Il volontariato, il fronte sommerso che combatte la pandemia

by Andrea Giotta

Un ruolo importante, imprescindibile quello giocato dal volontariato durante l’emergenza Covid19.

I volontari di tutta Italia, insieme ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari hanno formato un esercito che ha fronteggiato in vari ambiti la pandemia.

Aumento della povertà, i cosiddetti “nuovi poveri”, difficoltà economiche, sono solo alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato in negativo la vita sociale degli ultimi mesi.

Non solo cibo, prodotti igienici, abiti e sostegno economico, ma anche ascolto e conforto.

Tante le difficoltà cui gli italiani sono andati incontro durante questi mesi.

La didattica a distanza, ha forzato le famiglie a dotarsi di apparecchiature tecnologiche all’avanguardia, i cui costi non sono da tutti sostenibili. Ecco il “tablet sospeso” un’idea venuta a una mamma campana. A Meta, poco distante da Sorrento, Eugenia Di Leva, un giorno riceve una telefonata da un’altra mamma, che le chiede se avesse a disposizione un tablet in più. Eugenia scrive un post su facebook che diventa subito virale, computer ricondizionati e tablet donati si mettono subito al servizio di chi  non ha la possibilità di acquistarli.

In Toscana, a Lucca, un ristoratore è costretto a chiudere il suo locale, per rispettare i decreti emessi dal ministero. Gaio, il proprietario, però non si da per vinto e con molto altruismo decide di rimanere aperto il sabato per cucinare una ribollita o un piatto di crostini da offrire a chi vive per strada.

Purtroppo la crisi economica non ha lasciato scampo ad alcuni inquilini che hanno subito lo sfratto, come Elena, una donna residente a Cavallina, nel Mugello che, dall’oggi al domani, si è ritrovata per strada insieme al suo cane, su facebook è partita un appello per aiutarla a non patire il freddo.

A Potenza invece, si trasforma il pane avanzato in birra e il ricavato della vendita della bevanda serve per sostenere gli indigenti della città. Un esempio di economia virtuosa misto a solidarietà arriva direttamente dalla Onlus “Io Potentino”. Nello stesso capoluogo lucano Linda e  Salvatore, titolari di un bistrot, aprono la loro attività per metterla al servizio dei più bisognosi.

Molte persone, durante la pandemia, hanno perso il lavoro, una persona cara oppure, la solitudine ha bussato alla loro porta, entrando prepotentemente nella loro vita. In questa direzione è quanto mai necessario dialogare, parlare con qualcuno che stia li ad ascoltare. La Fondazione Soleterre di Milano ha messo a disposizione 500 psicologi pronti a mettere a disposizione le proprie orecchi e il proprio cuore.

A pochi chilometri da Torino nella cittadina di Carmagnola, alcuni volontari si sono ingegnati per offrire lezioni per la scuola, attività ludiche e creative per tutte quei ragazzi “speciali”. Ne è nato un progetto dal titolo NormalMente.

A Padova, che tra le altre cose è diventata la capitale europea del volontariato, è nato “Per Padova noi ci siamo ancora”, un progetto di mobilità, che ha coinvolto parrocchie, associazioni e enti del terzo settore, tutti insieme contro chi è emarginato, solo o ha bisogno.

Se tutte queste iniziative, nate dal singolo o dalla collettività riempiono il cuore e consentono di sognare in un periodo che può paragonarsi ad un incubo, i dati raccolti dalla Caritas in un rapporto hanno messo in luce come la povertà, negli ultimi 10 mesi, sia aumentata e anche di molto. A farne le spese, sono stati soprattutto i minori e le donne.

Gli avvocati di strada, durante tutto l’anno assistono gratuitamente da un punto di vista forense coloro che non possono sostenere le spese legali. Proprio  negli ultimi giorni dalla sede  di Bologna,  è stata lanciata la campagna #Mascherinasospesa che invita a donare dei dispositivi di protezione successivamente devoluti a chi vive per strada. Al rione “Sanità” di Napoli invece arriva il “Tampone sospeso”.

Le Rsa e le case di riposo per anziani sono state focolaio di contagi e in esse paura, preoccupazione e spavento non solo degli ospiti, ma anche dei loro parenti sono state all’ordine del giorno. Nel comasco, l’associazione “Un sorriso in più” ha deciso di avverare un desiderio di ognuno degli ospiti. Al signor Antonio, per esempio, è stato regalato un orologio che, si spera, segnerà ore di spensieratezza e tranquillità.  Sempre in un centro d’accoglienza per anziani nella provincia di Bologna, Luisa, che per tanti anni ha svolto la mansione di sarta ha cucito mascherine per i suoi “coinquilini” e per quanti ne avessero bisogno.

Chi lo ha detto che il covid avesse vita facile nel corpo degli anziani? La smentita arriva dalla Calabria e dal Trentino Alto Adige. Nella terra dei bronzi di Riace nonna Concetta, classe 1920, quindi venuta al mondo mentre imperversava la “spagnola” lo scorso aprile ha battuto il virus. Da record è il caso di Romana Gastaldelli, una donna che a giugno ha spento 104 candeline, in quel di Bolzano è guarita dall’infezione da Sars-cov-2.

In Puglia, a Bari, da inizio pandemia l’associazione InConTra, che da 10 anni, assiste homeless e famiglie indigenti, nel silenzio assordante della città chiusa dal lockdown, con un treruote, ha consegnato pacchi di generi alimentari a tantissime persone.

In questo viaggio ideale tra i buoni esempi dati dai volontari non si poteva fare capolinea nella capitale. A Roma, oltre a tutte le associazioni che, capillarmente si sono spese per combattere le più disparate necessità, non sono risultati inosservati dei medici attivi non in ospedale. Si tratta dei medici della Doctor for Human Rights. Con tutti i paramenti del caso i dottori si aggirano tra le singolari corsie della stazione Tiburtina, dove assistono i senza tetto che lì trovano rifugio. Non si può non parlare di ospedali se si parla di covid. A tale proposito in trincea sono tornati a combattere specialisti ormai in pensione come il dottor Schiantarelli di Pavia, le pediatre Raimondi e Giolla di Milano e il dottor Spolveri di Firenze, solo per citarne alcuni.

Il 5 dicembre ricorre la giornata internazionale del volontariato. L’augurio va a tutti coloro che hanno speso, spendono e spenderanno anche un minuto del loro tempo per aiutare chi ne aveva bisogno.

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