“La movida? Una follia. Il virus circola ancora”. Parla Spaccavento, indicato come prossimo assessore alla Sanità della Puglia

by Lia Mintrone

Fase 2, l’inferno dopo l’inferno. Quella che sembrava dover essere una strada tutta in discesa è diventata, invece, la salita più ripida e difficile. Per molti il Covid-19, il virus che ha messo il mondo in ginocchio, è stato come un semplice mal di gola, altrimenti non si spiegherebbero le movide, provinciali e forsennate, alle quali si sono dedicati greggi umani, sì, ma non immuni.

A fronte di una fascia consapevole e scrupolosa, avanza un’altra, composta perlopiù da giovanissimi, smaniosa sostanzialmente di tracannarsi un drink fuori dai locali alla moda contravvenendo, così, al diktat valido per tutti: evitare assembramenti, rispettare il distanziamento sociale e indossare le mascherine.  Ma responsabilità e senso civico hanno lasciato il posto a strafottenza e onnipotenza. Siamo tornati dal medico Felice Spaccavento, anestesista e rianimatore, coordinatore dell’Unità Cure Palliative della Asl Bari, colui che viene dato come prossimo assessore alla Sanità della Regione Puglia in un Emiliano bis, uno sui quali il governatore pugliese ha puntato durante questa emergenza da Covid-19.

Dottor Spaccavento, questa Fase 2 non è quella nella quale avevate e avevamo sperato. Le immagini della movida a Bari e nel resto della Puglia hanno qualcosa di surreale e di grottesco. Mandrie di forsennati senza alcuna coscienza né amore per se stessi. Le ha viste?

Certo, direi che si sono viste immagini di pura follia. Le persone sembravano tanti carcerati usciti dopo anni di prigione, assurdo, pazzesco.  Anche io ho avuto il bisogno di fare una passeggiata con i miei figli, ma non sono andato nei posti dove c’erano migliaia di persone. Nessuno ha detto che non si può uscire, ma mi chiedo che bisogno ci sia di andare tutti negli stessi luoghi

Una Fase 2 così difficile da gestire nessuno l’avrebbe immaginata

Sapevamo che sarebbe stata una fase delicata nella quale si sarebbero dovute dare risposte al mondo del lavoro ed economico andati in grande sofferenza durante il lockdown. Bisognava trovare una soluzione per permettere alle attività di poter ripartire. Ci sono state aziende che hanno fatto un buon lavoro coniugando ripresa e sicurezza, altre no. Ultimamente sono stato in bar e ristoranti e ho apprezzato il tentativo, anche buono, di rispettare le regole. Ciò che mi ha spaventato è stata la quasi totale superficialità della gente

Pazzesco

Pazzesco, sì, perché appena hanno avuto il via libera hanno invaso le strade con folle da stadio, come se non fosse accaduto niente nei due mesi precedenti

Forse bisognava essere meno permissivi

Io non sono mai stato per la linea del terrorismo psicologico, noi avevamo dato poche regole da rispettare: il divieto di assembranti, l’utilizzo preciso delle mascherine e il lavaggio delle mani. Non mi sembrano cose assurde, pochi e semplici dettami che non sono stati rispettati da tutti.  Vedere le immagini delle città invase di gente è stato un colpo, non abbiamo mai detto che bisognasse continuare a stare a casa né che le attività non dovessero ripartire. Ma credo che nessuno, neanche quelli che hanno invaso il lungomare di Bari, abbia voglia di tornare a una Fase 1. Ci sono delle regole e vanno rispettate, è molto semplice. Sa qual è il problema?

Quale?

Che noi non sappiamo come possa evolvere questa epidemia, stiamo cercando di dare delle regole ma non sappiamo cosa può succedere. La speranza è che il virus si sia svirulentato, che abbia perso la sua aggressività. Ma allo stato non esistono studi ufficiali che possano dirlo. In Puglia ci sono ancora nuove infezioni e nuovi casi di decesso da Covid-19, questo significa che il virus sta circolando ancora

I medici, però, hanno le loro colpe. I ragazzi si sono sentiti invincibili quando proprio dai medici è stato detto che il virus non attaccava i giovani né i bambini

Si diceva che i bambini fossero meno soggetti all’infezione, ma è anche vero che ci sono stati casi di bambini attaccati dal virus. Così come è vero che ci sono stati giovani, sotto i 30 anni, deceduti a causa del coronavirus. Il fatto che il virus attacchi maggiormente gli adulti non significa che i giovani siano immuni. Sia chiaro una volta per tutte, il virus può colpire chiunque

Forse si sono sottovalutati gli effetti di una informazione non sempre corretta e precisa

Forse, ma le informazioni sono state date. Poi, è chiaro che si cerca anche di non dare informazioni sempre pesanti o negative.  La gente può uscire, ma non deve assembrarsi né fare movide. Andate al bar o dove volete, ma distanziati e con le mascherine

Il prof. Lopalco ha detto che sarà importante vedere i risultati di metà giugno. Concorda?

Sì, se a giugno arriviamo a zero casi, il livello di attenzione non si abbasserà ma si alleggerirà soltanto. Il virus comunque circola. E poi, alla metà del mese, vedremo le conseguenze della fine del lockdown. Io spero che il virus sia meno aggressivo e che l’utilizzo delle mascherine possa evitare una ricaduta importante.  Se non c’è stata una strage è stato grazie ai dispositivi usati e al distanziamento. Ricordiamocelo

Cosa risponde a quelli che dicono che le mascherine fanno male perché si respira anidride carbonica?

Non ho mai pensato che la mascherine possano essere deleterie, noi medici le usiamo da sempre, anche per tante ore al giorno, e nessuno ha mai avuto problemi.  La mascherina va usata con criterio, dove c’è affollamento va rigorosamente usata, ma se sono solo in un luogo dove non c’è nessuno posso anche toglierla. E, comunque, l’anidride carbonica non viene trattenuta dalla mascherina ma passa attraverso le fibre

E  sui guanti, altre polemiche. Vanno usati, sì o no?

Sono sempre stato contrario, servono ai sanitari non agli altri. Trattengono molta più sporcizia e sono meno igienici. Molto meglio lavarsi semplicemente le mani con acqua e sapone

E tutto il mondo degli igienizzanti dove lo mettiamo?

Acqua e sapone vanno benissimo, i disinfettanti se si hanno è bene ma non sono indispensabili

E le scarpe, le disinfettiamo o no?

Sono sempre stato della scuole svedese, le scarpe le ho sempre tolte prima di entrare in casa

E al mare si può andare, sì o no?

Non ci sono studi che dicono che non si possa andare, ma anche per il mare vale la regola dell’assembramento, bisogna mantenere le distanze. Ecco, magari, la domenica non si va ed è meglio

Indiscrezioni parlano di lei come del prossimo assessore alla Sanità della Regione Puglia se Michele Emiliano dovesse bissare il mandato. Conferma?

Non ambisco a così tanto, ma sono dell’idea che l’assessore alla Sanità debba essere un tecnico che abbia addosso l’odore degli ospedali e dei malati e che abbia anche una buona preparazione sulla gestione del rischio

Cosa cambierebbe subito da assessore per migliorare la sanità pugliese?

Intanto si dovrebbero visitare tutti gli ospedali e adeguarli secondo le 18 regole ministeriali sulla sicurezza per tentare di azzerare il rischio clinico facendo in modo che l’errore diventi sempre pari allo zero

E poi?

Rendere gli ospedali il più efficienti possibili, completi, mai fatti da pochi reparti e poche specialistiche. Il paziente deve avere tutta l’assistenza multi specialistica di cui ha bisogno.  Ogni ospedale deve avere le branche principali e una terapia intensiva obbligatoria così come una banca del sangue. Insomma, molti più ospedali di primo livello e meno ospedali di base. E poi, andrebbero potenziati tutti i sistemi territoriali che, per varie patologie, potrebbero aiutare gli ospedali. Ci sono patologie che possono non essere trattate in ospedale.  E poi occorrerebbero più case di salute, ospedali di prossimità, creare i PDTA (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) anche chirurgici, che possano essere fatti al di fuori degli ospedali

E con le liste d’attesa come la mettiamo?

Si abbassano aumentando le strutture che possono smaltire i bisogni dei cittadini. Sfruttando le strutture territoriali, dalle 8.00 alle 20.00, dal lunedì al sabato e anche la domenica. Le abbiamo, ma dobbiamo diversificarle. La risposta della sanità è questa, non tutto si può fare in ospedale e non tutto si può fare nel territorio. La sanità va diversificata, penso al triage sanitario, quello che dovrebbe fare il medico di base

Molti di loro stampano solo ricette

La medicina di base invece è fondamentale. Il medico di famiglia deve fare una diagnosi, deve saper usare un ecografo, un elettrocardiografo, deve seguire i pazienti negli ospedali, devono seguirli prima, durante e dopo.  Il medico di base è il centro di tutto, deve recuperare la sua figura principale. E poi, c’è la telemedicina, il mio sogno è realizzare un monitoraggio di alcuni pazienti, penso a quelli affetti da Sla o da Sma, facendoli stare a casa. Questi mesi abbiamo fatto sforzi immani a causa del Covid-19, molti pazienti non hanno avuto l’assistenza di cui avrebbero avuto bisogno, perché lasciarli soli? Ecco che la telemedicina corre in loro aiuto. C’è uno sperpero di denaro inutile, c’è tanto da fare. E comunque, la sanità in Puglia dovrà essere governata da una squadra, non solo da un assessore. Mi ispiro molto al modello dell’Emilia Romagna, il migliore in assoluto. E sapete perché funziona? Perché è un metodo  

Basterebbe solo cercare di imitarlo  

Sicuramente, occorre una maggiore concentrazione nella sanità pubblica, spingere e investire sulle strutture pubbliche, sulla formazione, sulle strutture territoriali come le case della salute, gli hospice, le rsa, le rsa anche di terzo livello. Il mio sogno è di creare in Puglia il primo hospice pediatrico che vorrei chiamare la ‘ Casa dei sogni’, una struttura dove possono essere curati quei bambini che non possono essere guariti. La Puglia può essere la prima regione del centro- sud a creare una struttura del genere perché la dignità dei bambini e della loro sofferenza deve esser rispettata. Anche il fine vita deve esser rispettato

 Lei è molfettese e si è formato alla scuola di don Tonino Bello

Ho collaborato con lui, abbiamo anche scritto una musica insieme ‘Dammi un’ala di riserva’, lui ha scritto le parole. Don Tonino è stato il mio maestro di vita insieme con Guglielmo Minervini, mi hanno tracciato la strada, quando faccio il mio lavoro penso a loro. Don Tonino era un prete di strada, un lottatore, uno fuori dalle regole, un Vescovo che faceva paura ai cattolici e faceva innamorare i laici. Ecco, io sono un laico innamorato di don Tonino Bello.

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