Luigi De Magistris: “Siamo passati dalla paura al coraggio, con la pandemia l’Italia sta capendo quanto sono importanti turismo e cultura”

by Michela Conoscitore

A Firenze per accompagnare l’installazione dell’artista cinese Liu Ruowang, per lungo tempo ospitata a Napoli nella cornice di Piazza Municipio, il sindaco Luigi De Magistris ha anche discusso e organizzato iniziative, di concerto col sindaco di Firenze, Dario Nardella, e con l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, che arriveranno nei prossimi mesi e cementificheranno ulteriormente i rapporti tra le due città che, come affermato da Nardella “erano due capitali, e lo sono ancora”.

Con il sindaco De Magistris, bonculture ha parlato della Napoli post Covid, dell’annosa ‘questione Bagnoli’ e delle speranze per un futuro più luminoso della città di Partenope.

Sindaco De Magistris, innanzitutto parliamo di questo passaggio di consegne tra Napoli e Firenze dell’installazione artistica di Liu Ruowang?

I lupi a Napoli, inizialmente, sono stati accolti con sorpresa, entusiasmo e devo dire la verità anche un po’ di diffidenza. Poi hanno riscosso un successo clamoroso, i lupi sono stati vissuti dai napoletani e dai turisti, i bambini ci sono saliti sopra perché in realtà non è un’opera unicamente da osservare, il lupo va vissuto, non è un’offesa alla creazione artistica, ce l’ha spiegato lo stesso Ruowang. Importante anche il messaggio: l’apparenza del lupo è quella cattiva, invece è il contrario perché è il lupo che si deve difendere dagli esseri umani. In un momento in cui si discute tanto di ambiente, se mettiamo al centro cultura e tutela questo Paese si difende e riparte. Napoli e Firenze sono due grandi città d’arte, di cultura e di storia che possono accogliere senza paura questa mostra.

L’arrivo dell’autunno è sempre più associato ad una possibile seconda ondata di Covid. Come gestirà la situazione a Napoli, pensando anche alle comunità di stranieri che vivono in città?

Noi ormai siamo passati dalla paura al coraggio, dal timore alla responsabilità. Bisogna vivere e convivere. Sono le autorità istituzionali e sanitarie che si devono preparare, le persone devono riprendere la loro vita. Siamo stati molto bravi a Napoli, l’ha dimostrato il numero di contagi assolutamente limitato. In realtà, non abbiamo vissuto l’epidemia vera e propria. Però rischiamo di subire un’epidemia sociale ed economica, perché si è fermato tutto. Adesso bisogna ripartire, se si verificherà una seconda ondata oggi siamo tutti più preparati rispetto a febbraio, quando siamo stati presi alle spalle ed è accaduta una tragedia senza precedenti. Io mi sento di guardare con fiducia all’autunno. Noi vogliamo riprendere a vivere, a cominciare dalla scuola perché è impensabile ripartire senza che gli istituti scolastici riaprano.

L’assenza di turisti e il mancato percepimento della tassa di soggiorno: quali sono le ripercussioni sul tessuto economico della sua città?

Le ripercussioni sono enormi. Adesso i turisti stanno cominciando a ritornare, anche se a rilento. Napoli, al 21 febbraio, quando è esplosa l’epidemia a Codogno, era la città che negli ultimi anni più era cresciuta nel turismo. Si è fermata un’economia circolare, un’economia che arrivava anche nelle case dei poveri. Siamo molto preoccupati per l’esasperazione sociale, ma anche per quello che può essere il contagio criminale. Non parlo solo di Napoli, ma di tutto il Paese. Anche da un punto di vista democratico, il momento è molto delicato quindi bisogna necessariamente rimettere in moto il turismo. Mai come adesso, l’Italia sta capendo quanto è importante la cultura e il turismo, oltre a tutte le attività economiche ad esso connesse per la vita e la coesione del nostro Paese.

State pensando ad eventi ed iniziative culturali per la ripartenza?

Le stiamo già attuando: da tempo è stata allestita la stagione teatrale all’aperto, nel cortile del Maschio Angioino si sta svolgendo la stagione del Teatro Nazionale, il Teatro San Carlo sta organizzando tre concerti strepitosi, l’Aida, Tosca e la Nona di Beethoven, sempre all’aperto. Infatti Napoli è ripartita, soprattutto con eventi in luoghi all’aperto. Con coraggio e voglia di fare, nonostante le sofferenze, la città è viva.

Sabato scorso, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, ha annunciato a breve la partenza della bonifica dall’amianto a Bagnoli, nell’area dell’ex Italsider. Aveva affrontato anche lei, tempo fa, la ‘questione Bagnoli’ nel suo libro La città ribelle: può commentare gli ultimi sviluppi?

Questo è un risultato che abbiamo ottenuto soprattutto noi. Il ministro adesso non deve fare altro che attuare questo accordo straordinario che la città ha fatto col governo, e devo dire che stiamo entrando nel vivo della bonifica proprio con la rimozione dell’eternit, che costituisce la parte principale dell’inquinamento su Bagnoli. Questo è un altro risultato storico, raggiunto insieme dal Comune di Napoli col governo.

Lei come il sindaco di Bari, Decaro, ha scelto di portare avanti il suo mandato di primo cittadino rinunciando alle elezioni e non candidandosi alla presidenza della Regione Campania. Non teme che la stagione dei sindaci finirà?

No, assolutamente. I sindaci saranno sempre protagonisti, perché stanno tra la gente e sono stati eletti direttamente dal popolo.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.