“Un sorriso rassicurante per ogni gestante pur con tute bianche marziane e caschi anti-sommossa”. Il dottor Antonio Lacerenza illustra le prassi del Punto Nascita Covid del Policlinico di Foggia

by Michela Conoscitore

Partorire negli ospedali non è mai stato così sicuro, anche durante questa pandemia che sta travolgendo sistematicamente ogni nostra certezza. Ciò è possibile grazie all’impegno profuso dal personale sanitario, medici ed infermieri che coordinandosi con i vertici direzionali, lavorano per assicurare la normalità soprattutto in un momento così delicato e importante come il parto.  

Accortezze necessarie che anche al Policlinico “Ospedali Riuniti” di Foggia si sono ovviamente adottate, come ha illustrato a bonculture il dottor Antonio Lacerenza, ginecologo e coordinatore del Punto Nascita Covid del nosocomio foggiano. L’abbiamo intervistato:

Dottor Lacerenza, il Covid colpisce anche le donne in gravidanza, mentre per le mamme non positive, i timori sono numerosi. Agli Ospedali Riuniti di Foggia come avete deciso di affrontare questa situazione, per garantire alle future mamme le misure necessarie per un parto sicuro e Covid-free?

L’obiettivo è quello di offrire alle pazienti una migliore organizzazione delle attività, atte a gestire in modo adeguato non solo la routine ostetrica della paziente asintomatica, ma anche eventuali condizioni cliniche critiche precedenti o successive al parto. Dal sacrificio congiunto di tutti i colleghi della Unità Operativa Complessa di Ostetricia Ospedaliera, diretta dal dottor Lorenzo Lo Muzio, della Unità Operativa Complessa di Ostetricia Universitaria, diretta dal prof. Luigi Nappi, della Unità Operativa Complessa di Terapia Intensiva Neonatale, diretta dal dottor Gianfranco Maffei e dal Nido diretto dal dottor Gerardo Montrone, e per volere della direzione strategica del Policlinico Riuniti di Foggia è stato istituito un Reparto Covid Materno infantile, coordinato da me e dalla dottoressa Sabina Di Biase al quale afferiscono anche le Unità operative di Neuropsichiatria Infantile, diretta dalla dott.ssa Anna Nunzia Polito e di Chirurgia Pediatrica Ospedaliera e Universitaria dirette rispettivamente dalla dottoressa Maria Nobili e dal prof. Fabio Bartoli. Il reparto garantisce alle mamme, ai neonati e ai pazienti pediatrici un percorso dedicato nel quale poter essere ricoverati in caso di affezione virale da SARS-CoV- 2. L’organizzazione sottende la collaborazione di ogni singola figura medica e non medica impegnata nel percorso, con un innegabile impiego di energia psico-fisica. Ritengo che il nostro Policlinico sia in grado di garantire un livello assistenziale alto.

Con l’arrivo del vaccino, ci si è posti la domanda se includere anche le gestanti nella procedura, sapendo che quelli già in somministrazione non sono stati testati su donne in gravidanza. L’OMS lo ha sconsigliato, mentre i ginecologi italiani hanno stilato un documento per sottoporre le donne ad una vaccinazione sicura. Qual è il suo parere in merito?

In occasione della predisposizione del modulo per il consenso informato del vaccino Moderna, è stato aggiornato anche quello per il vaccino Pfizer-BioNTech. In ambedue i moduli è inserita una specifica sezione, dove si sottolinea che: “in base alle attuali conoscenze scientifiche la somministrazione del vaccino non può essere raccomandata né controindicata alle donne in gravidanza e in fase di allattamento. La somministrazione del vaccino potrà essere effettuata solo successivamente, all’analisi caso per caso con la figura professionale sanitaria di riferimento, dei potenziali rischi e dei potenziali benefici per la madre, il feto e il neonato”. Ritengo che non sia prudente, in questo momento, consigliare la somministrazione del vaccino alla donna in gravidanza semplicemente perché gli effetti di una tale somministrazione, su cui non possediamo abbastanza evidenze scientifiche, potrebbe produrre effetti in un arco temporale molto ampio.

Quante mamme Covid avete assistito in reparto durante la prima e la seconda ondata? La trasmissione del virus tra madre e bambino si è verificata spesso?

Nella prima parte dell’anno i parti Covid sono stati sporadici, mentre nella seconda, a partire dal primo dicembre, il numero è salito a 35 nati da madre COVID positiva per un totale di 206 ricoveri registrati. Non ci sono stati, ad oggi, casi di trasmissione verticale tra madre e bambino.

I dati indicano in Italia un aumento dei parti prematuri, a seguito del peggioramento delle condizioni della gestante affetta da Covid: se ne sono verificati agli Ospedali Riuniti? Se sì, quali sono le condizioni dei neonati?

Ci sono stati nove parti prematuri, di cui due gemellari, con ottimo outcome neonatale.

Negli ultimi mesi, le gestanti pare stiano preferendo i parti in casa, per evitare proprio il contagio del Covid-19 negli ospedali. Cosa pensa in merito?

Sicuramente è una scelta imprudente e sconsigliata.

Sappiamo che l’allattamento è importante per i neonati, soprattutto nei primi mesi di vita. Per le madri positive al Covid, lei sente di sconsigliarlo?

Le donne affette da SARS-CoV- 2 possono allattare il neonato ed il contatto pelle a pelle non è controindicato. Al momento, il rischio connesso all’allattamento è legato soprattutto al contatto ravvicinato con la madre, attraverso le goccioline del respiro. È raccomandata, quindi, l’adozione di misure di prevenzione: lavaggio delle mani e mascherina chirurgica. Qualora le condizioni cliniche della madre non dovessero consentire l’allattamento diretto e/o il rooming in andrebbe, comunque, evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando la spremitura del latte materno. Tuttavia, in base alle evidenze finora disponibili, SARS-CoV- 2 non è stato rilevato nel latte materno.

Le future mamme come stanno affrontando il momento del parto in un periodo così difficoltoso?

È innegabile il livello di ansia, notevolmente superiore alla norma sia a causa del timore legato alla infezione sia per l’isolamento coatto al quale le mamme sono costrette per motivi di contenimento. Alle pazienti è comunque garantito il parto indolore, grazie alla collaborazione dei colleghi anestesisti. Il team del Covid Materno-Infantile è composto fortunatamente da personale splendido, che lascia trasparire dalle tute bianche “marziane” e dai caschi “anti-sommossa” sempre un sorriso rassicurante per ogni paziente, cercando di rendere la permanenza in ospedale il meno triste e ansiosa possibile. Il reparto è dotato, inoltre, di tablet attraverso il quale le mamme possono comunicare, in videochiamata, con i neonatologi e poter ricevere informazioni sul neonato.

È previsto uno specifico percorso post parto per le mamme positive al Covid?

Nell’immediato post partum, se consentito dalle condizioni cliniche sia della madre che del neonato, è attivo il rooming in ovvero la possibilità che madre e neonato siano nella stessa camera continuativamente, con il supporto del personale del nido. Al momento della dimissione, se la neo mamma risultasse ancora positiva, si provvede al trasferimento protetto della stessa e del proprio neonato a domicilio, con ambulanza Covid dedicata.

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