Inediti su Pietro Giannone, il filosofo avvocato protagonista del suo tempo

by Lucia Lopriore

Fresco di stampa il volume sugli atti del convegno di Ischitella tenutosi nel 2017 dal titolo “Inediti su Pietro Giannone”(Universal Book), di Autori Vari, curato da Giuseppe Laganella, studioso di storia del territorio garganico.

Il curatore del volume nella sua prefazione spiega i motivi che lo hanno stimolato ad approfondire lo studio sulla figura di Pietro Giannone, originario di Ischitella, avvocato di vasta cultura, protagonista del suo tempo, contrastato da chi avrebbe dovuto capire e sostenere i suoi principi.

Il testo racchiude interventi di vari studiosi e dello stesso curatore. Il primo argomento è affrontato dalla prof.ssa Teresa Maria Rauzino che nel suo contributo si sofferma sul luogo della memoria ritrovato: Ischitella che fu, come già detto, patria del Giannone.

L’autrice segue un ideale percorso giannoniano come luogo della memoria ritrovato: Ischitella. Il piccolo borgo prima della nascita del Giannone contava solo 1235 abitanti, poiché dopo il sisma del 1646 rimasero in essere solo 26 case con una perdita di 96 persone. Nel 1674 i principi Pinto y Mendoza Capece Bozzuto acquistarono il feudo con relativo titolo. La famiglia di origini portoghesi si occupava di commercio e grazie alle ingenti ricchezze accumulate nel tempo poté godere del privilegio di possedere il feudo.

Pietro Giannone visse ad Ischitella per diciotto anni ma, nonostante ciò, non dedicò molta attenzione alla sua cittadina se non una pagina nell’opera “Vita scritta da lui medesimo”.

Vale la pena di chiedersi il perché di questa trascuratezza. La Rauzino analizza il contesto socio culturale, il fervore illuministico che imperversava nella Napoli che lo aveva accolto durante il periodo degli studi filosofici e giuridici. Era quello il periodo in cui a Vico del Gargano si era costituita l’Accademia degli Eccitati Viciensi, unico sodalizio illuminista di Capitanata di cui si abbiano documenti. In quel tempo Michelangelo Manicone, un altro grande garganico, aveva solo 14 anni ma respirò quell’aria illuminista tanto da puntare poi l’indice contro la tirannia, e invocare la riforma della Chiesa.

Manicone metterà in evidenza i precari equilibri ambientali nella sua “Fisica Appula”. Tanti sono i punti d’interesse posti dalla Rauzino che contribuiscono alla conoscenza del territorio e del personaggio.

Giuseppe Laganella nel suo contributo si sofferma sulle sue ricerche genealogiche, mettendo in risalto la difformità trovata nella trascrizione del cognome del Giannone. Attraverso la consultazione dei documenti rinvenuti presso vari archivi, riscontra che originariamente il cognome era “Iannone” e che solo successivamente viene trasformato in “Giannone”.

Michele Eugenio Di Carlo mette in luce le personalità di Pietro Giannone e di Celestino Galiani. Due persone native del territorio garganico che si sono distinte per le loro opere e per le idee.

Se Galiani aveva agito con cautela evitando di esporsi, consapevole dei problemi a cui sarebbe andato incontro, il Giannone volle sostenere le proprie idee a prescindere dalle prevedibili conseguenze. 

La sua opera “Istoria civile del Regno di Napoli” non ebbe riscontri positivi e non trovò entusiastici consensi a causa dell’avversione della Chiesa, tanto che fu costretto a vivere in esilio dopo aver garantito ai suoi cari la sicurezza di una vita tranquilla. 

Al contrario Galiani ricoprì incarichi di prestigio, forte del fatto che seppe scegliere utili aderenze politiche ed ecclesiastiche.

Matteo Siena, scomparso recentemente, argomenta sulla famiglia di Pietro Giannone tracciando un’accurata biografia. Non mancano le notizie genealogiche che impreziosiscono il contributo rendendolo unico.

In ultimo, il sacerdote Francesco Agricola, impegnato da anni nella ricerca giannoniana, pone in evidenza la religiosità del Giannone che muore a Torino, ultima tappa del suo esilio, munito di conforti religiosi. Quasi una contraddizione se si considera che fu ritenuto anticlericale dai suoi contemporanei. Giannone non fu capito, tanto che solo in epoca recente, grazie all’impegno e alla caparbietà degli studiosi locali, sostenuti dalla Società di Storia patria del Gargano nord, (di cui il compianto Matteo Siena è stato presidente), la sua figura viene costantemente portata  all’attenzione di tutti.

Agli studiosi, che dopo questo convegno ne hanno organizzato altri due, i cui Atti saranno presto pubblicati,  vanno i complimenti per l’impegno profuso e l’augurio di nuovi traguardi da raggiungere.

Foto di gruppo degli studiosi dopo il convegno su Giannone

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