“L’antifascismo è una pratica quotidiana”. Luca Basso e le parole per la prossima Liberazione dell’Arci

by Luana Martino

In occasione del 25 aprile si celebra la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo ma nell’anno in cui si è bloccati in casa a causa della situazione pandemica da Covid-19, l’idea è quella di rendere questo anniversario virtuale. 


Ci ha pensato l’Arci Bari e Bat che dal 21 al 24 aprile, sulle proprie pagine social, ha pubblicato una serie di video che hanno raccolto lettere e testimonianze, storie avventurose e di dolore, agguati, fucilazioni, disperazione e tenacia, fino all’addio degli esuli da Ventotene nella voce di un ragazzo palestinese.  

Tutte le testimonianze, dunque, sono di coloro che hanno vissuto, durante il regime fascista per motivi politici, forti limitazioni alla propria libertà: dal carcere al confino, dal campo di internamento,all’esilio. 
Parole preziose che raccontano di un marito che rincuora la moglie disperata; di un padre che chiede al maestro del figlio un aiuto per recuperare i libri; di una ragazza partigiana che scrive ai nonni della fine eroica del padre. 


Si narra, ad esempio, della storia di Alfonso Superbo che, dal suo confino a Ponza e poi da quello nei pressi di Foligno, scriveva al maestro di suo figlio chiedendogli di comprare libri e oggetti di cancelleria per il piccolo affinché potesse continuare a studiare nonostante la guerra e il padre lontano. Questa storia pur essendo remota è così attuale in questo momento. Genitori in difficoltà per il coronavirus, infatti, ogni giorno cercano di supportare i loro figli e le loro figlie rivolgendosi ad insegnati, presidi e istituzioni, in generale, per assicurare loro il diritto all’istruzione. 

‘Ogni giorno fa notte – parole per una prossima Liberazione’: è questo il nome dell’iniziativa svoltasi in questi giorni e nata da un’idea di Luca Basso, Presidente di Arci Bari e Bat (comitato che include 30 circoli) con la consulenza storica del professore Giacomo Massimo Desiante – grande conoscitore del contributo dei pugliesi emigrati al Nord per la Resistenza – e con la realizzazione tecnica di Elisabetta Campobasso. 

Anche la scelta del nome del progetto non è casuale: è, infatti, legata ad una lettera che Vito Guida scrisse dal suo confino a Ponza alla moglie che aveva esplicitato, nella loro corrispondenza epistolare, di volersi suicidare e di voler sopprimere anche i loro figli perché esasperata dalla situazione. Lo stesso Guida, nella sua risposta, auspica, dunque, che la notte giunga presto perché con essa giunge anche il sogno, un momento in cui tutto può accadere. 

Di questa iniziativa e delle attività svolte dal Comitato territoriale Arci Bari – Bat ne abbiamo parlato con il Presidente, Luca Basso. 

Come sono cambiate le attività dell’Arci Bari e quindi di tutte le realtà ad esso collegate in questo momento di pandemia?

Per noi il “distanziamento sociale”, l’idea che un abbraccio possa essere un’azione pericolosa, che ritrovarsi in tanti in uno stesso luogo per vedere un film o ascoltare musica sia contro la legge, che scendere in piazza per festeggiare il 25 aprile sia vietato è semplicemente una tragedia. L’ARCI nasce oltre sessant’anni fa per tenere insieme le persone, la solitudine e l’isolamento sono i nostri nemici.

E tuttavia, dopo uno scoramento iniziale, il comitato e i circoli hanno iniziato una sorta di attività di Resistenza contro questa pandemia: in tanti ci siamo attivati per mantenere vive le relazioni, per essere utili, per essere vivi.

Tante le iniziative messe in campo: penso ai servizi di supporto telefonico dedicati anche a stranieri e persone LGBT, alle attività per la raccolta e per la distribuzione degli alimenti e dei beni di prima necessità, ai dibattiti culturali trasmessi sui social e così via.

Abbiamo saputo reagire alla maniera dell’ARCI, restando uniti, cercando di rispondere ai bisogni, provando a costruire pezzi di felicità.

Quali sono le prospettive future dell’Arci Bari?

Sarà difficile, ma anche avvincente incamminarsi nel futuro. 

Io non sono tra quelli che pensano che usciremo da questa crisi migliori: temo un analfabetismo di ritorno per quanto riguarda la convivenza sociale. In tanti potrebbero aver trovato più comodo lavorare da soli a casa, vedere in televisione quello che prima vedevano al cinema, informarsi dai social piuttosto che cercare informazione qualificata magari partecipando a un dibattito. Insomma, vedo un forte rischio di assuefazione all’isolamento. E però dopo ogni catastrofe c’è chi lavora per la ricostruzione. E ricostruire significa anche cambiare. Noi lavoreremo per questo. Troveremo la formula giusta: siamo nati per tenere insieme le persone, sappiamo come fare.

“Ogni giorno fa notte – parole per una prossima Liberazione” come è nato il progetto? 

Un piccolo progetto multimediale al quale però teniamo molto. 

Da alcuni anni abbiamo iniziato a celebrare le ricorrenze partigiane puntando sull’attualità dei valori della Resistenza e dell’antifascismo.  Quest’anno, nell’impossibilità di organizzare incontri e dibattiti come facciamo tutti gli anni, abbiamo deciso di prepararci al 25 aprile partendo dal presente. Abbiamo pensato che questa situazione di isolamento e di clausura in cui tutti noi stiamo vivendo fosse un’occasione preziosa per una riflessione sul valore della libertà. Così nei giorni dal 21 al 24 aprile, sulla pagina facebook di ARCI Bari abbiamo pubblicato una galleria di undici video autoprodotti in cui, con l’aiuto dei nostri circoli, leggiamo lettere e testimonianze di Pugliesi che hanno conosciuto la prigionia, il confino o l’internamento durante il ventennio fascista, per motivi politici hanno vissuto forti limitazioni alla propria libertà (dal carcere al confino, dal campo di internamento all’esilio); per imparare da loro come si attraversa un presente difficile, come si costruisce il futuro di un Paese, come si prepara una Liberazione.

Parole e storie che grondano attualità da ogni rigo: alcune connessioni con il presente sono stupefacenti.

Quanto sono importanti i valori della Resistenza in questo particolare momento?

Sono fondamentali, ora come sempre. 

Ci sono posti nel mondo (anche nel nostro paese) in cui i diritti fondamentali di tante persone non sono garantiti. Antifascismo significa che io non potrò mai essere felice se non lo sarai anche tu, significa alzarsi ogni mattina con l’obiettivo di costruire un tempo migliore per tutt* e andare a dormire la sera insoddisfatti. 

L’antifascismo, insomma, è una pratica quotidiana; contro ogni discriminazione, per una giustizia sociale, per una partecipazione veramente democratica. 

Tu sei l’ideatore e il curatore dell’iniziativa, quanto, dunque, la tua vena artistica ha influito sul progetto?

Grazie per la domanda difficilissima. Potrei risponderti che è un po’ come chiedermi quanto ha influito il mio naso nel sentire il profumo di uno stelo d’incenso o quanto ha influito la mia penna nella scrittura di una lettera. La mia “vena artistica” è un modo di leggere il mondo, la vita, la politica. Un filtro che utilizzo naturalmente in tutto quello che faccio. Anche in questo progetto è stata utile per accendere la scintilla dell’ispirazione.

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