La bellezza contro il COVID-19: Gianna Fratta racconta La Traviata e Roberto Prosseda suona Chopin

by Fabrizio Simone

Dal momento in cui il premier Conte ci ha invitato a rimanere nelle nostre case, a causa del Coronavirus, i dubbi ci assalgono. Come possiamo impiegare il nostro tempo? Domanda lecita e necessaria. Le soluzioni sono molteplici: possiamo leggere un ottimo libro (le librerie sono chiuse perciò non resta che fare tappa presso qualche centro commerciale), cucinare un bel dolce per la nostra famiglia (perché l’emergenza legata al COVID-19 ci invita a riscoprire la dimensione familiare), guardare un film, dipingere o suonare.

La bellezza, infatti, è l’arma vincente per far sì che il tempo trascorso all’interno delle nostre abitazioni durante questa permanenza quasi forzata non vada perduto e anzi sia proficuo per il nostro spirito, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria (parliamo a tutti gli effetti di una vera e propria pandemia). E proprio alla bellezza hanno deciso di rivolgersi alcuni musicisti come Gianna Fratta e Roberto Prosseda: il 12 marzo,  attraverso le loro pagine Facebook, hanno optato per una divulgazione gratuita e libera della grande musica affinché il pubblico potesse distendere gli animi in un momento così difficile per la nostra nazione (Beatrice Rana, Giovanni Sollima e Francesco Libetta opteranno tra qualche giorno per il palcoscenico virtuale offerto dalla nota pagina social Quinte Parallele).

Gianna Fratta, nota direttrice d’orchestra foggiana e da pochi mesi moglie di Piero Pelù, ha deciso di dedicare ogni pomeriggio – appuntamento rigorosamente alle 17.00 – ad una sorta di rubrica operistica. Argomento di questa prima diretta Facebook, La Traviata di Giuseppe Verdi. Accompagnandosi al pianoforte, la Fratta, per 16 minuti, ha intervallato il racconto dell’opera verdiana, andata in scena il 6 marzo 1853 al teatro La Fenice di Venezia (in una lettera al direttore d’orchestra Angelo Mariani, Verdi parlò di un vero “fiascone” per ragioni esecutive e la stampa lodò “le molte cose belle della partitura”), all’esecuzione di brevi frammenti musicali tratti dal malinconico Preludio dell’Atto I con l’inconfondibile tema dell’Amami, Alfredo e dal celebre brindisi tra Violetta Valéry (la bella mantenuta malata di tisi nel romanzo di Dumas figlio ha per nome Marguerite Gautier e la sua storia ricalca quella di Marie Duplessis, cortigiana amata dall’autore nella Parigi degli anni ’40 dell’800) e Alfredo Germont col supporto del coro, Libiamo ne’ lieti calici. Numerose le attestazioni di gradimento ricevute nel corso della diretta. Nell’appuntamento successivo la Fratta continuerà il racconto di questo autentico capolavoro verdiano.

Roberto Prosseda, pianista di fama internazionale da anni impegnato nella riscoperta e nella valorizzazione della musica pianistica di Felix Mendelssohn (ha inciso l’integrale per la Decca inclusi i due Quartetti per piano e archi e il Trio per piano, violino e viola composto a soli 11 anni dal genietto di Amburgo), ha dedicato quasi 40 minuti ai Notturni (i tre dell’op.9 – peccato per lo squillo durante l’esecuzione del celebre n.2) e ai Valzer di Chopin (i primi due dell’op.64), pagine che ben si prestano alla dimensione intima della propria abitazione grazie alla loro prorompente sfera poetica come nel caso del sognante Valzer n.2 op.64. Un vero e proprio bis ha chiuso questa esecuzione virtuale: sulle note del malinconico Notturno postumo n.20 in do diesis minore di Chopin, Prosseda ha invitato a fare scorta di bellezza perché in questa pausa necessaria per la nostra nazione l’arte può fornirci la giusta carica.

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