Pizza Sleep, il B&B con gli oggetti del pizzaiolo come complementi d’arredo. «La napoletanità è calore umano che rimane e va oltre l’accoglienza»

by Michela Conoscitore

Quando si racconta Napoli è facile cadere nella banalità e nel pregiudizio. Il capoluogo campano è una città dalla forte personalità, difficilmente si rimane impassibili a ciò che riesce a trasmettere, comunque bisogna avere una mente aperta e un cuore appassionato. Napoli non parla a chi non sa emozionarsi, a chi non presta attenzione alla vita che scorre tra i suoi vicoli, e al suo popolo con un’identità irrimediabilmente lavica e prorompente. È proprio la gente una delle ricchezze di Napoli che, negli ultimi anni, da quando la città è diventata una delle mete più richieste dal turismo internazionale ha cominciato a dare un volto nuovo al proprio territorio, per andare avanti e dimenticare pagine vecchie, trasformarle in tristi ricordi, in carte e cartuscelle come diceva Pino Daniele.

Napoli è soprattutto i suoi giovani, che sempre più stanno decidendo di non abbandonare la loro casa e invece di scappare, provare a costruire. Da cinque anni una delle realtà di successo della città ha sede nel quartiere di Montesanto, poco distante dalla centralissima Piazza Dante. Ci si addentra nei vicoli e si sbuca, dopo una breve salita, in Piazzetta di Sant’Alfonso e Sant’Antonio a Tarsia. Dopo aver ammirato la splendida facciata barocca della chiesa, di fronte troverete Attilio Masucci ad accogliervi presso il B&b Pizza Sleep, che gestisce con la sorella Maria. La struttura è unica, la prima al mondo ad aver concepito i propri ambienti intorno al simbolo per eccellenza di Napoli, la pizza.

Una storia, quella di Attilio e Maria, che parla di due ragazzi che hanno creduto nella loro città e nelle sue potenzialità, e oggi il loro B&b è tra i primi tre del capoluogo partenopeo ad essere scelto da una clientela internazionale, attirata oltre che da un concept intensamente identitario anche dalla disponibilità e gentilezza dei proprietari. Attilio ci racconta dell’impresa Pizza Sleep con entusiasmo, il suo sguardo è illuminato dalla passione che mette nel suo lavoro e dall’impegno che ammanta ogni oggetto del suo B&b. Peculiarità di Pizza Sleep, infatti, è l’arredo creativo dell’intera struttura ottenuto riconvertendo oggetti industriali, provenienti dalle pizzerie napoletane, in complementi d’arredo. “Non ci dormo la notte per pensarle!”, ci ha confessato Attilio ridendo. Quel che colpisce è la cura, quasi maniacale, dei particolari. Nulla è lasciato al caso, così come l’attenzione al benessere del cliente, accolto con calore come se fosse in famiglia.

Altro punto di forza della filosofia imprenditoriale di Attilio è credere nelle sinergie, insieme ad altri si può dare vita a progetti vincenti e necessari per Napoli. Così insieme ad altri amici come la guida ambientale Frank Damiano e il giovane fotografo Ciro Pipoli, Attilio Masucci da tempo sta mettendo in moto un circuito virtuoso per rendere ancora più brillanti i mille colori della sua città.

bonculture ha proseguito la sua chiacchierata con Attilio per scoprire la storia di Pizza Sleep:

Attilio come nasce l’idea di Pizza Sleep?

Mi ero appena laureato in Graphic Design, i miei amici continuavano a lasciare Napoli per lavoro. Io volevo invertire questa tendenza dell’andare fuori Napoli perché non si trova occupazione. Così ho deciso di crearmi una posizione lavorativa. La mia famiglia aveva questa casa nel quartiere di Montesanto, inutilizzata, che si stava deteriorando e abbiamo pensato di riconvertirlo in B&b. Però ci voleva un’idea nuova, fresca, creativa che potesse fare la differenza. Fino a quando un giorno non andai da Ciro Salvo, nel suo 50 Kalò e vidi una signora portar via una pizza in una confezione dal packaging accattivante. Il giorno dopo andai a registrare il dominio pizzasleep.it. Fu una scommessa, non ero ancora sicuro sarebbe stato quello il nome ma iniziai ad elaborare idee intorno al concetto ‘pizza’, tutto quello che avrebbe animato il futuro B&b. Avevo pensato di riconvertire gli oggetti che aiutano il pizzaiolo nel suo mestiere per farne complementi d’arredo. Da lì io e Maria, mia sorella, abbiamo iniziato la caccia al recupero di questi oggetti.

Infatti la peculiarità del vostro B&b è aver recuperato questi oggetti ‘industriali’ e averli trasformati con creatività in tavoli, conserve di pomodori in vasi o le pale per infornare le pizze in comodini. Come siete riusciti a recuperarli?

Ogni oggetto della nostra struttura ha la sua storia, io e Maria all’epoca andavamo in giro su una Vespa nera, carichi di roba. Dal giro delle pizzerie abbiamo recuperato di tutto, altre cose non mi vergogno a dirlo le ho recuperate abbandonate vicino alla spazzatura come l’insegna del caffè posta in una delle tre stanze, che io oltre a trovarla fantastica la vedo anche diversa come oggetto d’arredo. Anche per la grafica, è tutto originale, frutto del mio lavoro e di una collega cinese, Guan Le, conosciuta durante il mio percorso di studi a Frosinone. In quel periodo decisi di farle conoscere Napoli, fu mia ospite e si innamorò della città. Quando qualche anno fa le chiesi di aiutarmi nel progetto Pizza Sleep, lei mi omaggiò della grafica in ricordo di quei giorni napoletani che le regalai. Inoltre, nei quadri del B&b oltre a frasi del nostro slang, ci sono anche i numeri che simboleggiano Napoli come il tre che sono i nostri vulcani, 448 le chiese, anche queste sono particolarità uniche della nostra struttura. Non volevo che il mio format fosse standard, senza personalità.

Tutto in Pizza Sleep riconduce alla napoletanità. Mi daresti una tua definizione?

Bellissima domanda! In realtà per me la napoletanità è un qualcosa che non si può descrivere, perché proviene dal cuore, è un qualcosa che si sperimenta trascorrendo del tempo in città Con i miei ospiti provo a trasmetterla soprattutto con i piccoli gesti. Essere napoletano va oltre il concetto di accoglienza, è un modo diverso di costruire un rapporto che non si ferma soltanto al soggiorno presso la nostra struttura. È calore umano che rimane, difficile da spiegare.

Il periodo pandemico che stiamo tuttora vivendo ha pesantemente colpito il settore turistico. Napoli è una delle città d’arte che ha pagato un prezzo molto alto in termini di disdette e presenze dimezzate. Come si è ripercossa la pandemia sulla vostra struttura e com’è andata la scorsa stagione estiva?

Lo stop dovuto al lockdown non credo riusciremo mai a recuperarlo. Inoltre, le leggi regionali sono molto datate, perchè come B&b non abbiamo la possibilità di aprire una partita IVA e tantomeno essere associati ad un codice Ateco. Quindi non siamo rientrati in alcun provvedimento di finanziamento o ristoro statali, non possedendo un’identità fiscale. Per fortuna il periodo estivo è andato bene, sia italiani che europei sono tornati a viaggiare, scegliendo Pizza Sleep per il loro soggiorno. Tutto questo è frutto del duro lavoro svolto gli scorsi anni, che ha permesso alla struttura di essere tra i primi tre B&b a Napoli sulle maggiori piattaforme online internazionali di strutture ricettive, da TripAdvisor a Booking dove da cinque anni abbiamo come voto un 9.8 costante. Col nostro impegno stiamo puntando al 9.9 che ci renderebbe unici.

Dal punto di vista turistico cosa vedi nel futuro di Pizza Sleep e della tua città?

Nel futuro della nostra struttura vedo una crescita costante, graduale, e sana trasformando il nostro impegno in esperienza, stiamo pensando di aggiungere anche altre strutture al nostro circuito. Per quanto riguarda Napoli, molto dipenderà dalla giunta comunale che si è appena insediata, bisogna capire quale sarà il loro concetto di turismo. Napoli è una città in crescita, non ha bisogno di pubblicizzare le proprie bellezze perché lo fanno già da sole. Secondo me, oltre a pubblicizzare la città, bisognerebbe promuovere anche il ritorno dei giovani a Napoli e quindi creare lavoro.

Cosa potrebbero fare Regione e Comune per incentivare non solo il turismo ma anche i giovani a rimanere?

Io partirei dalle cose più semplici, dare un’immagine della città sempre più forte, competitiva e renderla palcoscenico di eventi importanti a livello internazionale. Il Fuori Salone può essere accolto anche a Napoli, non solo a Milano, basta con la concezione che appuntamenti come questo possono organizzarsi soltanto in determinate città d’Italia. La zona vesuviana e la costiera sorrentina sono ricche di arte e bellezza, e fornirebbero scenografie uniche al mondo. In passato la nostra città ha già ospitato eventi simili, basta ricordare l’America’s Cup e le Universiadi che hanno creato molta risonanza a livello internazionale. Senza dimenticare il potenziamento dei servizi, ciò è fondamentale.

Michela Conoscitore

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