdadera revolucion’

by Michela Conoscitore

Città del Messico, oggi, può vantare leggi tra le più progredite al mondo in materia di unioni civili, matrimoni omosessuali e aborto assistito. Fautrici dell’ottenimento di questi rilevanti diritti sono un gruppo di donne rebeldes, animate da una libertà innata e che, con la passione, contribuirono a rendere la capitale del Messico un’oasi progressista, già negli anni Venti del Novecento.

La loro storia è raccontata in una graphic novel, concepita da due uomini che amano profondamente il Messico, la sua storia ma soprattutto queste donne libere e rivoluzionarie: lo scrittore Pino Cacucci e l’illustratore Stefano Delli Veneri hanno creato Mujeres (Feltrinelli Comics, pp. 144, 16 €), un ritratto completo e appassionato di quell’esaltante periodo che vide il Messico al centro delle cronache internazionali, per il vento di ribellione che lo sferzò e che fu d’ispirazione per altre nazioni del mondo.

Nel libro, a raccontare la storia delle donne che fecero la verdadera revolucion è una di loro, Nahui Olin, nome d’arte di Carmen Mondragon figlia del generale Manuel Mondragon, ideatore della ribellione contro il presidente Francisco Madero. Nella narrazione, donne e politica sono strettamente collegate poiché tutte furono energiche attiviste, ognuna a modo loro, nelle possibilità che la vita gli concesse di cambiare quel che si doveva cambiare. Nahui accompagna il lettore nell’esplorazione della sua vita e di quelle delle sue ‘compagne’, che intrecciarono i loro destini nel periodo post-rivoluzionario messicano. Con lei, Cacucci e Delli Veneri celebrano la memoria e l’operato delle più conosciute Frida Kahlo e Tina Modotti, ma anche Chavela Vargas, Antonieta Rivas Mercado, Elvia Carrillo Puerto e tante altre.

Stavamo buttando via tutto il ciarpame di una società putrida, noi giovani screanzate, stavamo creando davvero un modo nuovo e diverso di amare, di godere dei nostri sensi, di riappropriarci del piacere di essere donna.

Il cambiamento della società passò innanzitutto attraverso la passione individuale. Quelle raccontate da Cacucci e Delli Veneri sono donne che amarono profondamente e disperatamente la vita, i loro amanti, gli ideali in cui credettero ciecamente. E in virtù di questa eccitazione che le divorò, spesso, sacrificarono loro stesse, incuranti delle conseguenze. In quel periodo, a Città del Messico, tutto era possibile quindi, qualsiasi cosa doveva essere vissuta a pieno, come donne e come rivoluzionarie. Dopo la prima insurrezione del 1910, durante la quale il generale Mondragon rovesciò il presidente Madero, ne seguì un’altra, la più famosa, quella del 1913 che vide protagonisti Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Come racconta Nahui nella graphic novel, al potere nonostante la portata delle due rivoluzioni, ci arrivarono sempre gli stessi cabron. Quella reale fu fatta dalle donne, un sovvertimento che fu non soltanto dei costumi, ma soprattutto morale.

Le magnifiche illustrazioni ritraggono una Città del Messico colta in varie epoche storiche, da quella post-rivoluzionaria a quella degli anni Settanta, durante la quale si svolge il racconto della Olin. Alla base, un accurato lavoro di ricerca di Cacucci e Delli Veneri, per riportare fedelmente atmosfere e scenari originali. Le donne protagoniste del racconto, a cui il disegnatore ridà piena vita, attraggono con il loro magnetismo: Nahui Olin fu poetessa, pittrice e modella, amante di artisti e fotografi, nel gruppo la più sfrontata e libera. A seguire, la pittrice Frida Kahlo, india messicana e tedesca, divisa tra la voglia di vivere e quella di morire, scissa intensamente tra l’amore per Diego Rivera e l’amore per la libertà. L’amica Tina Modotti, fotografa italiana dalla vita burrascosa che visse in Messico per quasi tutta la sua esistenza, e consumò i suoi giorni nella passione per la fotografia e l’attivismo politico. Antonieta Rivas Mercado, la mecenate del gruppo, poliglotta e fine intellettuale, contribuì attraverso le arti a svegliare dal torpore le giovani donne di Città del Messico. Invece, Elvia Puerto Carrillo fu colei che, per quanto ‘confinata’ nella periferica regione dello Yucatan, riuscì a dare l’impulso per un rinnovamento politico che raggruppò le donne, all’epoca non ancora libere di esercitare il diritto al voto, nelle prime leghe femministe. La Puerto Carrillo, inoltre, nel 1923 fu la prima donna ad essere eletta deputata del parlamento messicano, votata esclusivamente da uomini.

La cantante ranchera Chavela Vargas, altra grande protagonista del circolo delle rebeldes, canta in una delle sue canzoni più famose, Paloma Negra: “Voglio essere libera di vivere la mia vita con chi voglio. Dio, dammi la forza che sto morendo per andarla a cercar!”, un verso significativo che descrive alla perfezione queste grandi donne. Un libro prezioso e necessario, quello di Cacucci e Delli Veneri, affinchè l’esempio delle loro mujeres sopravviva ancora nelle donne contemporanee.

Non ricordateci tristi: ci siamo divertite, nei nostri giorni luminosi. Abbiamo appassionatamente preso a morsi la vita: a volte era dolce, altre amara. Ma ci siamo conquistate l’allegria per l’eternità.

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