Valentina Lisitsa strega “Musica civica” sulle note di Rachmaninov

by Fabrizio Simone

I video delle sue esibizioni su Youtube superano i 50 milioni di visualizzazioni (neppure Herbert von Karajan, Arturo Toscanini e Martha Argerich riescono a raggiungerla), il suo account Instagram vanta più di 30 mila follower e il suo nickname è piuttosto esplicito: queen_of_rachmaninoff. Di chi stiamo parlando? Della pianista ucraina Valentina Lisitsa, che la critica planetaria ha incoronato come una delle migliori esecutrici viventi di Sergej Rachmaninov. Non a torto: la biondissima artista, originaria di Kiev, avverte una vera e propria consonanza d’animo col compositore russo, al punto da diventare un’attenta interprete di quella complessità che da sempre caratterizza le sue opere, raggiungendo vette difficilmente eguagliate anche da illustri colleghi, tanto nelle sale da concerto quanto negli studi di registrazione. Insomma, ascoltare Valentina Lisitsa è una garanzia, soprattutto se in programma c’è un concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov (anche se qualche purista continua a storcere il naso, sottolineando un’eccessiva libertà interpretativa).

Il pubblico foggiano ha avuto l’onore di ascoltare Valentina Lisitsa domenica 20 novembre, nell’ambito della XIII edizione della rassegna “Musica civica – conversazioni tra suoni e parole”, subito dopo la brillante e acuta riflessione di Pietrangelo Buttafuoco, impegnato in un’interessante fenomenologia della bugia, incentrata su due bugiardi della letteratura di fine Ottocento, l’italianissimo Pinocchio e Cyrano de Bergerac, così simili nonostante le evidenti differenze. Ad accompagnare Valentina Lisitsa sul palco del Teatro Giordano c’era l’Orchestra della Magna Grecia, diretta superbamente da Gianluca Marcianò. Tre le composizioni in programma: le celeberrime Danze Polovesiane dall’opera Il Principe Igor di Borodin (chi non ha mai ascoltato la prima danza?), l’eterna Ouverture 1812 di Cajkovskij e il temibile Concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, affidato, ovviamente, all’artista ucraina.

Il Rachmaninov della Lisitsa è un fiume che travolge qualsiasi cosa e scorre inarrestabile verso la meta. La Lisitsa non conosce ostacoli e scivola agilmente in questo mare di arpeggi, scale, accordi pesanti e drammatici, senza lasciarsi intimorire da questa scrittura tumultuosa, a tratti sgargiante ma sempre fortemente melodica ed emotiva, concedendo alle zone d’ombra di risplendere intensamente nonostante il grande virtuosismo. La pianista ha salutato il pubblico foggiano con uno dei suoi cavalli di battaglia: l’amatissima Rapsodia ungherese n.2 di Franz Liszt. Altro stupore, altro fervore, altri applausi interminabili. Spazio, allora, agli altri due pezzi in programma, accolti con pari entusiasmo (da quanto tempo non li ascoltavamo a Foggia?). Peccato che l’Orchestra della Magna Grecia non abbia concesso un fuori programma. Conserveremo ugualmente il ricordo di una serata indimenticabile. Un altro successo di questa fondamentale rassegna musicale, insomma.

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