Torna la normalità al Lastaria di Zanasi a Lucera: tutti negativi al Covid-19 gli operatori sanitari

by redazione

È tornato tutto alla normalità all’ospedale Lastaria di Lucera in provincia di Foggia, dopo il trasferimento dei 12 anziani della Rsa San Raffaele di Troia, che aveva mandato nel panico la comunità lucerina, dopo aver saputo che alcuni di quei pazienti tamponati dall’Asl erano poi risultati positivi al Coronavirus. Come abbiamo raccontato, i nonnini sono stati subito ritrasferiti nella rsa, per una sinergia interventista del direttore del Lastaria il Geriatra e Medico Legale Massimo Zanasi, il direttore sanitario Asl Antonio Nigri e il dg del Policlinico Vitangelo Dattoli.

Ebbene, la lungodegenza era stata chiusa per la sanificazione in seguito al ritrovamento dei 5 pazienti positivi e del primo nonnino con febbre e sintomatico, rinviato indietro. Erano 20 gli operatori sanitari messi in quarantena. Ma da sabato si è avuto il responso: sia Zanasi sia tutti i suoi collaboratori, tutto il personale del Lastaria è negativo al Covid-19 dopo due tamponi effettuati. 84 persone sono pulite e con loro tutti i reparti del Lastaria. Stop alle dicerie quindi nella città sveva, fortunatamente nessun pericolo è derivato dal trasferimento degli anziani.

La cosa aveva fatto molto discutere e aveva alzato polveroni di carta, lo stesso Zanasi era intervenuto con molta chiarezza sui social scrivendo: “Alcune madri e padri anziani della nostra provincia, che fa parte nella nostra Regione e quindi della nostra Nazione, hanno bisogno di essere ricoverati per continuare ad essere curati come fossero mia madre o mio padre o i vostri genitori. L’unico reparto esistente di lungo degenza dove ciò può essere assicurato, nella nostra provincia è quello da me diretto. I pazienti in questione (che non sono villeggianti ospiti di un albergo o parteciparti ad una costosa crociera..) sono negativi per malattie infettive e sono stati controllati da personale sanitario specializzato prima del trasferimento ma, ripeto, hanno bisogno di cure protratte. Cosa si sarebbe dovuto fare? Abbandonarli al loro destino? Aspettare prendessero altre malattie oltre quelle che hanno? Il senso di responsabilità, l’onestà professionale e la competenza ci induce a prenderci carico di tutti i cittadini, non di una parte. Peraltro, se è vero come è vero, che ogni cittadino è potenzialmente infetto, non dovrei ricoverare più nessuno? Nemmeno i cittadini di Lucera che continuano a ricoverarsi quotidianamente? Il nostro Policlinico di cui il Plesso di Lucera fa parte insieme alla Asl ha il dovere di prendersi cura di TUTTI i cittadini (compresi gli extracomunitari) e ciò si DEVE fare e si farà SEMPRE!!!!”.

Intanto comunque la vicenda è significativa per almeno due ragioni.

La prima riguarda i tamponi: la tempestività diagnostica del medico è stata risolutiva e ha evitato un focolaio che rischiava di essere molto pericoloso.

La seconda concerne i dispositivi di sicurezza: tutto il personale lucerino nell’accogliere gli anziani era bardato di mascherina e guanti. Il reparto pulitissimo e privo di superfici inutili. Laddove è alta l’organizzazione igienica del reparto e dei sanitari protetti anche dinanzi a persone che non presentano sintomi evidenti, il virus non avanza.

Se a Lucera la situazione è tranquilla lo stesso non si può dire al Girasole di Bovino, nella Bat a Bisceglie e nella rsa di Torremaggiore dove le condizioni degli anziani parrebbero critiche.  

Sono 26 i contagiati tra operatori e pazienti.

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