Concerto con Leucò, un viaggio psichedelico nei sogni di Pavese

by Claudia Pellicano

Dal 13 al 15 dicembre il Macro Asilo – Museo d’arte contemporanea di Roma, ospita Concerto con Leucò, opera ispirata ai Dialoghi che Cesare Pavese dedicò a Bianca Garufi, la donna che amava senza esserne riamato.

La proposta di Agnese Ricchi, ideatrice del progetto e interprete assieme a Cristina Golotta, vede le due attrici intraprendere un viaggio sensoriale tra suggestioni psichedeliche e installazioni video-sonore. I personaggi di Circe, Leucotea, Saffo, Bratimarti e Aradne si avvicendano su un fondale su cui si susseguono, senza soluzione di continuità, quattro proiezioni che appaiono e scompaiono e fungono da complemento ideale ai sogni, le paure e le emozioni dell’autore.

La selezione privilegia tre tra i più noti dei ventisette brevi racconti in prosa che compongono i Dialoghi e la cui struttura riproduce quella dei Petits poèmes en prose di Charles Baudelaire, scrittore che rappresentava un modello per lo stesso Pavese.

Lo spettacolo apre con Le streghe, la rievocazione dell’incontro tra Circe e Odisseo. La maga immortale conosce tutto, ma è vinta e quasi resa mortale dalla caducità della vita di Ulisse; prosegue con Schiuma d’onda, una conversazione sul desiderio di due ninfe trasformate, ma non annientate, dal tentativo di suicidio; e si conclude con La vigna, la storia di Ariadne, abbandonata da Teseo dopo il viaggio nel labirinto e poi raccolta da Dioniso e trasformata in una costellazione celeste.



La mitologia greca è un mezzo per indagare l’esistenza. Pavese si ricorda delle letture ai tempi di scuola, riprende quei libri e, attraverso il mito, racconta l’universale, il destino, la lotta, la disfatta, l’amore, il dolore e gli aneliti comuni a tutta l’umanità.

Il racconto apre uno scorcio sul significato della vita di noi mortali, così breve che non possiamop accettare di far cose «già fatte o sapute» dove anche il «pasto quotidiano»  è «serio e inedito». Nella loro immortalità, gli dei appaiono perfino più vulnerabili, perché, come Circe, conoscono il destino, e, per divertirsi, devono fingere di non sapere, fingere di avere anche loro spazio per l’imprevisto.

L’eternità è noiosa. Lo sa Saffo, che spera di porre fine a tutto con un salto nel vuoto, di diventare schiuma d’onda, ignara della consapevolezza che a nulla si sfugge. Bisogna imparare a sorridere , «a vivere come un’onda o una foglia, accettando la sorte». Domare il destino accettandolo e accettando se stessi, «morire a una forma e rinascere a un’altra». Ma noi mortali viviamo di desideri e di passioni. E allora come essere felici anche nel tumulto, chiede Britomarti? Smettendo di fuggire, come scelse di fare Elena di Troia. Perché l’unica occasione per sorridere consiste nell’accettazione. Perché sfuggire al proprio destino rimane comunque impossibile. Leucotea lo ricorda anche ad Aradne. C’è un dio che l’aspetta, e che uccide ridendo chiunque gli si opponga.

Bisogna essere bravi come Odisseo davanti al destino. Sapere che l’unica cosa di immortale che lasciamo è il nostro ricordo. E capire l’incredibile privilegio di questa vita mortale, che possiamo arricchire  «di parole e di fatti», e che anche gli dei, probabilmente, ci invidiano.

Concerto con Leucò – INGRESSO GRATUITO, da venerdì 13 fino a domenica 15 dicembre 2019. Inizio performance: ore 18.00, presso il Macro Asilo – Museo d’Arte Contemporanea Roma, in Via Nizza 138 / Via Reggio Emilia 54

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