No Triv, perché il mare è ricchezza, non il petrolio

by Antonella Soccio
no triv

22mila addetti in provincia di Foggia sono occupati nel turismo balneare. Un dato che non può che rafforzare quelle forze nazionali e locali di resistenza contro nuovi progetti di ricerca, estrazione, stoccaggio, trasporto e raffinazione di idrocarburi liquidi e gassosi.

Le associazioni, dopo gli ultimi accadimenti sulle tre autorizzazioni per le perforazioni petrolifere nel Mar Ionio, poi ritirate e bloccate dal Governo, stanno ricercando ed attivando sinergie per un’azione comune No Triv. Enzo Di Salvatore del Coordinamento nazionale No Triv e il peschiciano Raffaele Vigilante della rete di associazioni No Triv stanno tentando di riunire gli intenti. Il tam tam mediatico è molto forte, le pagine social hanno un enorme coinvolgimento emotivo e politico.

NON SOLO MATERA CAPITALE DELLA CULTURA 2019

“Il petrolio è ormai una strada obsoleta di sviluppo per il Sud, bisogna partire dal fatto che l’Italia è una nazione a vocazione turistica. E il petrolio non è più sinonimo di ricchezza. Consideriamo che la Basilicata in questi anni non ha visto di molto migliorato il proprio reddito pro capite, anzi c’è un impoverimento collettivo. Nonostante operazioni mirabili, come Matera Capitale della Cultura 2019”, spiega Vigilante.

In questi anni, in Lucania, le associazioni che si sono opposte alle trivelle, come Ola, sono state messe a tacere.

Royalities

“C’era chi le considerava eversive. Se l’Eni sponsorizza alcune manifestazioni ci sono ricadute economiche solo per l’Eni. Il turismo e la pesca portano economia nelle tasche di tante persone. L’estrazione petrolifera porta economia per pochi. Ecco perché stiamo lottando per l’approvazione del piano delle aree non dannose. Per alzare le royalties e per rendere l’Italia meno attrattiva per le grandi compagnie petrolifere. In Italia le royalties valgono l’8%, negli altri stati siamo al 30%.

I rischi ambientali sono fortissimi, dei fisici della California University stanno studiando la correlazione tra le trivelle al largo di Ravenna e il terremoto del Centro Italia. L’Italia col referendum dell’aprile del 2016 referendum ha dato una risposta di indirizzo molto chiara. Non si perderebbero i 2 milioni di posti di lavoro, di cui si dice, perché l’Eni si sta convergendo nelle politiche ambientali, il prossimo loro grande business sarà la sostenibilità, il riciclaggio della plastica”.

Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga. 

Eugenio Montale

Coinvolgimento e sharing economy

Grazie all’attivismo dei No Triv e all’esposizione mediatica di politici come il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, il presidente della regione Calabria, gli assessori all’Ambiente di Molise e Marche molto è cambiato. Con loro anche il presidente del consiglio regionale del Veneto, Piero La Corazza ex presidente del consiglio regionale della Basilicata. Le Isole Tremiti sono meno attenzionate dai big delle trivelle.

“Manca la Campania nel Sud, in Sicilia sono molto attivi. Emiliano ha dichiarato che presto istituirà l’agenzia del mare. Un ente senza scopi di lucro e senza spese di gestione e gettoni, per lavorare sui temi quali la depurazione delle acque, le plastiche in mare e le estrazioni gassose. La cosa più importante oggi è portare l’emendamento regionale che vietava dell’utilizzo dell’airgun nella conferenza Stato Regioni. Dobbiamo dare supporto all’emendamento presentato da un parlamentare della maggioranza”.

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