Città Parlamento e l’ascolto dei giovani: “Manfredonia non è morta, la stanno uccidendo”

by Antonella Soccio

“Perché secondo voi noi ce ne andremo? Non è che Manfredonia è morta, è che la stanno uccidendo”. La parole sono mine e i ragazzi e le ragazze, attori e attrici del laboratorio di Uccelli, con la Bottega degli Apocrifi, hanno imparato ad usarle, come sul palco, nel teatro della quotidianità. I giovanissimi sono dentro un cambiamento globale molto importante. L’età della contestazione, con i Friday for future e Greta Thumberg, si è abbassata: rispetto ai loro fratelli e zii della Generazione X gli adolescenti sono più consapevoli, informati, decisi. Tutto questo è stato evidente al Teatro Dalla sabato pomeriggio.

Un laboratorio, uno spettacolo e la Città Parlamento. È questo il cuore dell’iniziativa promossa da Crescincultura, progetto selezionato dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile” –andato in scena al Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia, prima della recita di Uccelli. Un incontro aperto alla città che ha visto anche la partecipazione di ospiti che hanno portato  prospettive ed esperienze che hanno consegnato un più ampio respiro al dibattito: Alessandro Toppi, giornalista e critico teatrale del Pickwick  e Gennaro Pesante, giornalista e addetto stampa della Camera.

In teatro, i giovanissimi si sono confrontati con gli adulti, molti dei quali insegnanti, persone comunque abituate al messaggio teatrale, colte e avvertite.

“Il messaggio di Uccelli è molto forte, lo sentite? Vi sentite ascoltati in questo messaggio? Avete recepito il messaggio di cambiamento urlato dagli Uccelli?” ha chiesto con schiettezza la prof Rosa Porcu, secondo la quale i giovani sono impegnati a cambiare le cose ma non sono ascoltati.

I ragazzi e le ragazze hanno confermato la sensazione di non ascolto. “Dal pubblico non ci sentiamo sempre ascoltati, non sempre il messaggio arriva. Gli adulti sembrano disinteressati a quello che diciamo. Noi siamo carichi sul palco, ci aspettiamo l’ascolto, ma c’era una signora col telefono cellulare in mano”.

Se prendere sul serio significa mettersi in ascolto, come ha indicato il regista Cosimo Severo, quella distrazione che ci porta ad essere superficiali è la stessa rappresentata da Gennaro Pesante, che ha parlato molto della confusione attuale tra comunicazione e politica e della riduzione della politica all’arte del tweet.

“Le città non hanno guide, i politici dovrebbero essere le nostre guide, ma forse siamo tutti in un grande autobus con gente esaltata alla guida”, è stato il commento di Severo.

Dal critico Toppi è arrivata una suggestione potente. Il giornalista ha paragonato i ragazzi e le ragazze di Uccelli ad Amleto. “Mi ricordano Amleto, un giovane che beve birra, è innamorato di una sua coetanea, ama scrivere, leggere, ma viene tradito dagli adulti. Parlare alla sua città, a sua madre a tutta la corte alla Danimarca per dire che non c’è più giustizia nel regno. Così con gli Uccelli: 160 ragazzi si stanno rivolgendo ad una platea adulta per dire cos’è Manfredonia. Loro non hanno inquinato, non hanno votato per i partiti che l’hanno rovinata, si rivolgono ai grandi per cercare risposte. Loro stanno provando a dirci come stanno le cose. Amleto mette in scena l’omicidio, loro i muri, la legittima difesa, ci stanno mostrando il nostro tempo e ce lo stanno indicando, urlando: non è questo il mondo in cui non vogliamo vivere. Manfredonia non può essere una prigione dalla quale bisogna fuggire. Il gesto delle felpe a terra è fortissimo”, ha detto Toppi a bonculture.

Dopo lo scioglimento per mafia, cresce il ruolo del teatro, della Chiesa, della scuola. L’ascolto dei giovani a Manfredonia è appena cominciato.

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