La favola triste di Tammy Wynette, la First Lady della musica country che affrontò la vita con una fede indomita nell’amore

by Paola Manno

Quella di Tammy Wynette, conosciuta come la First Lady della musica country, è una favola triste. Penso alla sua voce che gli americani hanno definito “heartbreaking”, letteralmente “che spacca il cuore”, e mi è impossibile non pensare alla vacuità del successo, ai perigliosi richiami della fama, all’inutilità di alcuni traguardi e infine al dolce, inestimabile valore dei sogni che si realizzano. Si chiamava Virginia Wynette Pugh.

Nacque nel 1942 in un piccolo paese del Mississippi e rimase molto presto orfana di padre, agricoltore con la passione per la musica. Fu proprio sugli strumenti del padre che la giovane Tammy imparò le prime note e iniziò a conoscere, e ad amare con passione, la musica. Fece molti lavori: la cameriera e poi la barista, lavorò in campagna a raccogliere il cotone, fu operaia in una fabbrica di scarpe e infine si iscrisse a un corso per diventare parrucchiera, mestiere che fece per anni. È facile da immaginarla, questa donna bionda dal collo elegante e gli occhi come fari, è il personaggio perfetto per un film americano: l’orfana salvata dalla musica, e che la musica ha reso eterna (e infatti una serie di 6 episodi sulla sua vita sarà girata a breve, interpretata da Jessica Chastain).

Tammy Wynette è stata la prima musicista country ad aver ricevuto il disco di platino grazie a più di 20 pezzi arrivati in cima alle classifiche musicali, e ha firmato capolavori quali “I Don’t Wanna Play House” e “The wonders you perform”, la meravigliosa canzone riproposta in versione italiana da Ornella Vanoni dal titolo “Domani è un altro giorno”. Ma fu soprattutto “Stand By Your Man”, registrata nel 1968 e il cui testo fu criticatissimo dalle femministe dell’epoca, che la resa celebre in tutto il mondo. “Ci ho messo quindici minuti a scrivere quella canzone e un vita intera per difenderla” avrebbe detto più volte.

“A volte è difficile essere una donna, dando tutto il tuo amore solo ad un uomo, avrai dei brutti momenti, e lui avrà dei bei momenti, farà cose che non capirai. Ma se lo ami, lo perdonerai, anche se è difficile da comprendere, e se lo ami, oh, sii fiera di lui! perché dopo tutto, è solo un uomo” cantava Tammy con la sua voce che spaccava il cuore, e davvero deve aver creduto fino in fondo alle parole che aveva scritto, perché la sua vita sentimentale fu segnata da dolori e mortificazioni che affrontò con una fede indomita nell’amore.

Sposò il suo primo marito molto giovane ma i due si separarono prima della nascita della terza figlia. Si sposò altre 4 volte ed ebbe una breve relazione con Burt Reynolds.

La sua fragilità si espresse anche in problemi fisici che la tormentarono tutta la vita. Fu operata innumerevoli volte e sviluppò una dipendenza da antidolorifici. Uno dei suoi figli contrasse la meningite spinale e Wynette lavorò giorno e notte per poter pagare le cure. Nonostante tutto il dolore e la frustrazione, non smise di cantare. Nel 1969 ricevette il suo secondo Grammy Award come miglior voce Country femminile.

Era una donna che conosceva il dolore ma che sapeva andare avanti. Poi si metteva a cantare e la sua voce ti faceva sognare… “I believe you have to live the songs” affermò: “Io credo che le canzoni debbano essere vissute” e così fu, perché lei visse fino in fondo la sua musica, ma sempre coi piedi per terra, un po’ come tutti quelli che hanno lottato per un sogno. Morì improvvisamente nell’aprile del 1998. Aveva 55 anni.

Negli anni ’70, i pezzi di Wynette dominavano la scena della musica Country. Il fascino di Tammy è senza dubbio legato a una forte tenacia intrecciata a uno strano senso di malinconia, qualcosa che ha a che fare con il senso del destino ma pure con una profonda fede in se stessa. Fa riflettere il fatto che Winette avesse continuato a rinnovare la sua licenza di parrucchiera ogni anno per il resto della sua vita, nel caso si fosse trovata un giorno in difficoltà.

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