Mare Fuori, la fiction Rai sugli aspetti più duri e delicati della detenzione giovanile e su un’altra Napoli

by Michela Conoscitore

Sta andando in onda un po’ in sordina una delle nuove fiction Rai, tra le migliori degli ultimi anni per recitazione e contenuti: Mare Fuori, che occupa la fascia serale del mercoledì sulla seconda rete e di cui questa settimana sarà trasmessa l’ultima puntata, è decisamente una serie da vedere se ve la siete persa, potrete recuperarla comodamente su RaiPlay. Per chi invece la sta seguendo, un pubblico trasversale costituito anche da una porzione consistente di giovanissimi tornati davanti alla televisione, voci di corridoio hanno menzionato già la preparazione della seconda stagione.

Con la regia di Carmine Elia, la serie è ambientata a Napoli e racconta le storie difficili di un gruppo di ragazzi detenuti nell’Istituto di Pena Minorile. Nella città partenopea, tale struttura è allocata sull’isola di Nisida; ovviamente la serie è stata girata in una location differente, ma riesce ad evocare ottimamente la stessa atmosfera. Gli attori protagonisti tra cui Nicolas Maupas, Massimiliano Caiazzo, Matteo Paolillo e Valentina Romani, durante le riprese hanno visitato proprio il carcere minorile di Nisida per comprendere meglio quale mondo avrebbero raccontato con la recitazione.

Mare fuori sembra prendere ispirazione dal recente libro della scrittrice Valeria Parrella, Almarina, e infatti ci sono alcuni punti di contatto tra il romanzo e la fiction come la voglia di raccontare un’altra Napoli, e questa volta non con occhi accusatori ma con uno sguardo pieno di speranza.

Ad essere detenuti all’IPM sono ragazzi minorenni, provenienti da varie zone d’Italia, dove stanno scontando reati più o meno gravi come legami forti e indissolubili con la camorra, che a volte si rivelano marchi indelebili difficili da eliminare, famiglie pressanti e pesanti, disagi psichici e sociali, incidenti mortali che segnano a vita. Il fulcro narrativo da cui si originano le storie raccontate nel corso delle puntate è la forte amicizia che nasce tra Carmine e Filippo, il primo figlio recalcitrante di una nota famiglia malavitosa, il secondo milanese, promettente pianista, che suo malgrado si ritrova protagonista di un omicidio. I due ragazzi vengono arrestati lo stesso giorno, e da quel momento condivideranno tutto, anche la cella all’IPM.

Orbitano intorno a loro Ciro, giovane boss, che ha creato in carcere la sua corte dei miracoli che annovera Pino, Edoardo e Tano. A questi si aggiungono le detenute che intrecciano schermaglie e relazioni, anche in un ambiente duro come il carcere. La legge e le regole, dai vertici dell’IPM agli attenti custodi dei ragazzi, sono impersonati dalla direttrice Paola Vinci, interpretata da Carolina Crescentini e dal comandante Massimo Valenti, ovvero l’attore Carmine Recano.

Ci aveva già provato meravigliosamente il lungometraggio Fiore, nel 2016, a raccontare gli aspetti più duri e delicati della detenzione declinata in età giovanile ma Mare Fuori aggiunge aspetti importanti, pensando alla città in cui è ambientata. Raccontandone le storie, ogni puntata è dedicata ad uno dei membri del cast, la fiction non solo spiega il perché della loro detenzione ma ne motiva anche psicologicamente le implicazioni, non tralasciando le concause che però non si trasformano in assoluzioni o giustificazioni. Mare Fuori narra efficacemente non solo le difficoltà di vivere in un tessuto sociale come quello napoletano, ma mette in evidenza le dinamiche, sociali ed emotive, degli adolescenti contemporanei in cui la provenienza geografica diventa quasi secondaria.

La serie funziona proprio perché non è stata creata ad hoc solo per raccontare Napoli, ma partendo da qui avvia un discorso più ampio sui minori detenuti negli IPM, evitando quindi di cadere nel cliché di ‘gomorriana’ memoria. Oltre al sistema camorristico, regista e sceneggiatori hanno giustamente dato spazio al disagio giovanile che è tanto, e di cui si parla sempre meno. Di qualche settimana fa, la notizia della morte della neo-diciottenne Maria Chiara Previtali, morta a Terni per overdose.

Mare Fuori è anche una canzone, scritta e cantata da uno dei protagonisti della serie, Matteo Paolillo, insieme a Raiz degli Almamegretta protagonista con un piccolo ruolo, che oltre a fare da colonna sonora fa comprendere il messaggio della serie: nonostante tutto oltre le sbarre c’è libertà, si può ricominciare perché c’è il mare fuori che ti aspetta.

Nun te preoccupà guaglio, c’ sta o mar for

Aret e sbarr, sott o ciel c’ sta o mar for.

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