“Non possiamo inscenare a scuola il Grande Fratello. La scuola non è un servizio on demand”. Perchè DAD e Presenza sono inconciliabili: lo spiega Mariolina Goduto

by Michela Conoscitore

Che la didattica sia in presenza o a distanza, la scuola in questo periodo sta dimostrando una grande capacità di adattamento ai cambiamenti, cosa assolutamente non scontata e semplice per questo Paese. Io la ritengo una grande potenzialità”. A parlare la dirigente scolastica Mariolina Goduto, preside dell’Istituto Comprensivo “Santa Chiara – Pascoli – Altamura” di Foggia. Dopo la sospensione di venerdì scorso da parte del Tar di Bari della precedente ordinanza regionale, che prevedeva in Puglia la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e il passaggio alla DAD, oggi (ieri per chi legge ndr)spettava ai genitori degli alunni di elementari e medie, gli unici a tornare in classe, la scelta tra didattica in presenza e DAD, come previsto dalla nuova ordinanza del presidente Michele Emiliano.

bonculture ha intervistato la dottoressa Goduto per farsi raccontare questa ‘particolare’ giornata scolastica in una delle scuole pugliesi all’indomani della nuova ordinanza regionale.

Dirigente Goduto, com’è andata la giornata scolastica nel suo Istituto?

Tutti gli addetti ai lavori della scuola nutrivano serie preoccupazioni su come sarebbe andata questa mattina: ci siamo riusciti, giostrandoci tra la didattica in presenza e la DAD perché il personale docente è stato suddiviso tra quegli alunni che erano in presenza e quelli in DAD. Probabilmente, chi produce le norme non ha capito che prima di scriverle, bisogna essere consapevoli. Bisogna farsi consigliare ed entrare con forza nei processi per capire le conseguenze su cui si sta legiferando. Una prima grande conseguenza dell’ultima ordinanza è la compresenza tra la DAD e la didattica in presenza che sono due modalità tra loro inconciliabili, perché prevedono un’erogazione completamente diversa. È impensabile che una classe lavori in presenza e contemporaneamente ci sia in collegamento la classe in DAD. Occorre un numero maggiore di insegnanti perché le esigenze formative dei ragazzi sono diverse per la DAD e la didattica in presenza. Non possiamo inscenare a scuola il Grande Fratello. Probabilmente alcuni sono condizionati da questi format televisivi, che li portano a pensare che basta piazzare una telecamera in classe per realizzare la DAD.

Come avete organizzato, a tempo di record, il lavoro con gli alunni?

Abbiamo utilizzato tutti i docenti finora presenti, e non so fin quando lo saranno, suddividendo il lavoro e distinguendolo tra DAD e in presenza creando gruppi e sottogruppi: abbiamo accorpato le classi in presenza conservando sempre la misura del distanziamento, mentre gli altri docenti, in aule diverse, si sono collegati con gli alunni in DAD. Immagini che organizzazione incredibile abbiamo dovuto sostenere. I docenti sono comunque disponibili a grandi sforzi, stiamo realizzando contestualmente un’attività di formazione aperta a tutti loro perché non è facile realizzare la DAD. Abbiamo avviato una nuova piattaforma, unica per tutto l’istituto comprensivo perché l’unitarietà è importante, però bisogna saperla usare e comprendere le mille opportunità possibili con essa.

Dove sbaglia la nuova ordinanza del presidente Emiliano?

La scuola è un servizio pubblico fondamentale, perché garantisce il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione. Però è un servizio gestito in autonomia, per quanto riguarda la sperimentazione e la ricerca. La scuola progetta e propone un servizio, i genitori scelgono la scuola ma non le modalità di servizio. Non è possibile intendere la scuola come ha fatto l’ultima ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: la scuola non è un servizio on demand e con questo voglio dire che non è possibile dare la potestà di scelta ai genitori.

I genitori dovevano comunicarvi la scelta tra DAD e didattica in presenza, cosa è emerso? Quali sono state le reazioni di docenti e genitori?

Nel corso del fine settimana ci hanno comunicato le scelte più disparate: hanno scelto e poi cambiato idea, hanno optato per la DAD ma finchè reggono e con la possibilità di tornare a quella in presenza, poi ci sono quelli che hanno scelto la didattica in presenza almeno fin quando non ci saranno rischi, e molti hanno scelto anche gli orari di scuola. Si è generata una confusione abnorme, perché questa falsa democrazia che fa pensare alla possibilità di scegliere e autodeterminarsi, non sta facendo altro che abbassare gli standard del nostro lavoro. Se veramente ci sono questi dati allarmanti, per un contagio aumentato in virtù della riapertura delle scuole nella fascia d’età che comprende gli alunni dai 10 ai 18 anni, come si fa a delegare la valutazione del rischio ai genitori? Ciò può essere deciso solo dal presidente del consiglio, dai presidenti delle regioni, dai sindaci. Tutte le scelte potrebbero risultare impopolari, ma non spetta a noi o ai genitori decidere. Docenti e genitori navigano nell’ansia e nell’incertezza: nei momenti di grande criticità la decisione deve essere una sola e a quell’unica decisione ci si deve adeguare. Nel giro di un mese ho inoltrato ai docenti 130 circolari, e il dialogo con i genitori è sempre vivo perché sento la necessità di compattare le persone e trovare insieme la via da seguire. La bussola deve indicare una sola direzione. Soprattutto perché le decisioni non possono essere modificate di settimana in settimana.

Qual è il bilancio con la DAD nel suo istituto?

Nel nostro istituto abbiamo attivato un monitoraggio da marzo, per migliorare il servizio perché nel frattempo abbiamo capito i margini di debolezza e abbiamo proceduto a migliorare la DAD in modo da raggiungere tutti. Inoltre siamo arrivati a duecento dispositivi dati in comodato d’uso alle famiglie per la DAD e li stiamo informando sui vantaggi resi disponibili dal Governo per l’acquisto di pc e tablet, in modo da dotarsene in maniera autonoma. Ma in più le scuole pugliesi stanno cercando di comprendere quale eredità verrà lasciata per il futuro dalla DAD: da questo periodo faticoso e doloroso, stiamo capendo che con la sperimentazione della DAD saremo più forti, più competenti e consapevoli delle potenzialità delle nuove tecnologie e stiamo tra l’altro testando delle metodologie innovative che in futuro potremo mettere a regime, perché alcune di esse sono incrementate e promosse dalla DAD. Sto parlando della scuola senza zaino, della pratica della classe capovolta e dell’apprendimento cooperativo.

Quindi sta dicendo che la Didattica a distanza sta favorendo il passaggio da una scuola prettamente nozionistica ad una nuova impostazione didattica più all’avanguardia?

Esattamente. Le criticità acuiscono le possibilità della mente. Nella routine, il cervello si rilassa. Quando si presentano delle problematiche e bisogna capire come risolverle, le idee nascono con una vitalità ed energia tali diversamente dall’ordinarietà di una situazione normale. Lo sto notando con gli insegnanti ogni giorno, che si stanno informando, formando e documentando perché hanno compreso che è in gioco la loro stessa professionalità. Quando sarà possibile, torneremo a fare lezione in presenza in modo diverso. Tutto sarà diverso.

Quale decisione reputa più giusta, in questo momento, per la scuola?

Sono per la chiusura totale, al di là della passione che ho per la scuola che deve essere in presenza perché credo in una scuola ‘corporea’. Ma adesso l’interpretazione della realtà è una sola ed è quella della scienza. Tutto ciò che non è conforme a quello, accade perché possiede altre motivazioni che possono essere politiche ed economiche. Ancora una volta è il denaro a muovere il mondo, e non la tutela e l’incolumità della salute delle persone. Oggi la nostra priorità non è comprare e far girare l’economia, la nostra preoccupazione è tutelare la salute di tutti, soprattutto dei più deboli. Dopo la prima ordinanza del presidente Emiliano, a scuola sono tornati proprio loro, i bimbi della scuola dell’infanzia e gli alunni BES. La scuola fornisce un servizio sociale e ci sta, ma oggi sono gli uomini di scienza che devono suggerirci ciò che è giusto attuare.

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