Aspettando il Teatro Piccinni di Bari: i preparativi, i metri di stoffa avanzati e i tre giorni di festa

by Lia Mintrone

Trenta metri di pregiata stoffa damascata ‘ rosso Piccinni’. Chiamarli scampoli sarebbe riduttivo, ma tant’è. Questo misurano le matasse avanzate dal decoro interno del Teatro Piccinni, trenta metri di bellezza tutta da accarezzare e da far scivolare sotto le mani per il piacere della vista e del tatto. Ed è anche a questo tesoretto che stanno lavorando a Palazzo di Città.

Cosa se ne fa? Qualche metro certamente andrà conservato in soffitta in caso di eventuali strappi e rattoppi, ma il resto va riusato. In tempi di riciclo, tutto si trasforma. In merito arrivano spifferi da Palazzo che parlano di una grande sorpresa per la città e che vedrà protagonisti proprio i baresi. Si era sussurrato di addobbi damascati in una via centrale della città così come di particolari cadeau per le signore. Ma non vi aspettate abiti in stile Gattopardo.

Certo è che qualcosa accadrà e si scoprirà nel pomeriggio del 4 dicembre. E già, perché l’Assessorato alla Cultura e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, hanno deciso di far salire a tre i giorni dei festeggiamenti per la riapertura del teatro barese , una tripletta dal 4 al 6 dicembre all’insegna della musica, dello spettacolo e ovviamente del teatro. E se il 4 dicembre sarà la giornata della sorpresa, il 5 dicembre sarà quella della politica con  l’arrivo a Bari del Ministro ai Beni e alle Attività Culturali, Dario Franceschini. Per lui concerto dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli che eseguirà una sinfonia inedita di Piccinni. A seguire, per tutte le persone che non saranno riuscite ad entrare nel teatro, una jam session di jazzisti baresi.

Il 6 dicembre, ultimo giorno della tripletta dei festeggiamenti e festa di San Nicola, nel teatro di corso Vittorio Emanuele è in programma una non stop di concerti e uno spettacolo di prosa dedicato a Eduardo De Filippo eseguito da attori baresi. E sarà questo il vero azzardo della tre giorni, baresizzare un’icona del teatro napoletano. Una vera prova di coraggio, sia per gli interpreti che per gli organizzatori. Staremo a vedere.

E per chiudere, due curiosità. Inizialmente, il Teatro Piccinni, si sarebbe dovuto intitolare a Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, moglie di Ferdinando II delle Due Sicilie. Ma l’Arciduchessa austriaca si indignò a tal punto da proibire che il suo nome fosse accostato a un luogo mondano. Così, nel 1855 il teatro fu intitolato al compositore Niccolò Piccinni, nato in una piccola casa di Bari vecchia affacciata su piazza Mercantile. Ma Piccinni, nella sua città natale, non ebbe né trionfi né ricchezza. Ci pensò Parigi a ricompensarlo, basti pensare che sulla facciata dell’Opérà, il tempio della musica francese nel mondo nato dal progetto di Charles Garnier, uno dei busti bronzei della facciata ritrae proprio il musicista barese. Quando si dice Nemo propheta in patria.   

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