Al Candelaro per i minori nasce Casa Giò, la «speranza organizzata» dei salesiani del Sacro Cuore contro povertà educativa e Quarta Mafia a Foggia

by Antonella Soccio

La prima felicità di un fanciullo è il sapere di essere amato

Se vuoi piacere e far del bene predicando ai fanciulli bisogna portare esempi, parabole, similitudini; ma ciò che importa di più si é che le narrazioni vengano bene sviluppate e molto particolareggiate: scendere alle piccole circostanze.

San Giovanni Bosco

Secondo le ultime rivelazioni Istat del 2020 la povertà minorile negli ultimi 10 anni è aumentata del 10%, superando 1,3 milioni di poveri tra bambini e adolescenti, 200mila in più rispetto al censimento precedente.

La pandemia con annessa la crisi economica e l’isolamento a cui sono costretti molti minori svantaggiati insieme ad una scarsità di relazioni e ad una alimentazione inadeguata priva della cura per la salute faranno aumentare drammaticamente questi numeri.

Ne è certo Andrea Farina, docente di Legislazione minorile all’UPS e responsabile dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei minori, che è intervenuto a Foggia nel quartiere Candelaro di Foggia alla Parrocchia Sacro Cuore per l’inaugurazione della nuova Casa Famiglia per minori, Casa Giò- Gio come amava firmarsi il fondatore dei salesiani Giovanni Bosco ma Gio anche come casa dei giovani.

La struttura che affaccia sui nuovi campetti dell’opera salesiana porta la firma dell’architetto Franco Onorati che ha già seguito le case dei Giuseppini poi la comunità Marta, Arcobaleno, Aurora. “Esiste un regolamento regionale che definisce tutti gli standard per le case di accoglienza, che possono essere la casa famiglia, la comunità alloggio, il centro diurno, il centro di accoglienza per donne maltrattate. Tutti i tipi di accoglienza sono normati: Casa Giò è una comunità alloggio e ha necessità di avere anche un contesto intorno. Si cerca di re-imitare il modello della famiglia, perché chi arriva ha problemi di disagio sociale, disadattamento, disagio relazionale. Per questo le attività del mangiare, del vivere, l’avere delle regole, la presenza dell’oratorio così come la presenza di un centro diurno per l’assistenza pre e dopo scuola danno la possibilità di meglio integrarsi”, spiega Onorati a bonculture.

La povertà minorile a Foggia, ultima per il benessere dei bambini nella classifica della Qualità della Vita nel 2021 del Sole 24 Ore, si affianca a servizi quasi inesistenti per i minori e a medie bassissime per posti in asilo nido. Appena 15 ogni 100 bambini, meno della media pugliese che si attesta su 19 posti su 100 piccoli e lontano dalla media italiana, pari al 30%, comunque al di sotto della media europea che conta 33 posti ogni 100 bambini.

Anche i trasporti pubblici pugliesi e di Capitanata, nonostante l’ingente mole di finanziamenti pubblici alle imprese private e non, sono carenti: Foggia è la provincia pugliese con il più basso numero di bus per raggiungere le scuole cittadine e provinciali con un dato pari al 67%, 8 punti percentuali in meno rispetto alla media regionale. Addirittura, come ha evidenziato l’accademico salesiano, sono ben 11 i paesi della provincia non collegati a nessuna scuola pubblica.

Insomma una situazione preoccupante che si incastra dentro la cornice di arretratezza economica e sociale, dettata dal giogo della Quarta Mafia e del caporalato agricolo e turistico, e dentro la deriva politica corruttiva che potrebbe portare allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

In un quartiere carente di opportunità educative fulcro delle batterie della criminalità organizzata e spesso luogo di manovalanza per la mafia e in una città così difficile per i giovani, i salesiani con Casa Giò cercano di dare di più a chi dalla vita ha avuto di meno.

La Comunità, che accoglierà in maniera residenziale dieci adolescenti feriti dai vissuti familiari, ragazzi che hanno bisogno di un recupero educativo, ma anche ragazzi stranieri non accompagnati, sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” che in Puglia è presente con altre tre comunità educative per minori nelle case salesiane di Bari, Cisternino e Corigliano D’Otranto. Sabato 17 luglio il Rettor Maggiore dei Salesiani, decimo successore di Don Bosco, don Ángel Fernández Artime ha presieduto la celebrazione a “Casa Giò”, impartendo la benedizione. Il Magistero ecclesiale così come quello salesiano ha fatto proprie le finalità del contrasto alle povertà educative, ribadendo la prioritaria attenzione nei confronti del mondo dell’infanzia la cui “tutela”, unitamente a quella delle “persone vulnerabili”, fa “parte integrante del messaggio evangelico che la Chiesa e tutti i suoi membri sono chiamati a diffondere nel mondo”. Il “paradigma dei diritti” delle persone di minore età e dei suoi ambiti principali (così come declinati nella Convenzione di New York), dà origine a progetti specifici, come quello di Casa Giò in grado di dare risposte significative ed efficaci a contesti di assoluto degrado come il Candelaro.

A pochi passi dalla casa appena inaugurata qualche anno fa fu sparato il nipotino di un boss. E quotidianamente nella piazza del Sacro Cuore gli educatori salesiani devono contrapporre ai messaggi negativi di adolescenti che inneggiano alle armi e devastano l’arredo urbano le parole di futuro, bellezza, cultura, condivisione. Riscatto.

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS, mutuando una frase di Giovanni Paolo II ha fornito il senso di Casa Giò: “Contro la criminalità organizzata noi dobbiamo organizzare speranza”.

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