“Meglio una coalizione che ha dentro un po’ di destra che essere governati da una destra che vince”. Leonardo Palmisano e gli ipercritici della sinistra

by Antonella Soccio

L’intervista al presidente dell’associazione politica La Giusta Causa, l’avvocato Michele Laforgia ha suscitato molte reazioni nel mondo del centrosinistra pugliese e barese. A cominciare dall’analisi del candidato consigliere alle prossime regionali Leonardo Palmisano, sociologo, docente, scrittore e imprenditore, che ha disputato le scorse Primarie e che oggi arricchisce la lista del Pd nel collegio di Bari.

Lo abbiamo intervistato.

Leonardo, che ne pensi delle critiche di Laforgia? Quella di Emiliano è una coalizione guazzabuglio?

Leggo sempre con interesse ciò che scrive e dice Michele Laforgia, perché è un punto di vista critico anche se severo, ma utile per muovere un po’ la coalizione. Non mi convince questa idea che ci sia un eccesso di destra nella coalizione, ma non perché non vi sia una porzione della destra con Michele Emiliano- ma viene da lontano ce n’era anche con Vendola e ce n’è anche al Comune di Bari anche in sovrabbondanza- ma perché noi siamo entrati in una fase politica completamente nuova rispetto al passato. Ed è dimostrato dall’onnipresenza di Salvini nelle campagne regionali in giro per il Sud: lui ha un grande desiderio di affermare non i propri candidati presidente, ma di affermarsi come primo partito delle nuove destre al Sud. Questo ci impone una riflessione sulle relazioni interne alla coalizione tra le forze politiche che la compongono. È necessario che laddove i partiti e le forze della sinistra da sole non ce la fanno a raggiungere la maggioranza siano egemoni dentro la coalizione stessa: abbiamo bisogno di governare noi figure, forze e partiti della sinistra la coalizione. Detta brutalmente: preferisco governare una coalizione che ha dentro un po’ di destra che essere governato da una destra che vince.

Lo si vede anche in Europa, con la divisione della coalizione di centrodestra. Quando si è egemoni e forti, come in questo caso col premier Giuseppe Conte, anche la destra si sparpaglia…

Dobbiamo molto alla Merkel, se non avessimo una Germania così forte economicamente, così determinata noi non avremmo avuto questo risultato, anzi forse non avremmo più l’Europa oggi e non parleremmo di recovery fund, ma parleremmo di uscita di alcuni Paesi, non soltanto dell’Italia, ma anche della Francia dalla Ue.

Credi che questo risultato fortemente europeista possa far scivolare la propaganda di Salvini al Sud come qualcosa di inattuale?

Silvio Berlusconi ci ha ricordato che questi soldi arriveranno nella seconda metà del 2021, e questo è un dato ineludibile: da qui al 2021 dobbiamo provare a rimettere in piedi il Paese, contando sulle nostre risorse e sui trasferimenti europei, che sono stati stanziati e tra questi quelli alle regioni. In un post ho scritto Più soldi all’Italia, più soldi alla Puglia, significa che se noi mettiamo in campo un orientamento per la spesa pubblica che sia un progetto per la rinascita complessiva del Paese,che abbia il proprio motore economico nel Sud, allora ce la possiamo fare, altrimenti rischiamo di vedere vanificato lo sforzo fatto dall’attuale governo per recuperare questi 200 miliardi.

Emiliano a Carta Bianca su Rai3 parlava insieme a Luca Zaia di un rafforzamento della sanità pubblica.

Mi ha convinto molto quello che diceva Emiliano, Zaia si è comportato tutto sommato pure bene. Emiliano ha parlato di investimenti dentro la sanità pubblica per innalzare i livelli medi delle prestazioni. Non solo per creare dei centri di eccellenza, che a volte sono il paravento dietro il quale si nasconde una sanità mediocre. Emiliano vuole innalzare i livelli medi di assistenza e ciò significa poter offrire finalmente ai pugliesi la possibilità di curarsi in Puglia di più- perché noi spendiamo molto per i pugliesi che vanno fuori a curarsi- e curarsi meglio. Queste due cose insieme sono il paracadute affinché una eventuale seconda ondata del Covid non incida così pesantemente sull’economia. Lui ha detto un’altra cosa interessante: dobbiamo far sì che un eventuale secondo lockdown non blocchi l’economia.

Più di quanto non sia già bloccata adesso…

Quello che dimenticano i sovranisti e anche gli ipercritici della sinistra è che noi non vivevamo in un Paese che viaggiava economicamente. Anzi. Due cose ci ha detto lo Svimez: la prima nel 2016 quando dice che il Sud si è sganciato dal resto del Paese. La seconda lo scorso anno quando dice che dal momento che il Sud si è sganciato dal resto del Paese, il Nord che fondava gran parte della sua esistenza economica sulla domanda di beni e servizi provenienti dal Sud si è sganciato dall’Europa. Noi abbiamo riagganciato almeno in parte l’Europa sul piano del bisogno di denaro, adesso bisogna agganciarla, mettendoci della politica interessante. Occorre agganciare l’Europa che sta viaggiando, con tutte le lentezze di un continente vecchio, che ha una domanda ricca, ma di prodotti e beni servizi che prevalentemente non sono per giovani. Il nostro è un continente che ha bisogno, secondo il mio punto di vista, di inglobare manodopera immigrata e di far circolare di più al proprio interno chi vive in Europa e di abbattere davvero le frontiere. Se queste risposte positive partono dalla sanità è un bene: mi convince la ricetta tedesca di far partire dalla sanità anche l’eventuale ricorso al Mes, perché sta partendo da ciò che gli europei mettono prima del lavoro, e cioè la salute. Prima la salute, che implica naturalmente l’ambiente e immediatamente dopo il lavoro, tanto è vero che la ricetta Merkel è anche una revisione complessiva delle rendite e dei profitti: loro mettono in campo l’ipotesi che si possano alzare le tasse sui ricchi per evitare che accada in Europa quel paradosso che sta accadendo negli States e che ha ricordato Sanders: durante il lockdown circa 120 milioni di persone hanno visto ridotto drasticamente il loro salario, ma sono aumentati i super ricchi. Noi viviamo una fase economica che rischia di determinare una frattura e uno iato incolmabile tra chi sta davvero male e chi sta davvero bene.

Questo sta succedendo anche da noi: è aumentato in questi mesi il risparmio privato, così come sono aumentati i rendimenti finanziari.

C’è un qualcosa che è in atto da tempo, sempre lo Svimez ci ha detto che c’è la disposizione a teusarizzare, a risparmiare insieme a quella a concentrare la ricchezza parassitaria, non proveniente da investimenti produttivi e quindi da lavoro, dentro le mani di poche persone. Queste tendenze sono quelle che meglio rispondono all’idea dei sovranisti. In Puglia ho proposto più volte che si costruisca un piano regionale per il lavoro che deve tenere dentro misure per le imprese e per i lavoratori, solo così possiamo costruire una società pienamente solidale. Una società che non vive di frizioni e di fratture, come vuole Matteo Salvini che è venuto in Puglia a testare dei temi estremamente divisivi. Va dove la popolazione è scontenta, cosa che produce e amplia queste fratture, noi invece abbiamo bisogno di mettere in campo delle ricette per una Puglia pienamente solidale. La Puglia ha prodotto il ReD anticipando il reddito di cittadinanza e funziona anche meglio: dobbiamo costruire una Puglia che dentro qualunque settore, dall’agricoltura all’istruzione fino alla sanità dia la misura della possibilità di far crescere le imprese pugliesi- e ci tengo a ribadire pugliesi, cosa che non fa Salvini perché lui parla di imprese tout court perché vuole valorizzare le imprese del Nord- dobbiamo uscire dall’idea di premiare solo le start up o le imprese che sono molto solide e stare invece sulla fascia media, dobbiamo aiutare la classe media pugliese che oggi è a più forte rischio impoverimento e di uno scivolamento nella povertà che ha effetti psicologici devastanti. Se io sostengo la classe media imprenditoriale e il ceto medio ho diminuito il potenziale scivolamento della povertà e allo stesso tempo ho favorito un ritorno all’occupazione, perché nella povertà ho il ReD o il reddito di cittadinanza, per la soglia di povertà assoluta dovrò trovare delle misure per drenare fondi propri per sostenere le famiglie.

In questi anni tanta classe media aveva investito in Puglia in segmenti produttivi che oggi soffrono molto la crisi pandemica.

Sì, assieme ad altri. Ci sono segmenti che fanno parlare meno di sé, ma sono settori produttivi come l’innovazione informatica e produzione di software, che hanno bisogno di essere molto più sostenuti, noi dobbiamo fare molto di più e molto meglio, abbiamo far bisogno di far diventare tutta l’area tra Brindisi-Bari e Taranto il nuovo triangolo dell’innovazione e della nuova industria, una sorta di vera e propria silicon valley, con distretti produttivi con software nostri. Il mio non è un discorso autonomista ma di mantenimento del valore aggiunto.

Devo brevettare di più, la Puglia ha la necessità di produrre brevetti e di mantenerne la proprietà oltre che che evitare la monocommittenza: le nostre imprese non possono dipendere solo da Mittal e Borsh. Stimolare produzioni autoctone che sappiano stare sul mercato globale per intercettare i fondi significa far diventare i 4 milioni di pugliesi una bella fetta di mercato. Per il Nord è già così, quando Salvini viene qui si porta con sé gli interessi delle imprese del Nord.

Tornando all’avvocato Laforgia lui indicava nel populismo di Emiliano un elemento quasi di vanto. Tu che ne pensi, non è che la sinistra e certo riformismo demonizzano tanto il populismo quando invece questo termine è ormai desueto?

Hai usato la parola giusta: il populismo è desueto, si è tornati a forme di leaderismo. Io penso che l’ultimo populista italiano sia stato Matteo Renzi e la fine ingloriosa di Renzi è la fine ingloriosa del populismo. Il populismo ha senso quando dentro c’è tutto, una melassa ideologica, che ha portato Renzi alla guida del Paese. Matteo Salvini è un leader, ha delle idee molto chiare, a destra, rimette in campo delle idee che alludono alla parte peggiore della storia italiana, non repubblicana ed è affetto da leaderismo. Tutta la politica italiana è affetta da leaderismo.

Michele Emiliano non ha un partito di riferimento, ma ha una coalizione, gli viene accusato di essere eccessivamente ecumenico. Però su alcuni temi ha idee molto molto chiare. Non mi spaventa il leaderismo, perché di leaderismo era affetta la sinistra quando Vendola era governatore della Puglia e io sono stato uno dei primi a criticare quella forma di leaderismo perché indebolì fortemente l’organizzazione della politica e dei partiti della sinistra e la appiattì su dinamiche elettorali.

Le Fabbriche di Nichi sono il massimo esempio…

Certo, le fabbriche di Nichi, ma anche Sinistra Ecologia e Libertà col none di Vendola dentro. Non mi spaventa il leaderismo, penso che siamo siamo entrati nella fase, in cui è necessario ricostruire contenitori politici in cui ricominciare a fare democrazia. Io sto frequentando in queste settimane molte persone che vengono dai partiti o dal mondo associativo e le sto frequentando anche grazie alle sezioni del Pd e sono convinto che vi siano spazi per ridare fiato alla sinistra anche dentro il Pd. Ma che non deve essere la sinistra di un partito, attenzione.

Che stato di salute hai trovato nel Pd a Bari?

È una organizzazione che risponde a figure più eminenti, però è anche vero che l’esigenza di politica- perché Salvini ha imposto il ritorno alla politica, cioè a dire delle cose oltre che a chiederle- ha indotto le persone ad esprimersi in termini più politici. Questo è sempre un vantaggio per il centrosinistra, perché il centrosinistra italiano nasce per reazione al fascismo e quindi ha un portato ideologico importante. Si può fare nel Pd? Me lo auguro per il Pd anzitutto, mi auguro che voglia voglia uscire dalla fase delle consorterie interne ed entrare in fase di grande mescolamento che abbia dei valori come proprie stelle per orientarsi. Il Pd è l’unica forza nazionale e pugliese, che può rimettere al centro del dibattito il tema del diritto di cittadinanza, lo ius soli puro, il tema dei diritti civili, io propongo che la Puglia si doti sin da subito di una legge conto l’omotransfobia, del diritto alla salute come ha espresso bene Emiliano, ribaltando il principio che dava prima la sostenibilità economica e poi la sostenibilità ambientale. Dico cose che non ho pensato da solo, ma con gli amici e i compagni di Ambiente e Lavoro Puglia, ma di cui ho potuto discutere con coloro che erano con Renzi in Puglia e non sono entrati in Italia Viva.

Sono tantissimi, incluso il tranese Ferrante, che era il dirigente principe dei renziani in Puglia, non è vero?

Sono tantissimi, sì. Con queste figure stiamo discutendo molto di ambiente, è importante, perché si creano delle alleanze nel Pd che sono alleanze dentro la società possiamo fare banalmente egemonia. Prendo un termine caro a Gramsci: fare egemonia nella società è essenziale. Salvini tende a fare egemonia.

Il leaderismo nuovo deve tendere a fare egemonia, non hanno mai fatto egemonia i leaderismi di centrosinistra finora. Abbiamo bisogno di figure capaci di allargare il consenso attraverso l’egemonia, su temi nostri. Non temi di altri.

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