L’eroina-schiava Aida di Giuseppe Verdi, tra realtà, finzione e triangolo amoroso

by Alessio Walter De Palma

Il nome e l’Arte di Giuseppe Verdi non ha alcun bisogno di presentazioni, compositore più rappresentato e più amato al mondo, punto di riferimento per tutti i compositori contemporanei e successivi, orgoglio tutto italiano diventato ben presto internazionale. Basti citare: Nabucco, la celeberrima “trilogia” Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata, Macbeth, Luisa Miller, La forza del destino, Un ballo in maschera, Don Carlo, Otello, opere che hanno reso la lirica amata in tutto il mondo ancor più di quanto già non lo fosse.

Realtà e finzione, sentimenti puri, storia, storiografia, amori impossibili, incesti, eventi truculenti, alto senso dell’amicizia, di cui Verdi ne era “fanatico”, famoso “triangolo amoroso lui – lei – l’altro” nella stereotipata divisione vocale in tenore (lui – il buono), in soprano ( lei – oggetto del desiderio, quasi “donna angelicata” di stilnovistica memoria), in baritono (l’altro – il cattivo).

Un’opera innovativa, originale è sicuramente la storia basata su argomenti storici e storiografici realmente accaduti dell’ “eroina-schiava” Aida. In Aida le convenzioni vengono stravolte il “triangolo amoroso” vede il “lui” il tenore Radames come “oggetto del desiderio” di “lei” Aida (soprano) e “l’altra” Amneris (mezzosoprano). Verdi all’epoca di Aida era già all’apice della sua splendida carriera.

Ismail, Pascià d’Egitto, nel 1868 commissiona a Verdi musica d’occasione con un assegno di 80.000 franchi per l’apertura del Canale di Suez, al quale il “Cigno di Busseto” rifiutò. Successivamente il comporre un’opera “tutta egiziana” per l’inaugurazione del teatro del Cairo suscitò l’interesse del Maestro. Per vicissitudini storiche – la guerra franco-prussiana – la prima venne rinviata e il teatro ebbe la sua inaugurazione nel 1869 con Rigoletto.

A guerra terminata il 24 dicembre 1871 Aida debutta ottenendo un successo strepitoso, “trionfante” come la celebre Marcia nell’atto secondo. Su soggetto dell’archeologo francese Auguste Mariette e il libretto dell’esperto autore scapigliato Antonio Ghislanzoni l’opera è un dramma storico in quattro atti.

L’opera si apre con la celeberrima romanza del tenore Celeste Aida in cui il giovane guerriero Radames tesse le lodi della sua amata Aida, principessa etiope resa schiava dagli egizi. Giunge Amneris, figlia del re d’Egitto da sempre innamorata di Radames ma da questi non corrisposta. Intanto un messaggero annuncia che Amonasro, re degli etiopi e padre di Aida, sta marciando verso Menfi. Il re per volontà di Iside investe Radames come comandante dell’esercito egizio. Da qui il turbolio interiore di Aida a metà tra l’amore per Radames e l’amore per il padre e la patria: Ritorna Vincitor!

La scena successiva vede protagoniste le due donne rivali: Amneris falsamente e subdolamente avendo il sospetto che il “suo amato Radames” fosse oggetto del desiderio “dell’umile schiava” afferma che Radames è morto in battaglia cosicché Aida disperata rivela il suo amore e così Amneris la minaccia essendo la figlia del faraone ma anche Aida confesserà essere anch’ella di nobile rango. Le trombe egizie annunciano l’arrivo di Radames Vincitore tra balli, danze, musiche e glorie – riprendendo qui musicalmente il filone del grand-opéra, grandi scene corali con balletto. Radames può chiedere tutto al re e per amore di Aida chiede la libertà per i prigionieri etiopi, il re lo nomina suo successore al trono e futuro sposo di sua figlia Amneris.

Su consiglio del Gran Sacerdote Ramfis, pero’, Aida e Amonasro sono tenuti in ostaggio. Padre e figlia in ostaggio meditano vendetta e qui come da tradizione verdiana abbiamo forse la “parte musicalmente più emozionante di tutta la produzione verdiana” il duetto padre – figlia: Rivedrai le foreste imbalsamate. La vendetta sarà a scapito di Radames, Amonasro costringe la figlia a far confessare il guerriero egizio sulla posizione del suo esercito. Pur ti riveggo mia dolce Aida, ingenuamente e da persona innamorata rivela ad Aida che alle gole di Napata l’esercito attende gli avversari. Di Napata le gole ivi saranno i miei! Così afferma Amonasro ingenuamente creduto morto. Radames disperato e disonorato: Io son disonorato! Per te tradii la Patria! Giungono Amneris, Ramfis e le guardie a cui il “traditore” Radames spontaneamente si consegna: Sacerdote! Io resto a te! Mentre Aida e Amonasro riescono a fuggire. Amneris cerca di convincere il suo amato a discolparsi ma egli categoricamente rifiuta: Di mie discolpe i giudici mai non udran l’accento! Radames è condannato a morte, sepolto vivo, per alto tradimento. La fatal pietra sovra me si chiuse. Aida? Ove sei tu? A queste parole appare Aida stoicamente nascostasi nella pietra attendendo il suo Radames e quindi raggiungere la tanto agognata libertà liberandosi dal carcere della vita insieme al suo amato.

Aida è tra le cinque opere più rappresentate al mondo, basti pensare che ogni anno è presente nel cartellone del Festival dell’Arena di Verona.

Celebre la trasposizione cinematografica del 1953 con Sophia Loren quale Aida, la voce di Renata Tebaldi e la regia di Clemente Fracassi. Da ricordare anche il film di animazione Aida degli alberi del 2001 di Guido Manuli, differenziandosi in un ambiente fantasy e non nell’Antico Egitto.

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