La prof Santantonio: “Ci sarà una persistente circolazione del virus con periodiche riaccensioni dei contagi. Dovremo aggiornare i vaccini”

by Michela Conoscitore

Anno nuovo, Covid anche: le varianti del SARS-CoV-2, l’ultima è quella mutata in Brasile, stanno preoccupando scienziati e virologi, il virus sta comportandosi come tale, modificando se stesso e adattandosi continuamente per sopravvivere. In tutto questo, l’attesa della ipotetica terza ondata a cui, probabilmente, si aggiungeranno le conseguenze del calo di attenzione da parte della popolazione durante il periodo natalizio.

Per fare il punto della situazione e comprendere l’attuale andamento della pandemia, riflettendo anche sulla campagna di vaccinazione in corso, bonculture ha intervistato la professoressa Teresa Santantonio, Direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia.

Professoressa Santantonio, lei è stata tra le prime a ricevere il vaccino Covid, proprio nel V-Day lo scorso 27 dicembre. Innanzitutto, da medico impegnato dall’inizio di questa pandemia a fronteggiare il virus, quale significato ha attribuito al primo richiamo della vaccinazione?

È un traguardo importante in quanto completando il ciclo vaccinale, rende il nostro sistema immune capace di combattere il virus e di prevenire l’infezione.

Com’è andata nei giorni immediatamente successivi all’inoculazione, ha percepito sintomi, malesseri?

Non ho avuto alcun sintomo associato alla vaccinazione, fatta eccezione per la comparsa di un leggero arrossamento e dolore nella sede dell’inoculo che si sono risolti spontaneamente dopo pochi giorni.

 Parlando dell’andamento attuale della pandemia, si attende per questo mese la terza ondata: nel resto d’Europa si stanno fronteggiando nuovamente situazioni abbastanza complicate, lei cosa pensa accadrà in Italia? La terza ondata sarà il risultato delle varianti del Covid mutato o il frutto dei contagi avvenuti durante i cenoni delle feste?

L’evoluzione della pandemia è imprevedibile in quanto condizionata, come lei ricordava, non solo dai nostri comportamenti e rispetto delle misure di prevenzione della diffusione dell’infezione, ma anche dalla introduzione e circolazione nel nostro paese di virus mutati in grado di essere trasmessi più efficientemente. Per il momento stiamo vivendo un periodo di “onda lunga” con un numero di contagi pressoché stabile ed un numero altrettanto stabile di pazienti ricoverati con COVID-19.

Come vi state preparando agli Ospedali Riuniti di Foggia per la probabile terza ondata?

Nel Policlinico Riuniti di Foggia sono stati attivati più di 150 posti letto per pazienti COVID distribuiti in diversi reparti e sono stati potenziati i posti in terapia intensiva, questo importante dispiegamento di forze consentirà di fronteggiare una possibile terza ondata.

Le ondate si esauriranno man mano, grazie anche ai vaccini, o questo virus è destinato a diventare endemico?

In questo momento è difficile fare una previsione, è verosimile che per i prossimi mesi ci sarà una persistente circolazione del virus con periodiche riaccensioni dei contagi in determinate aree geografiche.

A proposito delle varianti del patogeno, se dapprima destava timori la variante inglese, ora quella che preoccupa maggiormente sono quelle sudafricana e brasiliana. Quella sudafricana oltre a presentare una mutazione nella proteina spike, grazie ad un’altra mutazione questa variante fa in modo di non essere riconosciuta dagli anticorpi di organismi che già sono stati infettati dal Sars-CoV-2. Questo è il risultato di un’aumentata adattabilità del virus all’ambiente che intanto gli è cambiato intorno? Quanto ancora potrà mutare il Covid?

SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus responsabile di COVID-19, come tutti i virus dotati di un genoma costituito da RNA, è in grado di mutare nel tempo, ovvero di acquisire durante la sua replicazione diverse mutazioni. Le varianti virali che sviluppano mutazioni capaci di conferire al virus un vantaggio in termini di maggiore trasmissibilità, la variante inglese, o di resistenza alle difese immunitarie dell’ospite, le varianti sudafricana o brasiliana, vengono selezionate e diventano i ceppi virali dominanti. A tale proposito è importante il continuo studio della sequenza genomica del virus effettuato in diversi laboratori di tutto il mondo allo scopo di monitorare l’evoluzione del virus e conoscere la “pericolosità” del nemico che stiamo combattendo.

I vaccini già pronti all’uso o in dirittura d’arrivo come potranno adattarsi alle eventuali altre nuove mutazioni del Covid?

Se verrà documentata l’emergenza di ceppi virali mutati resistenti ai vaccini oggi disponibili, sarà necessario aggiornare periodicamente i vaccini, così come viene fatto annualmente per i vaccini antinfluenzali. Fortunatamente, le tecnologie innovative utilizzate per la preparazione dei vaccini anti-COVID-19 ne consentono un rapido aggiornamento.

Professoressa, a proposito di buoni propositi per il 2021, secondo lei quando in Italia sarà raggiunto un numero sufficiente di persone vaccinate per la cosiddetta immunità di gregge?

Per raggiungere una immunità di comunità si stima che il 70% della popolazione debba essere immunizzata. Con l’attuale disponibilità di vaccini, questo obiettivo non sembra essere un traguardo raggiungibile nei prossimi mesi.

Secondo lei il tracciamento dei contagi dovrà essere ristabilito quanto prima, in contemporanea con il procedere delle vaccinazioni?

Certamente oltre a lavorare sul fronte dei vaccini per accelerare la possibilità di estendere la vaccinazione alla maggior parte della popolazione è indispensabile proseguire con il tracciamento dei contagi e con il rispetto delle regole che possono evitare il contagio: lavare le mani, usare la mascherina e mantenere il distanziamento fisico.

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