Rosario Esposito La Rossa, il sognatore di sogni impossibili e la sua libreria a Scampia

by Michela Conoscitore

La storia di Rosario Esposito La Rossa inizia un giorno in cui la camorra ha incrociato il proprio percorso con quello della sua famiglia. Dopo la rabbia e il dolore, Rosario comprende di voler fare qualcosa per il posto in cui vive, Scampia, nella periferia nord di Napoli: far crescere speranza negli occhi dei bambini che costituiscono sempre l’unica promessa per un futuro migliore, anche per un quartiere come il suo, storico avamposto della criminalità organizzata e piazza di spaccio tra le più conosciute a Napoli.

Oggi Rosario con la moglie, l’attrice Maddalena Stornaiuolo, sono riusciti ad attivare a Scampia un circolo virtuoso fatto di cultura e passione per il bello, in contrasto “al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” come avrebbe detto il giudice Paolo Borsellino per definire la criminalità, che instillano nelle giovani generazioni attraverso la lettura e la recitazione.

Rosario, nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente Mattarella nel 2017 per il suo impegno sociale, ogni mattina è nella sua libreria La Scugnizzeria oltre ad essere scrittore, editore della Marotta&Cafiero e presidente dell’Associazione Campana Editori.

bonculture ha intervistato Rosario La Rossa per farsi raccontare la sua preziosa esperienza di vita e i riconoscimenti raggiunti la scorsa settimana:

Rosario sull’insegna, all’ingresso della tua libreria, c’è scritto: “Sognare il sogno impossibile”. Perchè era ritenuto impossibile aprire una libreria a Scampia?

Era un sogno impossibile perché dieci anni fa, a Scampia, si uccidevano 114 persone all’anno. Tra queste, diciassette vittime innocenti tra cui mio cugino Antonio Landieri, ucciso per errore durante la Faida di Scampia. In molti quando raccontavo loro del mio progetto mi rispondevano che sarebbe stato impossibile, che in un territorio del genere non si legge e quindi non aveva senso aprire una libreria. Noi abbiamo dimostrato esattamente il contrario.

Perché hai scelto i libri, e quindi la lettura, come ‘armi’ nella lotta alla camorra?

Non credo che i libri salvino le persone, ma credo che i libri contribuiscano a creare la normalità che in questo posto manca. In un quartiere dove ci sono 27 mila studenti, oltre 300 mila abitanti ho creduto fosse necessario aprire una libreria affinchè i ragazzi non fossero costretti ad emigrare per acquistare un libro, quel che eravamo costretti a fare noi, ma poterlo comprare sotto casa.

Di recente hai vinto il Premio Ambientalista 2020 “Luisa Minazzi” per i tuoi bio-libri. Quali sono le caratteristiche che rendono speciali oltre che biologici questi libri?

Tutti i libri sono a chilometro zero, stampati in Campania, non viaggiano su ruote prima di arrivare in sede. Utilizziamo carta riciclata, di un colore grigio che tra l’altro fa bene anche agli occhi, gli inchiostri adoperati sono a base vegetale senza piombo e le colle usate sono costituite da amido di mais. Se il libro non piace, al massimo lo si mette sottoterra e fiorisce.

Sempre nella stessa settimana hai vinto anche il Premio Bancarellino. Queste sono le conferme di un sogno che forse non era così impossibile?

La settimana scorsa è stata speciale, dopo tanti sacrifici stiamo raccogliendo risultati: ho vinto il Bancarellino con un mio libro pubblicato da Einaudi (Eterni secondi – Perdere è un’avventura meravigliosa ndr.), e il Premio Ambientalista dell’Anno; mia moglie ha ritirato il Nastro D’Argento per il suo corto realizzato con gli scugnizzi, Sufficiente. La nostra attività è in crescita, stiamo ricevendo attenzione mediatica e ne siamo contenti, tenendo conto che siamo in piena emergenza mondiale.  

Sei anche un editore, in piena pandemia cosa vuol dire essere un imprenditore librario?

È un momento difficile, è vero. Però abbiamo deciso che i veri imprenditori sono quelli che rischiano nei momenti di difficoltà: abbiamo acquistato libri provenienti da quattro continenti, ovvero sedici nazioni, abbiamo provato ad alzare l’asticella e siamo riusciti ad essere distribuiti dalla rete più importante di vendita libraria in Italia come la Mondadori. La Marotta&Cafiero è l’unica casa editrice del sud accanto a marchi come Einaudi o Electa, per noi significa molto perché abbiamo acquisito una capillarità maggiore nel mercato.

La tua casa editrice ha dato molto spazio in catalogo ad autori africani: perché questa scelta editoriale?

Ormai il mar Mediterraneo è il cimitero più grande al mondo. Si sente ripetere continuamente ‘A casa loro! A casa loro!’, io invece volevo sentire le loro voci. Nel nostro catalogo, finora, sono rappresentati Rwanda, Senegal, Congo e Sudafrica, a cui si aggiungeranno altri due libri in arrivo. L’anno prossimo ci concentreremo sulla letteratura ispano-americana, e il successivo su quella bosniaca.

A La Scugnizzeria esiste la consuetudine del libro sospeso: un cliente può acquistare un libro per chi non può permetterselo e donarlo. Dal primo libro sospeso che hai venduto fino all’ultimo, qual è il bilancio finora di questa iniziativa?

Il libro sospeso è una meravigliosa start-up alla lettura: molto spesso, i genitori acquistano libri per bellezza, per metterli esposti, i ragazzi non sono abituati a vedere i genitori leggere e la lettura è un qualcosa imposto dalla scuola. In tre anni i libri sospesi sono stati più di 2400, sto parlando di 24 mila euro donati, numeri enormi pensando alla crisi delle librerie e oggi il Covid. E per fortuna continuano ad essere donati, da tutta Italia.

Rosario con la moglie Maddalena

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