Teatri, bandi e polemiche elettorali, Anna Paola Giuliani: “La cultura è di chi la ama”

by Antonella Soccio

Manifestazioni di interesse come a Bari, è stato questo il nocciolo della proposta del centrosinistra per la Cultura a Foggia, un asse che è stato presidiato con lungimiranza e successo dall’assessorato di Anna Paola Giuliani, tradizione fortemente radicata a destra per spirito e storia familiare, ma amata in maniera trasversale da operatori culturali, manager dello spettacolo ed artisti di ogni colore in questi cinque anni di governo del sindaco Franco Landella.

Il Teatro Umberto Giordano del resto è il contenitore col miglior sbigliettamento del circuito del Teatro Pubblico Pugliese dell’intera Regione Puglia. Un risultato importante frutto anche di una strategia di apertura e di inclusione.

La proposta avanzata dal presidente del TPP Giuseppe D’Urso di raggruppare gli spazi culturali foggiani sotto un’unica Fondazione con partecipazione regionale è stata smontata dall’amministratrice e in realtà lascia tiepido anche il candidato sindaco Pippo Cavaliere, che nel corso del convegno ha chiesto sostegno al dirigente al ramo Carlo Dicesare.

Manca poco al voto e i cittadini si esprimeranno anche sull’operato dell’assessora, candidata con una civica del sindaco uscente.

Noi di Bonculture l’abbiamo intervistata.

Assessora Giuliani, ha letto il documento programmatico culturale del candidato sindaco del centrosinistra?

In questi giorni ho risposto a Peppino D’Urso che ha reso pubblica la sua proposta. Il mio non era un intento polemico, ma era un po’ un voler ristabilire la verità. Per prima cosa dal Teatro Pubblico Pugliese i diretti interessati mi dicono che non sanno nulla di quella proposta, anzi ma che Peppino D’Urso sta parlando per se stesso non in qualità di presidente del TPP. Credo che il Teatro Umberto Giordano debba continuare ad essere gestito così com’è stato fino adesso, credo che il Teatro debba essere appannaggio dei cittadini foggiani tutti, in ogni ordine e grado, rispettando i gusti del pubblico.

Qualcuno in questi anni l’ha criticata per la sua scelta di aprire il teatro un po’ a tutti, sdoganando anche generi non consoni ad un contenitore storico. Cosa risponde?

L’abbiamo dato a tutti, assolutamente sì. Dovremmo capire chi sono i cittadini foggiani, se sono solo quelli che pagano le tasse e non potendosi permettere il biglietto a teatro non potranno andarci mai. Io sono convinta che bisogna aprirlo il più possibile. Si parla tanto di cultura come inclusione, se la cultura è inclusione noi dobbiamo fare in modo che più gente possibile arrivi a teatro. Se dovessimo essere riconfermati e se io potessi lavorare nel solco della continuità, continuerei all’insegna dell’inclusione, degli eventi, del teatro ha classe, del Natale nelle periferie e del Foggia Estate nelle periferie, continuerei a portare insieme a Daniela d’Elia e a chi se ne sta egregiamente occupando la poesia in carcere, continueremmo a fare tutto quello che abbiamo fatto finora, cercando soprattutto di continuare nella produzione dell’opera lirica, auspicando che un giorno il nostro teatro possa avere il riconoscimento di teatro della tradizione.

Chi la critica sostiene che i finanziamenti alle tante iniziative culturali di questi anni siano stati concessi senza un criterio, un metodo oggettivo. A Bari dove il suo omologo Silvio Maselli si è affidato ad un bando annuale di circa 500mila euro, qualcuno invece ritiene che le politiche culturali attuate penalizzino fortemente la possibilità di progettare e programmare manifestazioni e festival di spessore qualitativo. Il bando viene visto come uno strumento burocratico per concedere finanziamenti a pioggia, senza scegliere. Lei che ne pensa?

Il criterio è uno e uno solo: la cultura così come la città è di chi la ama. Non è la scrematura che si deve fare, ma occorre capire se si vuole dare una opportunità a tutti o se vogliamo soltanto riempirci la bocca di paroloni. In questi anni abbiamo risposto con le azioni concrete, vincendone tanti di bandi importanti. Se volessimo raccontare quanti soldi ha portato a Foggia la cultura dovremmo partire da Community Library che vale 1,2 milione, da una negoziata per la Tomba della Medusa, nonostante non sia un bene del Comune, di 1,4 milioni di euro, dovremmo parlare di un bando di agosto 2015 che ha riguardato Piazza San Domenico e Largo Pianara di 700mila euro, del bandone della Regione per il Teatro di 375mila euro, del Museo selezionato tra i musei virtuosi della Puglia, che ha vinto un bando di 30mila euro. Noi non abbiamo assegnato bandi, abbiamo dato piccoli contributi o patrocinato eventi ai quali abbiamo creduto. Io credo nella potenza della città e dei cittadini, tutti indistintamente, perché penso che la cultura sia un bene di tutti, è giusto dare a ciascuno pari dignità. Forse stranisce che a dare pari dignità siamo stati noi? La cultura non è soltanto grandi eventi, tra l’altro non sono 480 posti a sera, ma col TPP sono 960 perché le recite era due. Parliamo di quel che ci piacerebbe fare, noi ne abbiamo ancora tanti di progetti.

Qual è il suo sogno se doveste essere riconfermati?

Un sogno sarebbe inaugurare Community Library che diventerà un bellissimo spazio, un sogno sarebbe davvero il riconoscimento di Teatro di tradizione. Quella di Catania è stata una bellissima esperienza, Foggia vola alto, perché sa volare alto.

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