La Puglia delle Terre Francigene e del sistema dei Cammini. Aldo Patruno: “La prossima sfida sono gli itinerari della fiaba”

by Antonella Soccio

Foggia può rientrare nel sistema dei Cammini e nelle Terre Francigene? Per oltre quattro ore la Commissione Ambiente e Territorio del Comune di Foggia guidata dal suo presidente ingegner Giovanni Quarato e dal consigliere e componente Francesco D’Emilio con l’ausilio di docenti ed esperti come il prof Renzo Infante, la presidente del CAI Foggia Caterina Forcella e il camminatore Michele Del Giudice hanno dibattuto su documenti, sulle testimonianze storiche degli antichi pellegrini e sulle tracce del passaggio dal capoluogo dauno, crocevia di pastori con due pellegrini per santi patroni.

Quando è arrivato il Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia Aldo Patruno, massimo esperto di cammini e componente del direttivo delle Associazioni Europee della Via Francigena, la platea di appassionati si è animata e ha parlato con lui per tantissimo tempo anche dopo la chiusura del convegno, presentando aneddoti, beni culturali da valorizzare come gli ipogei, percorsi poco battuti.  

La Puglia non è solo la Via Francigena e Troia non ha sostituito Foggia, nessuno scippo dunque. Esistono al Sud tante interconnessioni, non c’è un solo cammino. La mappa della Puglia è interamente coperta da cammini. Quando il consiglio di Europa ha accettato di prolungare la Francigena da Roma al Sud si è fatta una scelta: si è scelto l’Itinerarium Burdigalense nel quale il pellegrino di Bordeaux sbarca ad Otranto e fa l’asse della Via Traiana, un itinerario datato 333 e assai più antico di quello di Sigerico, scelto per il Nord.  

Quel primo documento di viaggio passa da Aece, la vecchia Troia.

“La Francigena è uno dei Cammini del Sud. L’Appia e la Francigena, che coincide con la Via Traiana, sono le due aorte, i due grandi assi da cui partire e dai quali si innerva un sistema di cammini tematici religiosi, naturalistici, si possono immaginare i cammini della pietra, della transumanza, della luce”, ha detto in esordio il direttore Patruno.

NELLE TERRE FRANCIGENE

“Perché oggi discutiamo di Francigena? Perché oggi tante persone sono riunite da questo tema? Perché città come Taranto chiedono in un ordine del giorno del Consiglio regionale di essere incluse nella Francigena? Perché questo dibattito è così appassionato? Perché oggi possiamo parlare istituzionalmente di Via Francigena, quando mi sono insediato la Francigena era una via teorica le Associazioni non ritenevano degne le regioni del Sud. La Regione Puglia si faceva rappresentare da un consulente, oggi ci sono io, la Regione ci ha messo la propria autorevolezza. Tra la Puglia e Roma c’era di mezzo il Lazio e la Campania la regione più disinteressata al tema. La Puglia si è assunta la responsabilità di metterci proattività e si è fatta carico di caricarsi la croce. Io penso che il grande limite del Mezzogiorno e dell’Italia è la resistenza delle regioni a fare squadra e fare sistema tra loro, ma quando le Regioni del Sud lavorano insieme non ce n’è per nessuno”.

Da Canterbury a Leuca finibus terrae. Oggi si parla dunque di sistema integrato dei cammini e degli itinerari, le South Cultural Roads, costellate da tanti altri percorsi, chiamati nel gergo tecnico “diverticoli”. Un termine che non piace certo a molti, ma che fa comprendere come le strade fossero tante. E tra le tante c’è anche Foggia-Siponto, per arrivare alla Grotta di San Michele. Un percorso che però, come è stato ribadito anche al Palazzetto dell’Arte deve essere ancora ben disegnato, i pellegrini e i camminatori e i “cittadini temporanei” non possono certo camminare su strade ad alta percorrenza asfaltate. Il cammino deve adeguarsi agli standard.

LE CONNESSIONI

Il Finibus terrae, nel progetto regionale, non è la fine della Francigena, ma il ponte verso l’Oriente e verso l’Africa. Del resto pezzi di Francigena coincidono con la Via della Seta.

In tal senso all’ultima Bit di Milano, la Regione Puglia ha presentato quattro linee di prodotto alternativi su cui intervenire: Sport e benessere; Paesaggio e natura; Cibo ed Enogastronomia; Patrimonio culturale materiale ed immateriale. Ebbene tutte e quattro gli assi, secondo Patruno, si sposano perfettamente con la filosofia turistica dei cammini, il pellegrino è colui che attraversa un paesaggio agreste, un paesaggio unico in cui gustare i piatti della tradizione millenaria e identitaria dei luoghi.

La Puglia non è la regione dei grandi attrattori culturali, non ha Pompei, non ha Venezia, ma ha un sistema diffuso di piccoli e medi attrattori che si possono mettere in rete proprio grazie ai cammini. E ad aprile 2020 tutti quanti saranno certificati in maniera definitiva.

Una sfida raccolta dalla Regione è quella di individuare degli altri cammini attraverso la suggestione delle Vie della Fiaba, di cui si è discusso nel recente convegno glocal.

Su questo e altri temi noi di bonculture abbiamo rivolto alcune domande al Direttore Aldo Patruno.

Direttore, come saranno gli 11 itinerari della Fiaba in Puglia e Basilicata? Ci sono già delle tappe o sono ancora tutti da costruire partendo dalla suggestione del Cunto dei Cunti di Giambattista Basile?

Ci siamo concentrati sull’approfondimento scientifico ed accademico di questo tema e in questo senso la collaborazione con la Treccani è particolarmente preziosa. Massimo Bray si è appassionato, usciranno con la monografia su Giambattista Basile a brevissimo. La Treccani ci darà una grande mano per istruire il percorso per il riconoscimento Unesco della Fiaba. Sulla base di questa ricognizione, con il grande convegno a Roma nel maggio 2019 e a Bari, si è cominciato ad ipotizzare 11 percorsi tematici, che però hanno alla base la comunione di alcuni elementi, che tornano sempre seppur declinati attraverso i dialetti e le tradizioni diverse. L’idea è recuperare la fiaba orale, non la fiaba scritta come genere letterario, ma quel racconto che si tramandava di padre in figlio, meglio di madre in figlia o nipote, nel racconto attorno al focolare. Da lì vogliamo arrivare al mito e al tema delle connessioni con la mitologia greca. Sarà questa l’idea da candidare ad un Interreg Italia Grecia, abbiamo già parlato con i nostri amici greci.

La professoressa Laura Marchetti ha parlato molto dei fari e dei porti.

In uno degli Interreg abbiamo da un lato lavorato alla rete degli ostelli, finanziando un ostello per provincia per cominciare a metterli in rete e costruire un modello da replicare a livello ampio sui territori sui cammini o dove ci siano degli immobili pubblici dismessi da valorizzare e dare in gestione per l’ospitalità lenta e dolce, dall’altro abbiamo lavorato sulla rete dei fari, torri ed edifici costieri. Anche qui li abbiamo messi in rete e a valorizzarli per farne dei presidi per il tema dei cammini via mare. Oggi la sfida è partire con un pulmino, perché questo sarà lo strumento, e percorrere i cammini, per verificarli rispetto all’ipotesi presenti nel libro Le strade della Fiaba per cominciare a segnarli sul campo. Per georeferirli, verificarne la percorribilità, la fattibilità, cominciare a verificare la presenza di servizi connessi e adeguati alla percorribilità degli itinerari e costruire una grande rete che mette insieme Puglia, Basilicata e Campania. E che scavalla l’Adriatico e arriva in Grecia, recuperando il tema dei fari e degli edifici costieri, masserie, iazzi. È chiaro che adesso si aggiunge con il riconoscimento alla transumanza il tema dei tratturi. E i tratturi hanno una connessione fortissima con la fiaba, perché le storie orali si raccontavano nelle storie di transumanza.

Ho fatto il punto con la prof Laura Marchetti: pensavamo di mettere in rete tutta una serie di soggetti che si occupano di fiaba attraverso il teatro, la musica, la danza e il folklore e costruire un calendario di eventi lungo questi ipotetici itinerari della fiaba per cominciare a dare sostanza ai cammini. Un’altra idea è quella dei nidi della fiaba. Uno degli output del progetto sono i nidi della  fiaba appunto, andremo in missione a Torino un modello che la Ferrero, Nutella, ha elaborato per i propri dipendenti nell’ambito del paesaggio piemontese, studieremo questo modello e Ferrero potrà essere interessata anche a finanziare questo tipo di operazione  in altri territori.  

Gli altri passi sono attivare subito un percorso per il riconoscimento Unesco, ci vedremo entro marzo con Bray e gli altri promotori con il coinvolgimento del Ministero dei Beni Culturali. È un processo lungo, ma vogliamo dare un riscontro concreto.

Le 4 linee di intervento che avete presentato alla Bit: quanto il pezzo mancante del Psr ha influito negativamente nella costruzione di alcuni percorsi, soprattutto nell’identità del turismo enogastronomico o anche nei cammini paesaggistici?

Paesaggio e enogastronomia sono profondamente connessi con il tema dell’agricoltura, ho sempre parlato col collega Nardone, sin dal principio, della necessità di costruire progetti di agricultura  perché la connessione di certi investimenti che hanno fatto i Gal e i nostri con i Sac, gli agriturismi esiste, l’agricoltura non può non confrontarsi col turismo. Non siamo riusciti granché, anche perché le problematiche connesse al settore dell’agricoltura sono diventate prevalenti.

Quella stagione entusiasmante di Masserie didattiche è finita?

No, le masserie didattiche sono un nostro partner privilegiato ad ogni Bit, non c’è fiera in cui non ci siano le masserie. Quest’anno in Bit è stato meraviglioso perché hanno coperto tutti e tre i giorni con i laboratori di orecchiette frequentatissimi e ogni giorno hanno dedicato il percorso di show cooking ad un’area territoriale. Hanno cominciato col Gargano, hanno continuato con la Murgia per finire al Salento. Il successo è stato clamoroso.

Cosa avete in mente per valorizzare l’Arcangelo Michele? La Francigena resta un percorso mistico. Avete in mente un grosso evento per la figura dell’angelo?

Lì posso dire che stiamo lavorando con il sindaco di Monte Sant’Angelo con i sindaci dei Comuni che hanno santuari importanti, si riuniranno di nuovo a maggio per Michael il festival a Monte, per costruire una associazione europea della via michaelica. L’idea è di portare un itinerario al Consiglio d’Europa per un riconoscimento europeo. I sindaci coinvolti e i rettori dei santuari hanno stretto un’alleanza fortissima, che porterà risultati interessanti. Come Regione stiamo accompagnando questo percorso.

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