“Quello del fumetto, in Italia, è un mondo in grande crescita”. Alice Milani protagonista al Lector Ragazzi e Scuole

by Michela Conoscitore

Come aveva anticipato a bonculture l’avvocato Gianvito Mastroleo, la nuova edizione di Lector in Fabula, il festival delle idee di Conversano, quest’anno promette di andare Oltre: è questa la parola che racchiude il significato degli incontri di quest’anno, un modo per chi vi prenderà parte di rigenerarsi e rinnovarsi dopo il periodo di crisi appena trascorso, la pandemia che ha coinvolto tutti.

Partito il 25 settembre con la sezione Lector Ragazzi e Scuole, uno dei primi appuntamenti del Festival, ha visto protagonisti Andrea Franzoso e Alice Milani che si sono confrontati sulle tematiche dell’incontro/scontro generazionale e sulla memoria.

Abbiamo intervistato Alice Milani, autrice di fumetti dalla forte valenza sociale e direttrice di una delle collane editoriali della casa editrice BeccoGiallo, per farci raccontare la sua partecipazione al festival e il mondo del fumetto in Italia:

Lei ha partecipato ad uno dei primi incontri dell’edizione 2020 di Lector in Fabula, com’è andata?

Io e Andrea Franzoso ci siamo confrontati sui temi dell’incontro tra generazioni e sulla memoria: il mio ultimo libro, Università e pecore. Vita di don Lorenzo Milani, è ambientato negli anni Cinquanta e quindi, per quanto riguarda chi può coinvolgere nella lettura, va da sé che è accessibile per chiunque, non ci sono limiti di età. La vicenda personale di Andrea sembra uscita proprio da una lettera di don Milani, però ambientata ai giorni nostri. Quando ha lavorato per una compagnia di treni in Lombardia, si è accorto che i suoi superiori rubavano e lo ha denunciato all’organo di controllo dell’azienda. La cosa si sapeva ma tutti tacevano, per non arrecare un danno d’immagine. Quindi è stato lui a denunciare tutto ai Carabinieri. Questo è un tema centrale nel pensiero di don Milani: le scelte dei singoli fanno la differenza.

Com’è nata la sua passione per i fumetti e quando ha iniziato a crearli?

Ho iniziato a leggerli da ragazzina, frequentando il Lucca Comics&Games, il festival del fumetto più importante in Italia. Poi, mentre studiavo all’Accademia di Belle Arti, con un gruppo di amiche creavamo e stampavamo fumetti autoprodotti. Li portavamo con noi anche ai festival del settore, e con i soldi che guadagnavamo, pagavamo la stampa dei fumetti dell’anno successivo. Questa è stata la mia gavetta, in seguito io e le mie colleghe del gruppo siamo entrate nell’ambiente e abbiamo iniziato a pubblicare con grandi editori nazionali ed internazionali.

Il mondo dell’editoria nazionale pare contempli unicamente romanzi e saggi. Lei che lavora nel settore, ci può raccontare se i lettori di fumetti in Italia stanno aumentando?

Quello del fumetto, in Italia, è un mondo in grande crescita: un dato di qualche anno fa, riportava che i lettori di fumetti erano cresciuti del 30%, praticamente un’esplosione. Ma in realtà già da circa quindici anni che il fumetto sta prendendo sempre più piede in Italia, oltre alla nascita di una bella scena di fumetto sperimentale di altissima qualità. Se prima faticavamo un po’ a raggiungere il grande pubblico, ora il fumetto è più richiesto. Anche se rispetto ad altre nazioni, come la Francia che possiede un pubblico più vasto di lettori del genere, i nostri sono ancora numeri piccoli.

Lei è anche direttrice di una delle collane editoriali della casa editrice BeccoGiallo: cosa significa lavorare da addetta ai lavori, e quindi non solo come autrice, in questo mondo?

BeccoGiallo pubblica solo fumetti, è stata una delle prime case editrici in Italia che ha iniziato con i fumetti di cronaca e le biografie. Oggi la sua offerta editoriale si è molto diversificata e pubblichiamo anche fumetti di finzione. Io sono una collaboratrice esterna, scelgo dei fumettisti esordienti e le storie, poi li seguo man mano che sviluppano un’idea che a me sembra valida quindi sceneggiatura, lo storyboard fin quando il libro non va in stampa. È un lavoro molto lungo ma che regala grandi soddisfazioni.

Finora ha raccontato grandi personalità come il già citato don Milani, a cui si aggiungono la scienziata Marie Curie e la poetessa polacca Wisława Szymborska, che hanno lasciato un segno profondo nella storia dell’umanità. Cosa l’ha ispirata delle loro vite?

Sono tutte personalità di rottura: Marie Curie è stata una delle prime donne scienziato, ha avuto una vicenda personale oltre che scientifica incredibile ed esemplare. Per quanto il fumetto sia ambientato circa un secolo fa, parla molto di temi ancora oggi attuali come la situazione lavorativa delle donne. La poetessa Wisława Szymborska perché è sempre riuscita, in situazioni avverse e burrascose, a mantenere la direzione e perseguire l’intento di fare poesia, e ci è riuscita fino all’ultimo. Don Milani è la personalità più anticonformista e coinvolgente che finora ho raccontato.

Il suo è un pubblico trasversale o si rivolge principalmente ai ragazzi?

Quando ho iniziato, ho sempre pensato a lettori adulti però poi con il fumetto sulla biografia di Marie Curie ho notato che è stato letto volentieri anche dai ragazzi. In quel fumetto, in particolare, mi sono sforzata di utilizzare un linguaggio semplice: raccontando la vita di una grande scienziata, ho cercato di rendere soprattutto le parte ‘tecnica’ del lavoro di Marie Curie più comprensibile. In questo mi sono fatta aiutare dai miei genitori, che sono degli scienziati. Quando un testo è chiaro, può leggerlo anche un ragazzino molto giovane.

Magari sarebbe una bella idea se i suoi fumetti fossero adottati dalle scuole…

Alcune scuole mi hanno invitata in Italia, per degli incontri. E so che le biblioteche di molti istituti scolastici negli Stati Uniti hanno acquistato la versione tradotta dei miei lavori. Sì infatti i miei fumetti si prestano, anche se non li ho creati con quell’intento. Ma sarei felicissima se venissero letti nelle scuole.

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