La Morte a Venezia: tra letteratura, cinema e musica

by Alessio Walter De Palma

Il 2021 ha segnato un importante anniversario di un capolavoro assoluto atemporale e aspaziale della cinematografia d’autore: La Morte a Venezia a firma del Conte Luchino Visconti.

La pellicola immortale riprende il racconto lungo dello scrittore di professione tedesco Thomas Mann risalente al 1911 ma pubblicato l’anno seguente. Mann aveva già alle spalle un curriculum di tutto rispetto: I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia, composto a soli 26 anni e per il quale riceverà il Premio Nobel per la letteratura nel 1929; Tristan; Tonio Kroeger. Siamo in pieno periodo Belle Èpoque vicini alla “decadenza”, Mann da austero “artista-borghese” tedesco trascorre le vacanze estive del 1911 con la famiglia in Italia, Patria del Bello, dell’Arte, della Cultura, a Venezia, “città decadente per eccellenza”. Come in tutte le opere precedenti ma anche successive l’aspetto autobiografico è fortemente presente, risaputa la spiccata omosessualità dello scrittore implicitamente espressa in ogni suo racconto. Il personaggio principale è Gustav von Aschenbach, scrittore di fama internazionale tanto da essere inserito nei manuali scolastici – alter ego dello stesso Mann – ispirato al celebre compositore Gustav Mahler conosciuto lo stesso anno e nel nome riecheggia il celebre pittore omosessuale August von Platen, “amico stretto” di Mann; coprotagonista del romanzo il contino polacco efebico e di una bellezza adonesca Tadzio, il quale solo nel 1964 il traduttore Adrzej Drolegowski scopre la vera identità nel barone  Wladyslaw Moes, il cui nome abbreviato suonava come Adzio o Tadzio.

Il barone Moes scopre di essere l’ispiratore della penna di Mann solamente nel 1971 rimanendo entusiasta ed onorato con la proiezione della trasposizione cinematografica di Visconti, la cui gestazione non è stata tra le più semplici. Già nell’anno precedente si ha un docufilm dal titolo emblematico: Alla ricerca di Tadzio, Visconti stesso con la sua troupe è in cerca di una bellezza nordica, efebica, chiara, pallida, bionda con gli occhi azzurri – i biondi con gli occhi azzurri nella produzione manniana rappresentano i borghesi, i nobili. Dopo tanti provini per la parte di Tadzio viene scelto l’attore svedese all’epoca sedicenne Bijorn Andresen. Gustav von Aschenbach, che nel film è un compositore e non uno scrittore riferimento maggiormente esplicito a Mahler le cui musiche risuonano costantemente nel film, è interpretato da Dirk Bogarde. Per la madre di Tadzio si ha la magistrale interpretazione a titolo gratuito di Silvana Mangano.

Discostandosi dal romanzo di Mann, il capolavoro viscontiano mette in risalto maggiormente la tematica omosessuale in Mann sempre sottintesa, dalla biografia dell’attore Andresen è scaturito che Visconti, anch’egli con tendenze omoerotiche, durante le pause portava con sé l’attore in locali omosessuali del tempo con lo scopo di notare dal vivo se la bellezza “mortuaria” del giovane svedese potesse suscitare interesse. Questo ha provocato sensazioni contrastanti nel giovane, il quale ormai attore affermato, ha deciso di non accettare più ruoli omosessuali nella sua carriera. La tematica omosessuale è ripresa fortemente in un altro capolavoro dallo stesso titolo del 1973, l’opera lirica a firma di Benjamin Britten. L’opera in lingua inglese su libretto di Myfanwy Piper è in tre atti, la cui prima rappresentazione avviene a Suffolk il 16 giugno 1973, con protagonista assoluto Gustav von Aschenbach con voce di tenore, parte appositamente composta per Peter Pears, tenore preferito da Britten nonché suo compagno di vita. Il personaggio di Tadzio è muto, è un danzatore, una genialità per mettere in risalto l’incomunicabilità tra i due personaggi: uno cantante, l’altro ballerino. La voce grave di bass-bariton ha ben sette personaggi, il Dio Apollo, Dio della bellezza è affidato ad un controtenore.

La morte a Venezia rappresenta un vero e proprio capolavoro sia letterario con Mann sia cinematografico con Visconti sia musicale con Britten, ciò ad indicare come le Arti siano strettamente connesse tra loro.

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