“Io sono sempre grande. Sono i film che sono diventati piccoli”. La storia di Gloria Swanson la diva che visse come una regina

by Daniela Tonti

“Siete Norma Desmond, la famosa attrice del muto? Eravate grande.”

“Io sono sempre grande. Sono i film che sono diventati piccoli.”

(William Holden  e Gloria Swanson in “Viale del tramonto” di Billy Wilder)

Gloria Swanson fu una dei pochissimi a comprendere cosa aveva esattamente in mente Billy Wilder e la portata assolutamente geniale, cinica e anticonformista di Viale del Tramonto. Tra le ex dive del muto fu l’unica ad accettare la parte di Norma Desmond, un ruolo che la consegnò per sempre alla leggenda grazie a una delle interpretazioni più straordinarie della storia del cinema.

Ma la storia di Gloria Swanson, innamorata della vita, che ha vissuto come una regina, intelligente, caparbia e ostinata iniziò molto prima di Viale del Tramonto. E, a differenza di Norma Desmond, non divenne mai una “vecchia gloria”. Finanziò sempre artisti e intellettuali, sostenne quattro scienziati ebrei in fuga dal nazismo e quando lasciò lo star system si dedicò alla pittura e alla scultura, disegnò una linea di abbigliamento chiamata Forever Young, scrisse un’autobiografia che le fruttò milioni di dollari e tenne per anni rubriche radiofoniche e sui giornali su moda e attualità.

Zuckor la definì così: “La regina Gloria fu una stella favolosa in quella favolosa epoca che gli storici della società amano chiamare l’Era della Meravigliosa Assurdità”. Le riviste dell’epoca erano piene di commenti riguardanti la sua vasca da bagno d’oro massiccio, il suo ascensore profumatissimo, i suoi abiti misteriosi e la generale atmosfera di lusso in cui era immersa. Con il suo spirito, la Swanson intuiva il lato ironico di tutto questo e commentava: “Il pubblico voleva che vivessimo come re e regine, e noi lo facevamo”.

Ha sempre vissuto la vita alle sue condizioni, riuscendo a reinventarsi anche quando i tempi della fama (quando riceveva diecimila lettere di fan a settimana) furono finiti.   Amò l’amore ed ebbe talmente tante relazioni da costringere la Paramount ad aggiungere una clausola morale al suo contratto.

Secondo la rivista Photoplay, nel 1924 guadagnava più di un milione di dollari e ne spendeva quasi la metà in gioielli.  Non è mai stata vista in pubblico senza occhi truccati e labbra dipinte di rosso, con indosso abiti raffinati – era l’attrice meglio vestita della sua epoca – copricapi ingioiellati e boa di piume esotiche.

Si sposò sei volte e ebbe numerosi amanti. Ha avuto tre nomination agli Oscar e due stelle sulla Hollywood Walk of Fame. È stata salutista, vegetariana, sportiva e fece una battaglia contro i pesticidi che riteneva fossero responsabili di disfunzioni e malattie.

Gloria Swanson è nata  il 27 marzo 1899 a Chicago. Ha iniziato a lavorare come comparsa nel 1913 all’età di 15 anni per le “bellezza al bagno” di Mack Sennet, poi con Charlie Chaplin in brevi film muti come Il suo nuovo lavoro del 1915 e infine con Wallace Beery in Sweedie Goes al college. Successivamente si sarebbe sposata e avrebbe divorziato da Wallace. 

Nella sua autobiografia lo fece a pezzi. Lo accusò di stupro e di averla indotta con l’inganno a ingoiare pillole quando era incinta per indurla ad abortire. Divorziarono nel 1919.

A questo punto arrivò Cecil B.de Mille nella sua vita e la trasformò in una star grazie a una decina di film che mettevano in evidenza il suo sguardo misterioso e l’aria altera. (tra cui Maschio e femmina, Fragilità, sei femmina, Perché cambiare marito?).

Nel 1919 sposò il suo secondo marito, Herbert K. Somborn, presidente di Equity Pictures. Ebbero una figlia nel 1920 e lei adottò un figlio nel 1923. Ma il matrimonio non durò. Somborn chiese il divorzio nel 1923 citando la sua infedeltà con 13 uomini, tra cui de Mille, Rodolfo Valentino (con cui recitò in L’età di amare) e il regista Marshall Neilan. 

Fu dopo questo scandalo che fu aggiunta la clausola morale al suo contratto con lo studio. 

Ma Gloria Swanson era un tornado e continuò a inanellare un successo dopo l’altro con i registi Allan Dwan e Sam Wood, tra cui Lacrime di Madre (1922) L’ottava moglie di Barbablù (1923), Zaza (1923) e Maschietta (1924). 

Quando andò a Parigi per le riprese di Madame Sans-Gene nel 1925, sposò il traduttore che l’affiancava, il Marchese de la Falaise de la Coudraye e il matrimonio durò cinque anni.

Dopo aver realizzato Follie nel 1925 e Fine Manners nel 1926 per la Paramount, Gloria rifiutò un milione di dollari per rinnovare il contratto e decise di fondare una sua casa di produzione, la Swanson Producing Corporation.  

Il primo film prodotto, The Love of Sunya nel 1927 fu un flop. Ma Gloria non si arrese e produsse Tristana e la maschera nel 1928, un film basato su un racconto di W. Somerset Maugham che trattava di una prostituta (interpretata da lei) che incontra un missionario (John Barrymore) sull’isola di Pago Pago. Il missionario, segretamente innamorato della donna, vuole che lei si penta e torni alla sua vita negli Stati Uniti. Il film sfuggì miracolosamente alla censura e lei ottenne la sua prima nomination all’Oscar. Fu il suo più grande successo come produttrice e le consentì di guadagnare 1 milione di dollari negli Stati Uniti e 7 all’estero.

In quegli anni iniziò una relazione con Joseph P. Kennedy, padre del futuro presidente. All’epoca era ancora sposata con de la Falaise che prese il controllo delle sue finanze con effetti disastrosi. È stato lui a consigliarle di vendere i suoi diritti di distribuzione per Tristana perché pensava che sarebbe stato un flop.

Ma il film che rovinò la carriera di Gloria Swanson fu Queen Kelly, prodotto da Kennedy e diretto da Erich von Stroheim, licenziato a metà della produzione. Queen Kelly (1929) è il film che vediamo nella sala proiezioni di Norma Desmond in Viale del Tramonto. E quando Gloria Swanson si mette in piedi di fronte alla sua immagine e fa quel gesto sinistro e drammatico, il fatto che quel film le rovinò la carriera lo rende ancora più sinistro.

Swanson e Kennedy si lasciarono e lei divorziò dal marchese. Poi sposò il suo quarto marito, Michael Farmer, che incontrò a Parigi nel 1931 e da cui ebbe una figlia. Nel frattempo iniziò una relazione con l’attore britannico Herbert Marshall, un’altra storia d’amore che ha fatto notizia. Ma quando si rese conto che Marshall non avrebbe lasciato sua moglie per lei, Gloria pose fine alla relazione.

Dopo la debacle di Queen Kelly, si cimentò con i film sonori realizzando The Trespasser che le valse un’altra nomination all’Oscar. Ma i suoi altri film fallirono e così nel 1938 decise di trasferirsi a New York e iniziare un altro capitolo della sua vita.

A New York fondò una società che sosteneva gli inventori. Aiutò personalmente quattro scienziati ebrei a sfuggire ai nazisti e a continuare il loro lavoro negli Stati Uniti, sponsorizzando e brevettando le loro invenzioni.  Ha condotto The Gloria Swanson Hour  e ha prodotto la sua linea di cosmetici naturali e di abbigliamento economica Forever Young, venduta per oltre tre decenni in negozi come Neiman Marcus. 

Gloria Swanson era stata una rigida vegetariana dagli anni ’20 e decantava pubblicamente le virtù della dieta macrobiotica. Ha praticato yoga, dipinto, scolpito e ha tenuto mostre del suo lavoro.

Si risposò anche con il broker di investimento William M. Davey nel 1945 ma lui era un alcolizzato e morì prima di un divorzio già segnato.

Nel 1950, il regista Billy Wilder le chiese di tornare a Hollywood per recitare nel suo film Sunset Boulevard dopo che Mae West, Mary Pickford, Clara Bow, Greta Garbo e Norma Shearer rifiutarono di interpretare una crudele parodia di se stesse: una diva del muto fuori di testa, intrappolata nel passato, che non era riuscita ad adeguarsi al sonoro e che pianificava la sua famosa rentrèe, per giunta innamorata di un gigolò.  Mary Pickford si pentirà per tutta la vita di non aver accettato.

Il film fu presentato il 10 agosto 1950 e incassò oltre un milione di dollari nelle prime sette settimane. Gloria Swanson ha guadagnato 50mila dollari per la sua interpretazione e fece un tour pubblicitario in treno per l’America per promuoverlo finendo per guadagnare quasi 3 milioni di dollari nel 1950. Vinse un Golden Globe e ottenne la sua terza nomination all’Oscar per il ruolo.

Dopo Viale del Tramonto, fu sommersa di richieste. Ma nessuna delle sceneggiature la convinceva così decise di tornare a New York e continuare il suo lavoro in radio e dedicarsi al teatro. 

La sua ultima interpretazione in un film è stata nei panni di se stessa in Airport 75 nel 1975. Si interessò anche di politica sostenendo i repubblicani.

Sposò il suo sesto marito, lo scrittore William Dufty nel 1976 quando aveva 76 anni, e rimasero insieme fino alla sua morte. Aveva 80 anni quando la sua autobiografia, “Swanson on Swanson”, è stata pubblicata con grande successo.

Gloria Swanson morì di infarto all’età di 84 anni. Fu sepolta a New York.

Venti dei suoi film sono andati perduti.

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