Immagini di Capitanata: dodici grandi vedute e cartografie del passato custodite dalla Biblioteca Magna Capitana

by Antonella Soccio

Dodici immagini di Capitanata accompagnano la riapertura della Biblioteca Magna Capitana inaugurata nella sua nuova veste di Community Library. Un regalo che sarà donato in questi giorni a chi frequenterà i libri e gli spazi.

Dodici stampe targate Claudio Grenzi Editore, che come illustra la direttrice Gabriella Berardi, sono state scelte tra le più pregevoli e rappresentative dei documenti posseduti dalla Biblioteca. Un modo questo da parte della Regione Puglia per celebrare l’importante momento della presentazione alla comunità di una struttura culturale rinnovata, dopo i lunghi lavori che la consegnano più bella, più confortevole, più attenta al risparmio energetico.

“La nostra biblioteca è uno spazio di conoscenza condivisa, è un luogo di relazioni e di produzione di intelligenza, in cui nessuno è escluso. Contemporaneamente la Magna Capitana è luogo della memoria e della conservazione, non soltanto per la grande quantità di documenti antichi, rari e di pregio conservati ma per essere essa stessa documento e testimonianza della vita della comunità che l’ha alimentata e usata”, è il commento di Berardi a capo dei 79 dipendenti che a vario titolo hanno legato il loro destino a Foggia al destino della Magna Capitana.

“I libri non sono soltanto gli anticorpi che contrastano le derive delinquenziali, sono soprattutto gli enzimi, i lieviti che fanno crescere e sviluppare progetti di vita positivi dentro società civili sane”, scrive il presidente nel catalogo delle dodici stampe.

Tanti i testi antichi, che nelle teche delle fonti speciali, sono stati mostrati al governatore.

Le dodici stampe hanno il loro fascino. Si comincia con la celebre carta geografica della Capitanata del XVII secolo di William Jansz Blaeu, Capitanata olim Mesapiae et Japigiae pars per poi proseguire con Torre Alemanna nella mappa e nell’illustrazione del manoscritto di Giovanni Francesco Laurenti per la Visita all’Abbatia o Precettoria di San Leonardo di Puglia e dell’Abbatia di Banzi Nullius Diocesis datata 1684.

Terza immagine Ascoli Satriano nella prospettiva di Giovanni Battista Pacichelli per la stamperia di Michele Luigi Mutio di Napoli del 1703 così come Vieste.

Nel 1860 Heinrich Wilheim Schulz viaggia in Puglia e si innamora della porta bronzea della Cattedrale di Troia , mentre risale al 1895 l’immagine del portale di San Leonardo a Siponto per l’illustrazione de Le cento città d’Italia, il supplemento mensile illustrato del Secolo per le edizioni Sonzogno, che per quell’edizione aveva il Duomo di Lucera e la sua piazza a fuso in copertina.

Sono del viaggio del famoso Èmile Bertaux le tre immagini delle Isole Tremiti per il suo testo “L’Italie inconnue. Vojages dans l’ancien royaume de Naples” del 1899. Sempre per Schulz una immagine inedita della Grotta di San Michele Arcangelo del 1860, mentre fa parte dell’Atlante illustrativo, ossia Raccolta dei principali monumenti antichi del medio evo e moderni la veduta della città di Foggia del 1845 di Attilio Zuccagni Orlandini. Splendide anche le due vedute di Castel Fiorentino e quella del Castello di Federico II a Lucera.

Fantastiche e uniche a colori le istantanee di Album di Michele Vocino dal 1888-1958 di Peschici “Ricordando il Gargano” che corredano il manoscritto.

“Le immagini rappresentano il modo in cui la nostra terra è apparsa, nel tempo, agli occhi di viaggiatori e studiosi stranieri, come Jean Claude Richard de Saint-Non, Heinrich Wilheim Shulsz e tanti altri; a ecclesiastici in viaggi ufficiali che spesso, come nel caso dell’abate Pacichelli, diventano un pretesto per deviazioni spinte dal piacere del viaggio e dal desiderio di conoscenza; a chi in questa terra è nato e ad esso è rimasto legato per tutta la vita come Michele Vocino. Pur nella diversità delle rappresentazioni, tra cartografia e veduta, tra souvenir romantico e rigorosa documentazione visiva, tutte restituiscono un territorio le cui bellezze naturali ed artistiche hanno saputo affascinare, conquistare, incantare chi le ha conosciute. Il nostro sforzo, come bibliotecari, è quello di conservarle e tramandarle”, si legge nella raccolta.

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