Preludio Giordaniano, aspettando il concorso lirico internazionale

by Alessio Walter De Palma

La città di Foggia ha dato i natali al compositore “verista” appartenente alla “Giovane Scuola” Umberto Giordano, autore di capolavori assoluti eseguiti in tutti i più grandi teatri del mondo: Andrea Chénier, Fedora, Siberia, i cui funerali a Milano nel novembre 1948 furono seguiti da una giornata di lutto cittadino.

Per le celebrazioni giordaniane l’amministrazione comunale della città di Foggia nel nome del sindaco Franco Landella e dell’assessore alla cultura Anna Paola Giuliani, stanno portando avanti eventi altamente culturali legati al nome del Maestro: rappresentazioni delle opere – in particolar modo da ricordare la prima assoluta in tempi moderni di Giove a Pompei – il il convegno internazionale di studi di concerto con il Conservatorio Umberto Giordano e Il Concorso Lirico Internazionale Umberto Giordano, quest’anno alla sua ventesima edizione.

Ideatrice e direttore artistico del concorso, il soprano Maria Paola De Luca, già docente di canto lirico del conservatorio foggiano, attualmente docente al conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno.

Il Concorso che da vent’anni a questa parte si svolge a fine maggio è una vetrina importante per i giovani cantanti che si affacciano al mondo del teatro lirico, ascoltati da una giuria di esperti. Quest’anno a presiedere la giuria il celeberrimo soprano Ines Salazar, che ricordiamo nei panni di Tosca nell’omonima opera di Puccini nel centenario della prima nel 2000 al teatro dell’opera di Roma accanto a Luciano Pavarotti.

A preannunciare il concorso un excursus epocale nel mondo dell’opera, e non solo, con tre concerti dal titolo emblematico di “Preludio Giordaniano”, in Sala Fedora. Il primo dei tre – andato in scena lo scorso 22 febbraio – seguendo la tradizione dei grandi teatri italiani ed esteri dei cosiddetti Diner Concert, ha avuto come protagoniste due giovani, ma già affermate cantanti liriche del nostro territorio, ma da tempo “cittadine del mondo”, il soprano Ripalta Bufo ed il mezzosoprano Clarissa Piazzola, accompagnate al pianoforte dall’esperienza di Massimiliano Caporale.

Un concerto con il fil rouge di quella fin de siècle che fortunatamente tanto ci ha lasciato in cui il nostro Giordano ha operato e vissuto. Periodo in cui cambia la visione di teatro, non è più per pochi, bensì per tutti, in particolar modo per il popolo, attraverso racconti di storie realmente accadute o possibilmente accadute nella vita di tutti i giorni, prendendo dal Naturalismo e dal Verismo letterario, in musica meglio definito come “melodramma plebeo”.

Oltre alle intramontabili musiche di Giordano da Giove a Pompei ad Andrea Chénier fino al Re, sono state eseguite musiche dei contemporanei Mascagni con la celeberrima Cavalleria Rusticana e Puccini e Leoncavallo mettendo a confronto la personalità del personaggio di Musetta ne La Bohème da entrambi i compositori. Il Quando m’en vo pucciniano ottimamente eseguito da Ripalta Bufo mette in evidenza l’essere egocentrica del personaggio, un egocentrismo finalizzato a far ingelosire l’amato Marcello, mentre nel Marcello mio di Leoncavallo troviamo una Musetta più razionale, ugualmente innamorata, ma con minor Ego, eseguita in maniera esemplare dalla calda voce del mezzosoprano Clarissa Piazzola.

Per arrivare a concepire il teatro in maniera verosimile si è dovuto attraversare quell’ottocento intriso di sentimenti nobili e romantici: amore a trecentosessanta gradi, ritorno al focolare domestico, nostalgia, malinconia, sentimentalismo, opposti che si attraggono, ritorno alle origini, panteismo con la natura benigna, fiducia nel progresso e nella scienza, principalmente in Europa ed in particolar modo in Francia, laddove  Carmen di Georges Bizet è possibile definirla “il manifesto del teatro musicale ‘verista’”.

Progresso nella scienza in veste positivista rappresenta Olympia, la bambola automa con sembianze umane che fa innamorare Hoffman ne Les Contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach, magistralmente eseguita da Ripalta Bufo, sia da un punto di vista tecnico-vocale, brano di una difficoltà non indifferente, sia da un punto di vista scenico come lo spartito impone, portando il pubblico ad uno scroscio di applausi.

L’amore passionale di Dalila nel Samson et Dalila di Camille Saint-Saens è espresso dalla voce di Clarissa Piazzola, in uno dei brani forse più difficili per la voce di mezzosoprano Mon coeur s’ouvre a ta voix; ritorno alle origini, culto della natura benigna espresso dal celeberrimo duetto dei fiori da Lakmé di Leo Delibes, in cui le due voci si intersecano per ottenere un’unica voce.

Dato il susseguirsi di applausi i tre artisti concedono il tanto richiesto bis al pubblico foggiano con la celebre Barcarole tratta da Les Contes d’Hoffmann, che noi tutti ricordiamo perché il pluripremio Oscar Roberto Benigni ha voluto tale musica per il suo capolavoro La vita è bella. Primo di lunghi successi del Ventesimo Concorso Lirico Internazionale Umberto Giordano, il cui prossimo appuntamento, come ricorda il direttore artistico Maria Paola De Luca, è per sabato 21 marzo, con l’unione tra opera e jazz con il “Gianluca Caporale Trio” con il “Jazz all’Opera”.

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