“Pronti a ripartire nel rispetto di tutte le misure di sicurezza”. Didattica, distanziamento, ricerca e il nuovo D’Avanzo: l’università ai tempi del covid

by Daniela Tonti

Alla vigilia della ripartenza delle attività didattiche, le università devono fare i conti con la riorganizzazione degli spazi, le misure anti-covid, l’attuazione di forme di didattica mista e contestualmente investire sull’innovazione e sui progetti di ricerca. 

Se è vero che il Covid-19  non sarà l’ultimo spillover è soprattutto ai luoghi della conoscenza e dell’alta formazione che si guarda oggi, non solo per la ricerca scientifica e farmacologica ma anche per la nascita di idee alternative di futuro sostenibile. 

L’Università degli Studi di Foggia, dopo aver avviato numerosi progetti di ricerca e sperimentazioni legate alla pandemia, è in questi giorni al lavoro per la realizzazione di un ospedale covid “sul modello dello Spallanzani”.

bonculture ha intervistato il rettore, Pierpaolo Limone.

Rettore da settimane si parla di una ripartenza delle università in forme miste in presenza e online con favorevoli e contrari.Voi come vi state organizzando per l’avvio delle attività? C’è un protocollo di sicurezza interno? Cosa prevede ?

Il 12 ottobre riprenderanno le nostre attività didattiche in presenza. Gli studenti per noi vengono prima di ogni cosa, sono il cuore pulsante di tutte le nostre attività e la loro sicurezza è imprescindibile. Abbiamo improntato questa ripartenza nel completo rispetto delle misure, a tutela della salute collettiva. La didattica verrà erogata contemporaneamente sia in presenza che online, in modo da garantire a tutti gli studenti la possibilità di seguire i corsi. In particolare, entreranno in aula gli iscritti al I anno delle triennali, che per la prima volta si approcciano al mondo universitario, mentre per gli altri si proseguirà con la didattica a distanza e in sincrono. Il gruppo di lavoro sull’emergenza da Covid-19 ha predisposto i protocolli di sicurezza interni nel rispetto della normativa e della situazione epidemiologica, in continua evoluzione. Per quanto riguarda il personale amministrativo, che fino ad oggi ha garantito i propri servizi adottando la modalità di lavoro agile, è previsto il rientro in sede al 50%, secondo turnazione e stabilmente a partire da lunedì 28 settembre. In questo modo verrà assicurato il distanziamento all’interno degli uffici, che ospiteranno un massimo di due persone per stanza.  Resteranno in smart working stabile alcune categorie di dipendenti, inoltre abbiamo inteso porre particolare attenzione ai lavoratori che il regolamento interno individua come fragili, che potranno fare richiesta di opportuna certificazione al medico competente. Per gli addetti al front office verranno naturalmente adottate tutte le precauzioni previste per legge, quindi DPI, barriere di contenimento, il rispetto del metro di distanza; ed ancora, tutti i dipendenti all’ingresso dovranno consegnare ogni giorno un’autodichiarazione che attesti l’assenza di febbre.  Stiamo dotando i dipartimenti di tutto l’occorrente necessario: segnaletica, indicazione dei posti utilizzabili, numero di interventi di sanificazione, dispenser, verifica delle presenze e protocollo da attuare in caso di emergenza. Ma a fronte di ogni misura di prevenzione che possiamo mettere in atto, occorre ribadire che il contributo di tutti è fondamentale. Ognuno di noi deve impegnarsi a rispettare le norme anti contagio. Può sembrare poca cosa ma è fondamentale che ciascuno indossi la mascherina, faccia attenzione al distanziamento personale e si lavi o sanifichi frequentemente le mani.

C’è stata una riorganizzazione degli spazi? A Bari si stanno organizzando per far lezione nei cinema per esempio. A Foggia com’è la situazione? 

Durante questi mesi l’Università di Foggia ha continuato a svolgere le sue attività. Gli studenti, grazie all’impegno dei colleghi e del personale tecnico amministrativo, hanno potuto continuare a seguire le lezioni, a sostenere esami e a laurearsi, anche se online, sulle nostre piattaforme. Ci siamo mossi anche sul fronte dell’orientamento, con attività di tutoraggio, gli Open Day e la prima Summer Week in modalità telematica.  Oggi non vediamo l’ora di riavere gli studenti con noi, nelle nostre aule, nelle nostre biblioteche e nei nostri laboratori. È per questo, che già dalla fine del lockdown, il gruppo di lavoro sulla ripresa della didattica nella fase 3 sta organizzando la ripartenza in presenza. Abbiamo già investito circa 600mila euro per poter garantire una didattica duale (in presenza e, in sincrono, online) di qualità che andasse incontro alle esigenze di tutti gli studenti e stiamo mettendo in cantiere un ulteriore investimento per circa un milione di euro. Ci tengo a sottolineare che per il giovane ateneo foggiano si tratta di investimenti considerevoli. Stiamo ampliando la dotazione strumentale e tecnologica di tutte le aule per rispondere alle esigenze della didattica in modalità duale e, in questi giorni – spero entro la settimana – inizierà la consegna delle aule già pronte. Allo stesso tempo stiamo allestendo i Dipartimenti con la segnaletica e tutte le dotazioni previste a tutela della salute pubblica nell’ottica della prevenzione del contagio da Covid-19. Ci siamo anche dotati dell’app “Eccomi.io” per evitare assembramenti e verificare le presenze degli studenti nei nostri Dipartimenti.

Il ministro ha parlato di didattica mista in presenza e online con lezioni anche di sabato sostenendo che ci saranno anche nuove assunzioni. Anche a Foggia incrementerete il corpo docente? 

Il ministero ha già stanziato delle risorse attraverso due piani straordinari che ci consentiranno di arricchire di qualche unità il nostro organico.

Lei che tra l’altro è un grande esperto di piattaforme digitali e di e-learning e nuovi strumenti può fare un bilancio? La didattica online può essere funzionale solo a un tipo di studi in un contesto emergenziale o è auspicabile anche sul lungo periodo? E se sì perché? Quali sono i vantaggi?

L’Università di Foggia ha risposto prontamente alla sfida della didattica a distanza ed è anche stata portavoce di progetti finanziati a livello internazionale e nazionale.  Questo è stato possibile anche perché avevamo già un centro e-learning di ateneo. Già nei primi giorni, in cui si espandeva il contagio al Nord, abbiamo intuito quanto stesse accadendo e, immediatamente, ci siamo attivati per ampliare la piattaforma e-learning con il software “Collaborate”, cioè con l’applicazione che, di lì a una settimana, ci ha consentito la ripresa di tutte le attività didattiche.  Siamo orgogliosi di ribadire che ci è bastata una settimana perché tutte le attività didattiche passassero in piattaforma, garantendo ai nostri studenti la continuità delle lezioni e il confronto diretto, anche se online, con il corpo docente, nonostante la gravità della situazione. Una parte del corpo docente aveva già esperienza della didattica online, grazie anche ai corsi sull’innovazione nelle metodologie didattiche che negli anni sono stati rivolti ai nostri neoassunti. L’Università di Foggia può infatti contare su un Centro per l’Apprendimento Permanente che si occupa della formazione dei nostri docenti. La didattica a distanza richiede competenze e conoscenze specifiche ed è anche per questo che, tra pochissimi giorni, presenteremo un progetto di formazione rivolto ai docenti dell’ateneo che riguarda proprio l’uso dell’innovazione metodologica nella didattica. Sono convinto che la combinazione tra presenza e distanza è vincente, non solo se c’è un adeguato supporto tecnologico, ma, soprattutto, se c’è un uso consapevole e informato dei linguaggi, delle metodologie e del medium. Ritengo che l’uso consapevole delle innovazioni didattiche, che non sono riferibili solo all’online, porterà benefici alla qualità della didattica e ai nostri studenti.

L’università insieme alla scuola è stata forse la più penalizzata per evidenti ragioni di sicurezza e assembramenti e ora si riparte non senza timori, l’impressione è che siano i singoli atenei o dipartimenti a far fronte ai rischi. Fisici, di distanze, di calendari e di eventuali episodi di positività. Che idea si è fatto? E’ un rischio ripartire? Si sente di tranquillizzare i suoi studenti e le loro famiglie?

L’Università di Foggia sta facendo quanto necessario per ripartire nella completa sicurezza ma, come dicevo, la sicurezza delle nostre attività dipende da ognuno di noi e questo vale non solo per i comportamenti all’interno dell’Università ma per tutte le nostre attività quotidiane.

Rispetto al Sud un recente studio ha messo in evidenza che uno studente su quattro ha deciso di tornare a casa. Può essere un’occasione questa per attrarre i fuorisede? 

Come Rettore e come uomo del Sud auspico che i nostri giovani decidano sempre di più di programmare il loro futuro studiando con noi in modo da offrire il loro fondamentale contributo alla crescita sociale, culturale ed economica della nostra terra. Senza le loro intelligenze, il loro impegno, le conoscenze che acquisiranno attraverso gli studi, il Sud perde ricchezza.

Veniamo alla facoltà di medicina. Sappiamo che alcuni docenti sono in prima linea oltre che in corsia anche nella sperimentazione di terapie farmacologiche come il plasma iperimmune e che Foggia ha svolto un ruolo importante in questo senso a livello regionale. Ci può dire se ci sono progetti di ricerca, sperimentazioni o novità su cui l’università è impegnata? 

Sono molteplici i progetti di ricerca e gli studi coordinati dall’Ateneo che, attraverso un approccio multidisciplinare, stanno affrontando la pandemia nel campo della sperimentazione scientifica.

 Il gruppo di Medicina Interna ed Epatologia diretta dal professor Gaetano Serviddio ha dimostrato l’efficacia del Tocilizumab nel bloccare la tempesta citochinica del paziente con Covid ad alto rischio di mortalità. Lo stesso gruppo fa parte della rete italiana GERO-COVID per comprendere come proteggere i pazienti anziani dall’elevata mortalità e sta pubblicando uno studio indipendente sulle RSA di Foggia nel periodo marzo giugno 2020. Il gruppo di malattie infettive diretto dalla  professoressa Santantonio ha pubblicato dati sull’immunità di gregge in Capitanata, ed ha in corso uno studio  sulla risposta immunologica in pazienti con infezione da SARS-CoV-2 per comprendere la durata dell’effetto protettivo degli anticorpi anti Covid. Dei sofisticati robot all’ interno del Policlinico Universitario,  in maniera autonoma e meccanizzata, provvedono alla sanificazione degli ambienti del nosocomio foggiano. Ed ancora, Unifg sta brevettando in questi giorni una speciale schiuma che applicata nei bagni, specialmente quelli pubblici,  evita la formazione delle particelle di aerosol potenzialmente infettive che potrà così contribuire a limitare significativamente la diffusione del virus e alla cui realizzazione ha lavorato il gruppo del prof. Arcangelo Liso, ordinario di Ematologia presso il nostro Ateneo. E intanto va avanti la sinergia tra l’Ateneo foggiano ed il Direttore del Policlinico di Foggia  Vitangelo Dattoli per la realizzazione di un Ospedale Covid  nell’ambito dell’Ospedale D’avanzo che potrebbe nei prossimi mesi acquisire anche un risvolto scientifico di rilevanza nazionale. Per tale importante operazione si è in attesa delle ultime autorizzazioni ministeriali e della conclusione  dell’iter di finanziamento da parte della Regione Puglia. Saranno poi convocati uffici di direzione e dipartimenti per entrare nella piena operatività di questa iniziativa che è  volta a realizzare a Foggia una struttura analoga al celebre Istituto Spallanzani di Roma.

Ma accanto alle sperimentazioni dell’ Area Medica, l’Università di Foggia è al lavoro, nel campo della ricerca, per far fronte a una serie di problematiche connesse con la pandemia in corso. Con il nostro Dipartimento di Agraria partecipiamo alla rete di laboratori delle università pugliesi, impegnati in questi mesi nel tentativo di arginare gli effetti della crisi post Covid, che sta investendo diversi settori. Il progetto è finanziato dalla Regione Puglia e intende far sì che le università pugliesi si mettano al servizio delle imprese che vogliano riconvertirsi in vista di questo reiterarsi dei fenomeni dovuti alla pandemia. Il Politecnico di Bari, soggetto capofila,  avrà un ruolo importante per la parte tecnico- industriale; il nostro Dipartimento di Agraria,   con il  gruppo di microbiologia condotto dalla prof.ssa Sinigallia, è al lavoro per testare nuovi materiali provenienti da scarti di agricoltura, che potranno essere reimpiegati nella produzione di mascherine per le aziende.

Altro tema legato all’emergenza covid è sicuramente quello agro-alimentare posto che questo, come ci ripetono gli scienziati da mesi, non sarà l’ultimo spillover.

Nonostante il settore agroalimentare non si sia mai di fatto fermato, lo stop imposto alla grande ristorazione ha creato una crisi evidente anche in questo sistema. A livello internazionale l’export ha subito una battuta d’arresto importantissima, con danni inevitabili per l’economia. Con i magazzini ancora pieni della produzione dell’anno precedente, il comparto che oggi appare ancora più sofferente è quello vitivinicolo: con le cantine ancora piene e i prezzi crollati inesorabilmente i viticoltori stanno addirittura valutando la vendemmia. In Puglia moltissime aziende specializzate nella produzione di ortaggi destinati alla surgelazione hanno magazzini ancora pieni di invenduto. In una situazione del genere bisogna cercare di capire se si tornerà alle chiusure. Mi auguro e penso di no, se dovessimo andare incontro a un altro lockdown sarebbe impossibile riprendersi. 

Il futuro è molto incerto, ci sono i timori di una nuova ondata da un lato e la crisi economica dall’altro e le ricadute maggiori saranno sulle nuove generazioni non solo da un punto di vista formativo ma anche psicologico. Come la vivono i vostri studenti? Lei che idea si è fatto parlando con loro? In questo clima di incertezza generale che ruolo ha l’Università sul territorio a livello di proposte, di idee alternative di sostenibilità e di sviluppo economico per il futuro? Può essere l’Università un catalizzatore di fiducia e nuove prospettive?

L’incertezza che ha caratterizzato e che continua a caratterizzare questo periodo emergenziale ci ha avvicinato ancora di più ai nostri studenti. Sin dall’inizio abbiamo cercato di dare una risposta al disagio e ai timori anche attraverso l’apertura del servizio di counseling psicologico. In questa fase di ripartenza e nell’immediato futuro dobbiamo continuare a impegnarci per garantire ai nostri studenti un ritorno a questa nuova normalità. In questo contesto l’Università deve continuare ad assolvere il suo ruolo, deve cioè continuare a fare formazione, cultura e ricerca. A maggior ragione, il giovane ateneo foggiano, che ha già offerto un fondamentale contributo alla crescita e allo sviluppo del territorio deve proseguire quel percorso già intrapreso con responsabilità sin dall’inizio e che oggi lo vede sempre più protagonista. Sarà proprio l’esistenza di questo forte punto di riferimento, che darà ai nostri giovani la fiducia nel futuro.

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