«Con la Repubblica romana per la prima volta le persone scendono in piazza, votano, combattono». La Roma senza Papa del 1849 nella lezione del prof Banti

by Anna Maria Giannone

È il 1849 quando, in una Roma senza Papa, prendeva forma il sogno di una repubblica democratica. La storia della presa del potere, al centro del ciclo delle Lezioni di Storia ideate dagli Editori Laterza in coproduzione con la Fondazione Musica per Roma, ha toccato domenica 25 aprile una delle pagine più significative e accese del Risorgimento italiano, la prima e ultima esperienza di governo di Giuseppe Mazzini.

Nel cammino impervio e complicato verso la democrazia del nostro paese, la seppur breve esperienza della Repubblica romana ha significato la prima sperimentazione di una politica partecipata, costruita sull’iniziativa popolare e sul suffragio universale. A raccontare come ci si arrivò e con quali effetti sulla costruzione della nazione italiana, in streaming dal Teatro Verdi di Firenze, Alberto Mario Banti, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Pisa, nella lezione on line sulla piattaforma AuditoriumPlus. A introdurlo, come sempre, Paolo Di Paolo, con lui anche nella sessione live sui social di Laterza e Auditorium.

Professore da dove parte la sua narrazione di questa “presa del potere”?

La mia lezione parte con le voci del coro che aprono “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi, un’opera lirica che viene messa in scena per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 27 gennaio del 1849. Quella di Verdi è un’opera molto militante e si i comprende, analizzando le vicende di quel periodo storico, il motivo per cui possa essere stata messa in scena per la prima volta in quel momento a Roma. Parto da lì per andare a ritroso, in un flashback in cui racconto quello che è successo nei mesi precedenti.

Centrale in queste vicende è la posizione di Papa Pio IX.

Il punto fondamentale è comprendere come mai a Roma nel 1846 viene eletto un Papa osannato e amato come una star, in città e in tutta la penisola, dai militanti del movimento Risorgimentale, moderati, di destra, di sinistra senza distinzioni. Poi qualcosa fa precipitare la situazione, che si capovolge fino all’uccisione del Primo Ministro di un governo nominato dal Papa e alla fuga dello stesso Papa da Roma. Nel corso della lezione provo a spiegare come si arriva a questa situazione e alla proclamazione della Repubblica, una cosa impensabile anche solo fino pochi mesi prima.

Cosa spinge Papa Pio IX a questo repentino cambiamento di posizione rispetto alle idee risorgimentali?

Quando scoppia la Prima guerra di Indipendenza un corpo di spedizione volontario parte dallo Stato Pontificio con l’idea iniziale di fermarsi ai confini, non entrando nella Valle Padana per combattere con l’esercito del Regno di Sardegna. In realtà i volontari, sotto la guida di figure come D’Azeglio e Durando, non si fermeranno e combatteranno fianco a fianco dei soldati del Regno di Sardegna contro gli austriaci. A quel punto cambia tutto. Il 29 aprile del 1848 Pio IX fa un discorso ai cardinali in cui si sgancia dal movimento risorgimentale, sulla base di una serie di considerazioni ma soprattutto sulla più intuibile e semplice: Il Papa è tale tanto per i cattolici italiani quanto per gli austriaci, non può prendere le parti degli uni contro gli altri. Per questo prende le distanze da questa guerra, avviando una spaccatura con il movimento risorgimentale che porterà, il 15 novembre successivo, all’uccisione di Pellegrino Rossi, politico di spicco del governo che Pio IX aveva formato durante l’estate, e poi alla crisi del potere del Papa.

Uno scenario simile non era inizialmente prevedibile?

Pio IX aveva carezzato l’idea di poter costruire un sistema di rapporti diplomatici con il Regno di Sardegna ma non aveva previsto che si arrivasse alla crisi internazionale nel 1848 e che, addirittura, potesse scoppiare una guerra contro l’Austria. D’altro canto, nessuno nel 1847 avrebbe potuto immaginare che ci sarebbero state rivoluzioni a Parigi, Berlino, Vienna, Praga e anche a Milano e Venezia. Quando Pio IX si trova davanti alla questione politico militare non può che tirarsi fuori, e là il suo mito si infrange.

Venendo al triumvirato alla guida della Repubblica Romana, come descrive le tre figure che lo compongono?

È un triumvirato dominato dalla figura di Mazzini: Aurelio Saffi è un personaggio a lui vicino mentre Armellini appartiene all’aerea repubblicano-democratica del contesto romano. Ma Mazzini rimane l’uomo fondamentale dal punto di vista politico. L’Assemblea costituente della Repubblica romana nomina il triumvirato come organo di coordinamento per fronteggiare la minaccia di guerra. A soli pochi mesi dalla sua nascita deve fronteggiare un attacco concentrico di varie potenze, la principale delle quali è la Francia.

Quale l’idea di potere su cui innestano le vicende della Repubblica romana?

La Repubblica romana viene sconfitta militarmente dal corpo di spedizione francese. Quando entrano a Roma, il 3 luglio del 1849, la costituente sta chiudendo e l’ultima cosa che farà sarà approvare la sua Costituzione. Abbiamo dunque un testo che ci fa capire molto chiaramente quali idee avevano in mente. È una costituzione che sancisce uno stato democratico, aperto, inclusivo. Una delle espressioni politiche più avanzate dell’epoca. La Repubblica romana non avrà il tempo di mettere in pratica le misure di politica sociale che aveva immaginato, come le requisizioni dei patrimoni ecclesiastici per la redistribuzione e la costruzione di un ceto di piccoli proprietari. Certo si tratta comunque di una repubblica democratica ottocentesca, le donne non sono previste, ma è la cultura politica europea del XIX secolo ad avere questa declinazione.

Eppure non mancano le donne con un ruolo importante nelle vicende risorgimentali.

Donne fantastiche tra l’altro: Cristina di Belgioioso, Margaret Fuller, Enrichetta Di Lorenzo, compagna di Pisacane, avranno un ruolo di primo piano nelle azioni della Repubblica romana. I politici maschi daranno a queste donne l’incarico di coordinare le attività di infermeria. Cristina di Belgioioso ne diviene la responsabile, un’attività molto importante ma, come è tipico del secolo, il ruolo femminile rimane legato alle attività di maternage. Le donne non sono in prima linea a discutere di politica o a combattere, anche se qualche combattente c’è, Colomba Antonietti è la più famosa. Sono donne molto intelligenti, Margaret Fuller ad esempio lascerà delle cronache sulle giornate di Roma molto acute e piene di spunti. Però c’è poco da fare, l’800 non è un secolo per donne.

L’esperienza romana finirà rapidamente per mano di un’altra repubblica, quella francese. Cosa spinge Napoleone III a intervenire?

Quando il Papa fugge a Gaeta invia messaggi alle diplomazie europee perché da subito comprende che a Roma potrà tornarci solo con la forza delle armi. Fra i contatti c’è anche quello con Napoleone III. Da ragazzino quando studiavo queste vicende mi colpiva molto che una Repubblica neocostituita come quella francese avesse potuto colpire un’altra repubblica neonata. Ci fu un calcolo politico, cinico ma funzionale, di Napoleone III. Lui aveva in quel momento bisogno di consolidare il sostegno dell’opinione pubblica cattolica in Francia per cui, cavalcando la retorica, si mise a capo di un’operazione volta ad abbattere una repubblica nata dopo dopo l’omicidio di un politico voluto dal Papa, riportando Pio IX a Roma e conquistando le simpatie dei cattolici francesi.

Cosa rimarrà nella cultura ottocentesca dell’esperienza romana?

È la prima esperienza di partecipazione popolare alla scena politica: per la prima volta le persone scendono in piazza, vanno a votare, combattono. Questa è una caratteristica non solo dell’esperienza romana, qui colpisce di più perché c’è la proclamazione della repubblica democratica. Una repubblica c’è anche a Venezia, si è combattuto anche a Milano, si combatterà sanguinosamente nel 1849 a Brescia. È un momento in cui, soprattutto negli ambienti urbani, tante persone scopriranno la politica e la possibilità di far sentire la propria voce, di esprimersi.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.