«Lucignolo è uno scugnizzo moderno che prova ad emanciparsi». Rosario, il libraio editore di Scampia, rilegge la favola di Collodi

by Michela Conoscitore

Rosario Esposito La Rossa, libraio-editore e scrittore a Scampia, durante l’intervista ha citato la sindrome della giraffa, affermando che vorrebbe trasmetterla ai ragazzi. La giraffa, animale dal collo alto e snodato, sicuramente ha il pregio di guardare le cose dall’alto e dicendo questo non significa che le veda con distacco e snobismo, ma con proporzioni differenti rispetto ad altri. Nota prima, percepisce probabilmente ogni più piccolo particolare per non saltare alle conclusioni, evitando pregiudizi e classificazioni affrettate. La sindrome della giraffa è quella con cui i ragazzi dovrebbero essere educati da famiglie ed insegnanti, affinchè gli adulti del futuro siano disposti ad apprendere dalla diversità, aperti al confronto e al dialogo, a crescere e superare insieme le differenze e trasformarle in forza collettiva.

Quella di Rosario è una missione che persegue attraverso la sua libreria La Scugnizzeria e con i libri che scrive per i più giovani. Recentemente pubblicato da Einaudi Ragazzi, Lucignolo. Storia di un bambino diventato burattino è la rilettura della favola classica in cui il libraio-editore napoletano è coadiuvato dalle magnifiche illustrazioni di Vincenzo Del Vecchio. Parole e immagini si fondono in una narrazione che racconta un ultimo della società, un ragazzo di periferia, bullo per necessità. Le atmosfere a metà tra il fantasy collodiano e l’urban contemporaneo raccontano di Lucignolo, un ragazzo solo, con un padre condannato al carcere a vita, che finisce preda di false lusinghe e cattive compagnie, della criminalità che agguanta i più giovani promettendogli una vita migliore. Rosario col suo libro si mette ad ascoltarlo quel protagonista che, da sempre, viene etichettato negativamente e mai compreso. Rosario utilizza la sindrome della giraffa e ce lo racconta per davvero.

bonculture lo ha intervistato.

Rosario, Lucignolo inizia con una dedica speciale…

Mister Antonio Piccolo è stato il mio allenatore della scuola calcio di Scampia, una persona speciale che dal 1986 è a disposizione dei ragazzi del quartiere. Più di trentacinque anni di attività, ha allevato generazioni di scugnizzi e a me ha insegnato tanto. Mi è sembrato giusto dedicare il libro a lui.

Come nasce lidea del libro?

La storia di Pinocchio mi ha sempre appassionato, e con il mio libro ho provato ad andare più in profondità, a non fermarmi all’apparenza. Lucignolo è il protagonista negativo della storia, fondamentalmente il personaggio di cui nessuno se ne fotte. L’ho scritto in brevissimo tempo, utilizzando una favola classica, riconosciuta da tutti, provando a raccontare la storia delle periferie urbane. La sua è anche la storia dei figli che hanno padri condannati a vita. Le illustrazioni, poi, fanno la differenza.

Vincenzo Del Vecchio

Le magnifiche illustrazioni sono di Vincenzo Del Vecchio. È la prima collaborazione di una lunga serie? Com’è stato lavorare con lui?

Noi ci auguriamo che continueremo a lavorare come coppia, abbiamo già in serbo una nuova proposta da fare ad Einaudi Ragazzi. Volendo collaborare da tempo insieme e stimandoci molto, è stato semplice lavorare con lui. L’ho trascinato con me in questa avventura e non ho mai interferito nel suo lavoro. La bellezza della nostra collaborazione risiede nel fatto che lui, con le illustrazioni, ha saputo dare un’altra interpretazione alla storia scritta da me.

Il tuo Lucignolo è uno scugnizzo?

Sicuramente, figlio di tutte le periferie del mondo. Questa storia potrebbe essere ambientata a Marsiglia come a Il Cairo. Lucignolo è uno scugnizzo moderno che prova ad emanciparsi.

Hai modernizzato Carlo Collodi, come lui scrivi libri per ragazzi. Cosa vuoi trasmettere loro?

Amo scrivere libri per ragazzi e spero di continuare a farlo. Per loro vorrei accendere i riflettori su alcuni aspetti negativi che spesso sono messi da parte, e provare a fargli vedere il mondo da una prospettiva diversa.

Il linguaggio che Lucignolo usa è quello della violenza e della sopraffazione. E lo diventa un burattino, anche a causa delle cattive compagnie. Come sfuggire a queste dinamiche?

Non vorrei sembrare retorico, ma ti rispondo attraverso la cultura e una comunità educante composta da famiglia, scuola e attività extrascolastiche che, collaborando insieme, riescono a trascinare fuori i ragazzi da queste dinamiche pericolose.

In Lucignolo la scuola non comprende il tuo protagonista e lo estrania: è un appunto che vuoi fare allistituzione?

Sì esatto, spesso la scuola non ha orecchie per ascoltare questi ragazzi e le loro richieste d’aiuto. Ovviamente la scuola non è come la racconto, ma ho voluto mostrarne i lati più negativi proprio per punzecchiare.

Il tuo è solo un libro per ragazzi o consigli di leggerlo a tutti?

Per me non esistono i libri per ragazzi, esistono i buoni libri adatti per adulti e bambini. Se Lucignolo è letto da un adulto, acquista un altro valore. È l’età del lettore che fa raccontare più cose ad un libro.

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