“La mafia sarà vinta da un esercito di maestre delle elementari”, l’incontro antimafia organizzato da La Società Civile di Foggia

by Gabriele Rana

Ha scelto la celebre frase di Gesualdo Bufalino la presidente del comitato cittadino Lucia Aprile per aprire l’evento organizzato da La Società Civile che si è tenuto sabato 28 novembre.

L’incontro si pone come una continuazione della marcia organizzata da Libera il 10 gennaio scorso, quando circa 20.000 persone hanno attraversato le strade della città in un gelido pomeriggio d’inverno: sembra un’altra vita se si pensa che l’incontro di sabato si è svolto online tramite la piattaforma Zoom e tramite Facebook; a marzo le avremmo definite “nuove piazze” ma oggi, a mesi dallo scoppio della  pandemia, non possiamo più considerarle così nuove. Lo schermo, comunque, non ha impedito la realizzazione di questa assemblea pubblica online che, trasmessa anche sul canale 272, ha visto la partecipazione di più di 14.000 spettatori.

Il comitato La Società Civile è nato poco dopo la marcia di Foggia non si lega del 27 agosto scorso ma, al di là dell’obiettivo della marcia, questa associazione ha come scopo quello di raccogliere le lamentele dei cittadini e stimolare l’Amministrazione a risolvere tutti quei problemi che, purtroppo, portano Foggia a essere tra le ultime città nelle classifiche di vivibilità (ultima, in ordine di tempo, quella pubblicata da ItaliaOggi). Il nome parla chiaro, e vuole ripulire dal fango della criminalità il termine società, utilizzato per definire la quarta mafia d’Italia , e restituirlo ai cittadini foggiani: la società vera.

L’iniziativa nasce da un’idea condivisa di Possibili Scenari – Uniti da Foggia e La Società Civile. L’obiettivo: cercare di saldare la parte civile e la politica per parlare insieme di mafia. “È uno sforzo collettivo e spontaneo” afferma Antonio de Sabato, presidente dell’associazione Possibili Scenari “un Noi dal lungo respiro: è il noi che determina la Foggia del futuro, che vogliamo”.

L’incontro di sabato ha visto una quindicina di interventi: volti noti della difesa della legalità, come la vice presidente di Libera Daniela Marcone; nomi tristemente conosciuti per essere vittime della criminalità come Marianna Ciavarella e Angelica Petrucci, vedove dei fratelli Luciani uccisi nella strage di San Marco in Lamis, e Luca Vigilante, ora sotto scorta dopo i diversi attentati subiti a gennaio e ad aprile.

A parlare ci sono anche Andrea Leccese e Giuliano Foschini, che negli ultimi anni hanno donato la loro penna alla descrizione della quarta mafia e con loro il sociologo Leonardo Palmisano.

Tutti uniti sotto la mediazione del giovane Francesco Strippoli per parlare di una mafia “di cui in città tutti parlano privatamente, ma di cui pubblicamente quasi nessuno dice nulla” afferma Dimitri Lioi, presidente dell’associazione Giovanni Panunzio, nel suo intervento: “Manca anche un giornalismo serio d’inchiesta, al netto di qualche eccezione […] La narrazione pubblica ancora non si è ancora affermata […] Manca una storiografia della mafia foggiana e parlare delle vittime oggi è difficile anche per questo, perché ci si muove in modo rapsodico”.

Quello dell’informazione è stato soltanto uno dei problemi evidenziati in quasi quattro ore di assemblea. Parole che per molti possono sembrare sempre la stessa identica solfa riformulata in altri termini, ma che bisogna ripetere costantemente per combattere, anche solo con la voce e la cultura, il male delle mafie del foggiano. E come ci ricorda Angelica Petrucci nella sua testimonianza, non bastano solo le parole: “Anche io con le parole riuscirei a costruire tanti castelli in aria, che crollerebbero miseramente. La gente deve collaborare e ha bisogno di percepire realmente che lo Stato è diventato parte integrante di questo territorio e non più un ospite”. Fra i tanti messaggi  lasciati dall’iniziativa, quello che subito risalta agli occhi è uno solo: bisogna continuare a parlare di mafia e delle vittime di mafia, ricercando la verità, perché, come ricordato qualche settimana fa dalla redazione indipendente sFoggia, davanti alle vittime e alla nostra omertà, come cittadini “Siamo tutti colpevoli”.

Il video della diretta è disponibile sulla pagina Facebook di La Società Civile.

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