Ex idroscalo Ivo Monti sul Lago Varano, le notti shakespeariane illuminano il futuro di un posto da sogno

by Antonella Soccio

Dove un tempo, ormai remoto, volavano sul pelo d’acqua gli idrovolanti Lohner in viaggio verso le coste dalmate, oggi l’arte, la musica di un pianoforte romantico e la leggiadria di un’acrobata sulla Luna atterrano, come in sogno, sulla riva del Lago Varano.

Le installazioni di luci sospese- delle meduse buone di uncinetto sottratte al fondo marino e un Caronte che traghetta bicchieri neanche mezzi vuoti, ma del tutto svuotati- rispecchiano sul lago le stelle e il buio di un paesaggio incontaminato.

L’ex idroscalo Ivo Monti a San Nicola Imbuti a Cagnano Varano, con le sue strutture abbandonate dal secondo Dopoguerra, è illuminato da un commovente rosso vermiglio nella quattro giorni di eventi, di spettacoli e cibo “a chilometro vero” di Vazapp e de La Bottega degli Apocrifi, finanziati da Regione Puglia, Psr, Parco del Gargano, Comunità europea e Comune di Cagnano.

Tre palchi e le balle di grano, che disegnano idealmente i cerchi concentrici formati da un sasso. “Lancia il sasso e fai vedere le mani” è il claim. Il format ideato dall’inventore dell’hub rurale Giuseppe Savino per la sua Cascina al bivio San Marco è stato riproposto tal quale all’ex idroscalo. Savino rivendica la sua capacità di sognare e di mettere in rete il cambiamento. Dove nessuno aveva mai osato immaginare un evento, lui insieme agli attori e registi degli Apocrifi ha portato i suoi giovani, le balle, lo spettacolo e una filosofia agricola, capace di piantare dei semi di speranza in un Sud desertificato e sempre più anziano. “Credere è fare, si sogna per svegliarsi. Si sogna per fare”, ha detto presentando una serie di produttori e offrendo cibo nella seconda giornata di “Mille di queste notti”.

Luigi Giordano di Carpino alleva pecore vicino a Cagnano e produce dei formaggi eccezionali. “Sono venuti da Foggia a dire svegliatevi, è solo grazie al movimento che si producono ricchezza e prodotti naturali”.

Gino Turco insegue la fortuna del lago e dell’acqua salmastra per i suoi pomodori datterini. Amelia Losito, contadina di terza generazione, dopo aver creduto in una vita al Nord è tornata in Puglia, per vinificare uve bio.

Domenico Prencipe con Casa Prencipe si è lanciato nella sfida di una pasta di grano pugliese fatta “di acqua, semola e aria di montagna” e ora sogna di trasformare la Valle di Carbonara a Monte Sant’Angelo, teatro di lupara bianca e faide, in una zona sede di un mulino di comunità insieme ai titolari degli appezzamenti di terreno. La pasta fresca ed essiccata non è ancora perfetta, ma la voglia di contrastare l’illegalità è tanta.

Michele Solimando, artigiano della birra, ha fatto del grano il suo ingrediente principale. Giovanni Terrenzio, numero uno del Consorzio per la Bonifica Montana ed imprenditore del pomodorino, crede nella valorizzazione dei prodotti del Sud, “venduti fuori in maniera anonima”, per private label e marchi commerciali. L’obiettivo di accorciare la filiera è reale all’ex idroscalo, l’aperitivo del contadino è leale e sincero.

Il Lago non è un terreno di pianura, la struttura militare e l’incanto dello spazio lacustre immobile e misterioso rendono quasi eccedenti e accessori ogni altra architettura effimera e ogni altro evento teatrale e culturale costruiti attorno. Il pubblico, che sta regalando il sold out ad ogni serata, desidera semplicemente stare e godere dell’incanto naturale che vive attorno a sé. Tuttavia l’operazione artistica è straordinaria, perché ha permesso di immaginare cosa possa diventare questo luogo, solo di recente “smobilizzato” dal Ministero della Difesa.

Il sindaco Claudio Costanzucci, che per due anni è stato il reggente del Parco del Gargano nel lungo periodo di vacatio della presidenza, è consapevole del grande lavoro che è stato fatto in questi giorni.  

“Mille di queste notti è la dimostrazione che questo luogo è suggestivo e straordinario- dice a Bonculture in riva al lago- Anche per noi che lo conoscevamo, lo stiamo guardando con occhi diversi. Quest’area è un’area militare, è di proprietà del Ministero della Difesa e ringraziamo il Ministero di averci autorizzato anche in tempi molti ristretti a questi eventi, insieme all’Agenzia del Demanio. Essa dimostra già delle potenzialità enormi, siamo sul lago a pochi chilometri dal mare, uno scenario che basta guardarsi intorno per provare meraviglia”.

Perché gli spettacoli non hanno utilizzato l’architettura dell’idroscalo come ad Agrigento? Non era un’occasione imperdibile per appropriarsi di un luogo inibito per decenni?

“Ci siamo dati dei paletti, le strutture sono all’interno pericolanti e dentro non bisogna accedere, le abbiamo illuminate e ringrazio tutto il gruppo di Vazapp e della Bottega degli Apocrifi, hanno fatto un lavoro straordinario. Rianimare questo luogo per noi di Cagnano è motivo di orgoglio, perché dà a questo luogo la bellezza originaria. Siamo impegnati nel bando, ma nel frattempo noi faremo di tutto per portare arte e spettacoli. L’impatto è contenuto, hanno messo un numero chiuso, ci sono le balle di fieno, i gazebo, tutto in maniera ecocompatibile”.

Cos’è questo luogo per i cagnanesi? “Entravano di nascosto, quando passavo da bambino per andare al mare, c’era sempre la fantasia di capire com’era all’interno. Sono diventato giovane e poi adulto e ora quasi anziano e non avevo mai avuto la possibilità di visitarlo. Rispettavo il divieto, da sindaco ho fatto un sopralluogo”.  

Da sindaco cosa sogna per l’ex idroscalo? Un resort? In tempi di polemiche su Costa Ripagnola, la parola resort è forse un affronto? Il sindaco non si nasconde dietro le parole. “Non c’è una differenza tra i territori: nel bando si parlerà di quello che è già scritto nel protocollo. Questa dovrà essere una struttura turistico ricettivo, ma la differenza tra Cagnano e altri luoghi è che qui la riqualificazione sarà a consumo zero, noi non andremo ad aggiungere. L’obiettivo sarà quello di mantenere la bellezza architettonica di strutture che hanno più di 100 anni, senza immaginare edifici costruiti con miliardi di lire, come Baia dei Campi o Agropolis e rimasti lì inutilizzati da sempre. Si può viaggiare con la fantasia, ma è inutile sprecare soldi pubblici, c’è da fare una variante urbanistica per riqualificare anche la zona del mare e dell’istmo”.

Costanzucci è un preside e ha vissuto per 4 anni sul Lago Maggiore, conosce i ritmi del turismo lacustre. “Ci deve essere una visione. Il turismo lacustre prevede dei flussi, il Lago Maggiore da marzo fino ad ottobre è preso d’assalto non solo dai milanesi, ma dagli svizzeri e dagli austriaci”.

Cagnano non ha mai sviluppato l’enorme potenziale del turismo enogastronomico, con la sua cozza di lago, priva del presidio Slow Food, ma amatissima in Francia.  

“Abbiamo enormi quantitativi di prodotto, ma manca ancora la trasformazione”.

Chi verrà sul Lago Varano una volta realizzato l’albergo dall’austero ed elegante razionalismo militare? Le notti shakespeariane hanno dimostrato che si può star col naso in su a mirar acqua e stelle.

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