«Tollerare, convivere e girare la testa. In certi ambienti e quartieri di Foggia si condivide la cultura mafiosa». Il pm Antonio Laronga sintetizza la Società in un libro

by Gabriele Rana

“Manca una storiografia della mafia foggiana e parlare delle vittime è difficile anche per questo, perché ci si muove in modo rapsodico”. Così Dimitri Lioi, presidente dell’associazione Giovanni Panunzio, durante il suo intervento nella diretta organizzata dal comitato La Società Civile e l’organizzazione Possibili Scenari lo scorso 28 novembre. Parole che suonano come una denuncia, o una richiesta di intervento.

Non tutti sapevano, però, che qualcuno già da due anni lavorava alla scritturadi un libro che potesse raccogliere, sintetizzare e analizzare la storia intera del fenomeno mafioso foggiano: si tratta di Antonio Laronga, Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.

bonculture lo ha incontrato per parlare del suo nuovo libro: “Quarta mafia. La criminalità organizzata foggiana nel racconto di un magistrato sul fronte”, edito da Paper First, casa editrice della società Editoriale il FattoQuotidiano, disponibile dal 4 marzo in libreria e in edicola con Il Fatto Quotidiano.

Parlare di un argomento così stratificato e complesso come la genesi e l’evoluzione del fenomeno mafioso foggiano è, quasi scontato a dirsi, un lavoro molto complicato. Lo sa bene Antonio Laronga quando durante l’intervista dice: “Il mio è stato un lavoraccio. Ho cercato di fare una sistematizzazione organica di tutta la materia, andando a sintetizzare e semplificare gli aspetti più importanti di ben quarant’anni di storia delle varie mafie della Capitanata, tutto ovviamente in ordine cronologico. Già così ho scritto 250 pagine; se non avessi condensato le storie raccontate, avrei dovuto scrivere molti volumi sull’argomento, ma in tal caso chi lo avrebbe letto?”. Sicuramente non il grande pubblico a cui è diretta quest’opera, che raccoglie in sé una moltitudine di documenti rielaborati da un magistrato che, spesso, è stato sul campo delle indagini proprio dei fenomeni descritti nel libro. “Questa che fornisco è una ricostruzione storica basata su elementi sia di natura processuale che di natura investigativa. Ci sono anche rapporti dei carabinieri e atti parlamentari delle commissioni d’inchiesta del fenomeno mafioso. A fine libro si possono trovare circa 290 note che non solo indicano le fonti consultate, ma contengono degli approfondimenti sulle vicende raccontate. Ne consiglio la lettura perché in esse si trovano anche delle informazioni acquisite dall’esperienza personale sul campo, che nessun documento potrà mai fornire. In un’altra sezione del libro ho stilato un elenco minimo delle decisioni giudiziarie sulle mafie foggiane per permettere agli interessati di approfondire ancor più i temi relativi alle mafie presenti sul territorio della Capitanata”.

Approfondimenti che, almeno fino a questo momento, era realmente difficile fare proprio per la mancanza di libri che studiassero tutta la storia della quarta mafia: “C’è una grande fame di conoscenza di questo fenomeno. È importante comprenderne la gravità. Il fatto che questa mafia non è stata sufficientemente indagata dai mass media e dalla letteratura sul fenomeno mafioso, ne ha favorito il radicamento sul territorio. Parliamoci francamente, nella città di Foggia i mafiosi non trovano un contesto sociale ostile .Anzi, in certi ambienti, in certi quartieri, spesso si registra una condivisione della cultura mafiosa. Così come il fatto di tollerare, convivere e girare la testa dall’altra parte di fronte a certi comportamenti crea un ambiente favorevole allo sviluppo della mafia. Noi, e con noi intendo l’apparato repressivo dello Stato, possiamo anche spaccare il mondo, ma questo non basterà a contrastare la mafia se alla repressione non si abbina una reazione della società civile. E per fare questo è fondamentale conoscere, capire e ricordare, come dice Don Luigi Ciotti nella sua prefazione. Questo è l’obiettivo, ambizioso, che mi sono prefisso: far conoscere le mafie foggiane”.

Ma per un lavoro così complesso c’è bisogno di tempo, che spesso manca a chi opera come magistrato in una realtà territoriale così compromessa dal punto di vista criminale: “Ho iniziato a scrivere questo libro– precisa l’autore–nell’estate del 2019, durante le ferie, ma appena tornato al lavoro ho dovuto interrompere questo mio progettoa causa dei numerosi impegni lavorativi; ho potuto riprendere la scrittura del libro nel periodo di lockdown e, soprattutto,nel corso della scorsa estate, sempre durante le ferie”.

Antonio Laronga si è detto fiducioso sull’interesse che il libro susciterà. Purtroppo, a causa della pandemia, non sono previste, almeno a breve, presentazioni dal vivo. Tuttavia, sono state già programmate due presentazioni online: la prima, mercoledì 10 marzo 2021, organizzata da Libera; la seconda, mercoledì 16 marzo 2021, organizzata dall’AIGA, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati. A breve, sui social, saranno diffuse le locandine di entrambi gli eventi.

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