I Cavalieri Templari e la lunga scia di sangue per la conquista della magica medaglia che dona l’eternità

by Carmine de Leo

Le vicende storiche un po’ di tutta l’Europa e della nostra penisola italiana sono molto ricche della presenza dei misteriosi cavalieri Templari, che, al dire il vero,  poi tanto misteriosi non lo sono mai stati.

Quest’ordine di monaci guerrieri era stato fondato da un feudatario francese, il nobile Ugo de Payns nell’anno 1119, subito dopo la prima crociata in Terra Santa. La prima sede fu Gerusalemme e lo scopo primario era quello di difendere i pellegrini che si recavano in città per la Cristianità. La regola di questo nuovo ordine di monaci guerrieri fu ispirata da un parente dello stesso de Payns, l’abate cistercense Bernardo di Chiaravalle, riconosciuto poi Santo, che scrisse anche un significativo elogio di questo nuovo ordine il De laude novae militiae ad Milites Templi  ovvero L’elogio della nuova milizia dei Cavalieri del Tempio.

Il nome dei Templari, che dimostrarono doti non comuni nei combattimenti contro gli infedeli in difesa di Gerusalemme, evoca sempre, in tutto il mondo, suggestioni mai sopite ed un alone di mistero che si ripropone da secoli e mai completamente svelato!

In ogni regione dell’Italia abbondano luoghi considerati misteriosi per il ricordo storico di qualche  antico castello  oppure una semplice torre o chiesa appartenuti nei tempi passati per qualche tempo ai cavalieri Templari prima della loro definitiva soppressione.

Se ci atteniamo però alla storia vera e documentata scopriamo che molti di questi episodi storici considerati misteriosi ed alimentati col passare degli anni dalla fantasia popolare non reggono alle verità che ci vengono svelate dagli antichi documenti superstiti dell’epoca ed a noi pervenuti; in realtà i Templari erano ricchissimi e realizzarono un vero e proprio sistema bancario, un circuito tra le loro sedi che permetteva a semplici pellegrini che si recavano in Terra Santa, ma anche a re e principi, di prendere in prestito il denaro e proprio per non restituire un corposo prestito a lui fornito il re di Francia Filippo IV li annientò nel Trecento con l’accusa di eresia ed il pontefice Clemente V sospese definitivamente questo potentissimo ordine religioso e militare.

Nel Meridione, in particolare nell’antica provincia di Capitanata, una delle testimonianze documentate più antiche della presenza dei Cavalieri del Tempio o Templari è un vecchio documento di epoca Sveva, il famoso “Quaternus de excadenciis et revocatis Capitanatæ de mandato imperialis maiestatis Frederici secundi…” che l’imperatore Federico II di Svevia fece compilare per conoscere e tenere meglio sotto controllo tutte le rendite dei beni già appartenenti ai Cavalieri del Tempio e sequestrati dagli Svevi.

Si tratta, infatti, di un inventario dei numerosi beni immobili sparsi nei diversi centri abitati della Capitanata: palazzi, case, mulini, cantine, stalle e terreni, che, come si è detto,  sequestrati per ordine dell’imperatore Federico II di Svevia, testimoniano la grande ricchezza  dei cavalieri Templari.

In Italia quest’ordine monastico guerriero è ricordato anche per la costruzione di diversi castelli; ma questa è la storia vera, invece, come abbiamo già accennato, abbondano ancora di più leggende e storie fantastiche che vedono i Templari protagonisti di rilievo. Come quella relativa ad un fantastico medaglione sottratto da questi cavalieri al prezioso tesoro dell’Arca dell’Alleanza, custodito dai componenti di quest’ordine religioso militare a Gerusalemme.

Una leggenda poco conosciuta narra infatti che proprio un giovane cavaliere Templare di origine pugliese, di cui non ci è pervenuto purtroppo il nome, al ritorno dalla prima crociata e proveniente dalla Terra Santa, verso l’XI secolo, durante il pontificato di papa Urbano II, regalò al pontefice una medaglia magica, che concedeva a chi aveva la fortuna di possederla, il dono dell’eternità.

Questo prezioso oggetto fu trafugato durante la conquista di Gerusalemme direttamente dal tesoro dell’Arca dell’Alleanza, custodito in una preziosa cassa di legno di acacia tutta rivestita d’oro e descritta nel libro dell’Esodo.

L’importanza di questo medaglia, a quanto pare, era costituita dal fatto che essa aveva un potere straordinario, ovvero, era in grado di donare l’eternità a chi la possedeva.

Passano gli anni, i secoli ed ecco che la storia fantastica di questa magica medaglia dell’immortalità ci porta verso il Cinquecento, in Puglia, nella Capitanata, nella cittadina di San Severo, precisamente nel sontuoso ed elegante convento dei padri Celestini, poi soppresso verso il 1807, passato tra i beni pubblici ed attualmente elegante sede dell’amministrazione municipale di questo centro abitato.

Presso il monastero dei Celestini, ordine molto ricco in Capitanata, perché proprietario delle preziose cave di pietra che si estendono nei pressi di Apricena,  non si sa come, uno di questi religiosi, tal padre Trigorio, monaco forse di origine tedesca, aveva in custodia la magica medaglia che donava l’eternità, forse ricevuta in dono o trafugata a Roma dal tesoro del pontefice chissà in quale avventurosa circostanza!

A padre Trigorio, però, la medaglia dell’immortalità non portò in seguito molta fortuna; infatti, re Carlo V, messa a sacco con i suoi Lanzichenecchi la città di Roma nel 1527, venne a conoscenza dell’esistenza della magica medaglia e del fatto che essa era ora custodita in Capitanata, a San Severo, dal monaco celestino Trigorio e prontamente decise di inviare subito in questa cittadina  pugliese alcuni suoi soldati per recuperare questo prezioso oggetto magico.

Anche il monaco Trigorio aveva comunque i suoi informatori, forse colleghi dell’ordine che risiedevano in Roma e, venuto a conoscenza dell’arrivo dei soldati, cercò una via di fuga recando con sé la medaglia sottratta al tesoro dell’Arca dell’Alleanza.

Era stato avvisato troppo tardi!  e non riuscì a sottrarsi alla ricerca dei soldati di Carlo V e da questi presto raggiunto fu ucciso in località Tre Titoli, appena fuori la cittadina di San Severo, luogo ove ancora oggi pare si verifichino strani fenomeni, lo stesso toponimo, del resto ha forse qualche attinenza con il nome dello sfortunato monaco, perlomeno per quanto riguarda il numero tre: Tri-Goria e Tre Titoli; alimenta la suggestione di questo episodio anche la traduzione del sostantivo Goria, che in greco significa sanguinoso!

Testimonianza della tragica fine del padre celestino Trigorio fu il ritrovamento nel luogo dell’omicidio di una spada insanguinata, ma del corpo del frate e dei soldati di re Carlo V non si seppe più nulla e tutto l’episodio fu avvolto dalle nebbie del tempo!

Neppure sappiamo quale fu poi il destino della magica medaglia dell’eternità, ma essa, dopo altri secoli di silenzio, compare ancora una volta nella cronaca nera, sempre più pervasa del suo mistero.

La sua storia continua quando la ricerca della medaglia dell’eternità viene riproposta ancora nei tragici anni della seconda guerra mondiale.

In questo drammatico periodo bellico, alla sua ricerca furono interessati anche i servizi segreti tedeschi, in quanto è nota la passione esoterica dei Nazisti del Terzo Reich, che si riunivano con Hitler anche in particolari luoghi della Germania per officiare nuovi riti collegati all’astrologia ed all’occultismo.

Il più frequentato i questi luoghi era in Vestfalia, il secentesco castello di Wewelsburg, fatto restaurare da uno dei più stretti collaboratori del fuhrer, il famigerato Heinrich Himmler, che vi riuniva i componenti dell’Ordine Nero, gruppo ristretto di fanatici appartenenti al corpo delle SS che si interessavano di occultismo.

Ma anche questa volta, nonostante tutto, le ricerche degli emissari nazisti furono vane e si conclusero infine con il misterioso assassinio di un ufficiale della Gestapo e di alcuni suoi stretti collaboratori.

Queste conclusioni, certamente tragiche, non scoraggiarono però negli anni successivi nuove indagini ed esiti ancora più funesti.

Sempre nel Novecento, negli Stati Uniti d’America, una famosa medium, tale Madame Lea, fondò una setta segreta dedita all’occultismo ed all’esoterismo, che si interessò anche al ritrovamento della magica medaglia dell’eternità già appartenuta al  monaco celestino Trigorio.

Nel corso di una inchiesta giudiziaria, a questa setta vennero attribuite le morti di circa ottanta italoamericani, sorprendentemente tutti originari di San Severo, luogo in cui, come abbiamo visto, secondo la leggenda la medaglia dell’eternità era stata custodita per qualche tempo presso il convento della Santissima Trinità appartenente all’ordine dei Celestini.

Nell’occasione il governo degli Stati Uniti d’America, data la presenza di tante morti sospette, interessò anche l’FBI.

La polizia federale americana nominò anche due periti, gli antropologi Herbert Trunkenstyn e Rodolf Wagner, ma le indagini, anche questa volta, non vennero a capo di nulla, le morti degli affiliati alla setta di Madame Lea restarono un mistero e la medaglia dell’eternità non fu mai ritrovata, continuando ad essere eterna soltanto nella fantasia popolare!

You may also like

Leave a Comment

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.