Un ristorante alle Reali Poste degli Uffizi: ritorna nei piatti il clima risorgimentale dei ferventi spiriti intellettuali che sognavano la Nazione

by Valeria Nanni

Succede a Firenze che l’Italia è riunita in un piatto gustoso. Sarà servito su una mensa di colori e forme con l’ascolto di cultura in filodiffusione. Sembra questo il progetto ultimo delle Gallerie degli Uffizi che hanno presentato alla stampa la fine del restauro degli spazi una volta occupati dalle Reali Poste, ai tempi di Firenze Capitale. Questi stessi spazi accoglieranno un ristorante dove i turisti, muniti di biglietto per il museo, potranno ritrovare piatti della tradizione toscana ma anche eccellenze regionali di questo nostro Paese variegato anche nel gusto culinario.

“Oggi ammiriamo il lavoro di recupero degli spazi simbolo dell’Italia unita, con i suoi colori originari, la cupola sovrastante finalmente liberata e la torre della zecca parzialmente visibile”. Ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. “E a chi si chiede perché ci sia la necessità di creare un altro ristorante posso rispondere che questo è un servizio molto richiesto”. E ancora “come tutti i più importanti e grandi musei del mondo, anche gli Uffizi saranno dotati di punti di ristoro adeguati al numero di visitatori”. Oltre al già attivo bar della loggia al secondo piano del museo, ad accogliere la domanda turistica ci sarà il ristorante nelle Reali Poste. Infine di fronte ad esso sull’altro lato del museo ci sarà anche una pasticceria, e poi un altro bar sorgerà all’ingresso degli Uffizi, dove i flussi di interata si incrociano con quelli di uscita. Dunque ben quattro punti di ristorazione.

“Arte visiva ed enogastronomia sono fortemente collegate – continua Schmidt – L’atrio di questi ambienti appena restaurati avrà la funzione di diaframma tra la collezione del museo e il punto di ristorazione. Ospiterà perciò a rotazione un singolo dipinto proveniente dai depositi del museo oppure recenti acquisizioni”.

L’architettura dello spazio delle Reali Poste suggerisce il clima risorgimentale, quello dei ferventi spiriti intellettuali che inneggiava al concetto di Nazione del tutto nuovo e sognato per l’Italia. E in quel tempo Firenze ricoprì un ruolo di primo ordine anche se per poco, rivestendo i panni di capitale d’Italia. Entrando oggi negli spazi delle Reali Poste si respira ancora quell’aria, buttando l’occhio sulle colonne in ghisa finemente decorate a rilievo, percependo le trasparenze della cupola sovrastante, immersi in colori tenui del bianco, rosa e verde a decorazione delle pareti. Un’architettura orgogliosa che usava materiali e accostamenti all’avanguardia per l’epoca.

Il recupero degli spazi delle Reali Poste ha permesso anche di riportare in vista alcuni elementi dell’edificio a torre medievale usato come Zecca, lì dove veniva coniato il fiorino e inglobato da Vasari nella fabbrica degli Uffizi voluta del duca Cosimo I de Medici nella seconda metà del ‘500. Quello era infatti un luogo fin troppo caro ai fiorentini, quasi un portafortuna economico e non eliminabile nel progetto di creazione dell’attuale Piazzale degli Uffizi che invece richiese l’abbattimento di un intero quartiere pieno di taverne di gente di malaffare, chiamato quartiere della baldracca. Oggi la cupola trasparente del salone delle Reali Poste lascia ammirare un lato esterno della torre della zecca esterno. Mentre in alcuni ambienti secondari sono resi visibili dai lavori di restauro un portale con stemmi dell’Arte di Calimala, e dell’Arte del Cambio, un architrave con un’iscrizione. Grazie ad elementi in vetro trasparente posti sul pavimento sono visibili le fondamenta della torre con tipiche buche pontaie. Visibile in una stanza, sempre attraverso una lastra in vetro trasparente sul pavimento, è la base della cassaforte della zecca dove venivano conservati i fiorini d’oro. Una sorta di antenato del nostro bacomant.

“Ho ben chiaro il valore di questa città nel sistema della cultura italiana – lo ha detto il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano presente alla conferenza stampa di presentazione del progetto – E gli Uffizi sono la punta di lancia di questo sistema. L’immaginario italiano nel mondo rinvia a questa regione. Ho scritto la biografia di Prezzolini che mi ha impegnato per 8 anni, ho approfondito le avanguardie culturali dell’800 che si sono svolte in questi luoghi. Proverò a venire a Firenze una volta al mese per risolvere quelle gru che qualcuno ha lasciato languire. Sulla mia scrivania c’è la cartellina Firenze. La corretta interpretazione dell’articolo 9 della Costituzione è che il bene della Nazione, la bellezza, deve essere promossa. La bellezza è anche una grande opportunità e bisogna predisporre il sistema nazione a tutto ciò. Dovrò fare in 3 mesi quello che non è stato fatto il 10 anni”.

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