Un distillato di felicità e coraggio, La Piccola Farmacia Letteraria nel romanzo di Elena Molini

by Michela Conoscitore

Mentre oggi stavo percorrendo Lungarno Cellini, con gli insistenti 10 gradi dell’inverno fiorentino a tenermi compagnia, ho pensato che l’ultima volta che c’eravamo incontrate, sei mesi fa, a Firenze si erano superati, invece, i 40, i turisti boccheggiavano per le vie del centro e io mi avventuravo per la prima volta a Gavinana, perché la libraia da cui mi stavo recando, e che aveva avuto l’idea originale dei bugiardini letterari, aveva scelto proprio questo quartiere per il suo esperimento culturale, frutto della sua passione viscerale per il mondo dell’editoria e per la lettura.

Adesso la ritrovo, sempre sorridente e solare, nella sua coloratissima e accogliente libreria, ma con una professione da aggiungere al suo identikit: scrittrice.

Elena Molini ha pubblicato lo scorso 14 gennaio il suo primo romanzo, La Piccola Farmacia Letteraria (Mondadori, pp. 276, 19€) che prende il nome proprio dalla sua libreria, divenuta ormai un brand, e racconta la storia di Blu Rocchini una donna che ha fatto dell’Evita&Posponi la sua filosofia di vita, ma soprattutto è ancora alla ricerca del suo posto nel mondo. E probabilmente, l’ha trovato.

bonculture ha rincontrato Elena Molini questa volta per intervistarla nelle vesti di autrice e, le auguriamo, sarà solo la prima di tante interviste in cui parleremo di suoi libri:

Quando ci siamo conosciute, a giugno, al termine della nostra chiacchierata mi avevi parlato di importanti novità che sarebbero arrivate dopo l’estate. Immagino che il libro fosse una di quelle. Com’è nata l’avventura con Mondadori?

La proposta è partita da Mondadori: erano entusiasti della realtà che avevo creato, e mi hanno chiesto se potessi scrivere un romanzo ambientato alla Piccola Farmacia Letteraria. Quindi, mi sono messa al lavoro, ho cercato una storia che fosse appassionante perché non volevo scrivere la classica storia d’amore, che sarebbe stata la cosa più facile da fare. Ho dovuto un po’ faticare per trovare una trama che fosse accattivante. In effetti, è una storia caratterizzata da più sottotrame, e quando, dopo otto mesi di lavoro, sono arrivata alla fine e ho visto che la storia stava in piedi ne sono stata molto contenta.

Come ti sei sentita nei panni di scrittrice?

È stato emozionante, è da sempre uno dei miei sogni. Chiunque gravita nel mondo dei libri, ovviamente, ha il sogno di scriverne uno. Sinceramente, in questo periodo della mia vita, non pensavo di poter avere tempo per scrivere un libro. In realtà, una volta trovata la storia è venuto fuori da solo. È stata un’esperienza veramente bella. Se Mondadori vorrà, sono pronta a scriverne altri!

Blu è una protagonista divertentissima e sui generis, a cominciare dal nome: quanto hai riversato in lei della tua esperienza, personale e lavorativa?

Tantissimo. Essendo il mio primo libro e una scrittrice alle prime armi, in quel che ho scritto ho messo la mia vita e le mie esperienze, ovviamente romanzate. C’è tanto di me in Blu, e i personaggi principali sono un mix delle mie migliori amiche. Quindi sia Blu che le altre protagoniste sono diciamo dei “Frankenstein”, tra molte virgolette! Blu è stata creata, quindi, con una caratteristica della mia amica, un episodio accaduto ad un’altra e così è venuta fuori questa protagonista molto sui generis che, sì mi assomiglia ma rispetto a Blu sono meno romantica. Blu ricorda molto il personaggio di Amelie Poulain, io invece Amelie la odio! Sono un po’ l’anti Amelie, però mi è piaciuta l’idea di dare a Blu questa caratteristica che non mi appartiene, quindi mi sono immedesimata nei panni di una romantica. In realtà, sono molto più simile a Rachele, l’amica strong di Blu.

Hai descritto, principalmente, un universo femminile…

Assolutamente, è un progetto tutto al femminile. Quindi è un libro pensato per donne, scritto da una donna e con protagoniste ovviamente donne. Ognuna con la sua vita e le sue particolarità, con le sue difficoltà di tipo sentimentale o lavorativo, che poi sono esperienze vissute in cui ci si può ritrovare: crescere, il passaggio all’età adulta, ritrovarsi un po’ spezzati e chiedersi e ora cosa faccio della mia vita? Tutte situazioni che si sublimano in questo romanzo.

Sery, Ivan, Premio Strega sono solo alcuni dei personaggi che Blu incontra nel corso della storia, tutti esilaranti a modo loro. Quanto è contata la componente umoristica nel tuo romanzo, e il far ridere è ancora uno dei segreti per conquistare lettori e non?

Come ti dicevo prima, fin da subito ho cercato una storia che mi appartenesse. Essendo il mio primo libro, doveva rispecchiarmi in un certo senso. Nei libri, a volte, si trova uno stacco tra la situazione che viene descritta e l’emozione che ti provoca: quello è quando lo scrittore non ti sa raccontare quello che ha provato, o che magari non ha mai provato. Io sono molto ironica, per me vivere senza ironia, senza scherzare su di sé e senza prendersi in giro sarebbe impossibile, quindi questo l’ho riversato nel romanzo. Il prendersi in giro, e anche il ridimensionarsi secondo me è molto importante nella vita. L’ironia che hai trovato nel libro è quella che utilizzo nella vita di tutti i giorni, dato che sono super scapestrata senza l’ironia sarei davvero morta! 

Nel libro hai disseminato riferimenti letterari e citazioni, ricordo per esempio la frase di Kurt Vonnegut al termine del capitolo sulla presentazione del libro di Neri Venuti, altro spassosissimo protagonista della tua storia. Non smetti mai di suggerire libri: è deformazione professionale o è diventata, ormai, una missione di vita?

Credo sia deformazione professionale, perché comunque quando leggi libri che parlano di libri succede che poi ti metti a cercare i libri citati. Però ho voluto lasciare al lettore delle piccole briciole della serie: guarda, ti do questo input, vallo a vedere. Tra i tanti libri che ho consigliato nel romanzo ci sono Una vita come tante e Trilogia della città di K, che sono due opere impegnative, la prima anche per la mole e la seconda molto graffiante. Comunque volevo lasciare questi suggerimenti, perché sono dei libri che ti trasportano in mondi meravigliosi.

Come ti immagini il lettore del tuo romanzo?

Io me lo immagino pronto ad una storia veramente divertente, ironica e vera. Mi piace immaginarlo come una persona che abbia ancora dei sogni da realizzare e che non ha il coraggio di farlo. Cerco di spronare chi legge il mio romanzo, chi ha un sogno, un progetto e gli dico provaci, fallo! Perché io c’ho provato ed è andata bene, poteva anche non andare cosi ma è valsa la pena assumersi il rischio. Mi piacerebbe instillare positività e coraggio. Ho 37 anni, ho fatto mille lavori come Blu: i suoi lavori, elencati nel romanzo, sono i miei lavori. Il mio non è stato un percorso lineare, come quello di chi già da piccolo sa che vuol fare il medico, e quindi si iscrive a Medicina. Pensavo di dovermi accontentare di fare cose che non mi piacevano perché comunque dovevo portare a casa lo stipendio, e non mi sarebbe mai toccato nella vita fare qualcosa che mi facesse sentire realizzata. E invece, nonostante avessi 35 anni abbondantemente finiti quando ho aperto la libreria, e mi sentissi al capolinea, ho avuto questo guizzo ed eccomi qui.  

Un libro ambientato a Firenze è da Camera con vista di E. M. Forster che non si leggeva. Cosa rappresenta Firenze per te e per Blu?

Come Blu, io sono della provincia de La Spezia però vivo a Firenze da diciassette anni, quindi tantissimo della mia vita è qui. Ci sono rimasta anche dopo gli studi perché è una città che mi piace molto, è un paesone travestito da città e questo significa che ci guadagnano anche i rapporti umani: qui nel quartiere ho tantissimi clienti, con cui ho instaurato amicizie. Questa è la cosa bella di Firenze, è una città ma ci puoi stringere ancora dei legami significativi. Inoltre, anche dal punto di vista culturale è una città molto ispirante e mi aiuta nella mia attività. Molti di quelli che vengono a trovarmi provengono da altre città, e approfittano del giorno di gita qui per venirmi a conoscere. Aver aperto la libreria qui per me è un punto di forza incredibile, nonostante non sia situata nel centro storico.

La Piccola Farmacia Letteraria è arrivato da pochi giorni in libreria: quali sono le tue emozioni a caldo?

È talmente tutto un frullatore, tra interviste, persone che vengono a comprare il libro, recupera il libro perché i magazzini non lo hanno più, sono dei giorni abbastanza concitati, com’è normale che sia con l’uscita di un libro. Molto probabilmente me lo godrò quando si fermerà tutto e mi dirò: ah cavoli, allora è andata bene!

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