Mondocane, una storia di fratellanza e amore con un Alessandro Borghi criminale

by Nicola Signorile

La Puglia e le sue mille facce. Mentre un maestro del teatro italiano come Gabriele Lavia sta terminando a Bari le riprese del suo ultimo film, da Pirandello, L’uomo dal fiore in bocca, nella Foresta Umbra, sul Gargano, si gira A classic horror story, opera seconda di Roberto De Feo, prodotta da Colorado per Netflix, e nella Murgia prende forma la serie internazionale targata Palomar, Quella sporca sacca nera (That dirty black bag). Ma non basta.

C’è un altro progetto in partenza destinato a far parlare di sé: tra Roma e Taranto sono iniziate le riprese – che dureranno sette settimane – del film Mondocane, esordio alla regia di Alessandro Celli con Alessandro Borghi protagonista di una storia di fratellanza e amore, di crimine e ambizione. L’attore romano, con un look a metà tra Mad Max e il suo Numero 8 di Suburra, sarà a capo di una gang criminale in una Taranto distopica: una città fantasma cinta dal filo spinato, in un futuro non troppo lontano che assomiglia in modo impressionante al presente. Una città in cui la Polizia non si azzarda a entrare. Sono rimasti i più poveri che lottano per la sopravvivenza, mentre le Formiche, la banda capeggiata dal carismatico Testacalda (Borghi), si contende il territorio con un’altra gang. Due orfani tredicenni, cresciuti insieme, sognano di entrare in quella banda. Pietro, detto Mondocane, per aver superato la prova d’iniziazione della gang, impone Christian al gruppo che lo deride chiamandolo Pisciasotto. Ma qualcosa si incrina nel loro equilibrio mettendo a rischio tutto quello in cui credono.

Anche l’Italia punta sul distopico, uno dei generi più frequentati dalle produzioni internazionali negli ultimi anni, puntando su uno dei migliori attori italiani in circolazione e su un debuttante dietro la macchina da presa. Celli viene da una buona esperienza televisiva – di recente ha diretto la docufiction Giorgio Ambrosoli Il prezzo del coraggio andata in onda su Rai 1 – e firma lo script di Mondocane con lo sceneggiatore di lungo corso Antonio Leotti (Il partigiano Johnny, Radiofreccia, Vallanzasca, Il paese delle spose infelici).

Borghi ritrova il regista del Primo Re Matteo Rovere, stavolta nelle vesti di produttore del film con la sua Groenlandia insieme a Rai Cinema. “Groenlandia continua a scommettere su pellicole che si prefiggono di superare il genere pur rispettandone le regole, in un mix di intrattenimento e qualità della narrazione. Il nostro lavoro sulle opere prime è costante, la ricerca di nuovi talenti è l’unica garanzia di futuro per l’industria italiana,”, ha spiegato un inarrestabile Rovere, che intanto produce anche la serie e il documentario sul delitto Scazzi e Romulus, sulla nascita di Roma per Sky.

Accanto a Borghi, nel cast Barbara Ronchi (Imma Tataranni, Padre nostro), Ludovica Nasti, la piccola Lila Cerullo de L’amica geniale, Josafat Vagni (che vedremo anche nella serie Leonardo), Federica Torchetti, attrice biscegliese che ha prestato la voce ai diari di Santa Scorese in Santa Subito di Alessandro Piva e per la prima volta sullo schermo Dennis Protopapa e Giuliano Soprano.

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