Bif&st 2020, tutto il cinema possibile. In arrivo Ken Loach, Edgar Reitz, Helen Mirren e Roberto Benigni

by Nicola Signorile

Internazionale e italianissimo, nostalgico e aperto al nuovo, tradizionale e contemporaneo. Il Bif&st 2020 nasce con la voglia di ridurre le distanze tra traiettorie apparentemente inconciliabili, di riuscire a comprimere in otto giorni, dal 21 al 28 marzo, tutto il cinema possibile.

Il festival barese, ideato e diretto da Felice Laudadio e prodotto da Apulia Film Commission, arrivato a quota 11 edizioni, ha un programma talmente ricco che ogni spettatore può disegnare un proprio Bif&st personale. In copertina vanno i grandi ospiti ai quali verrà conferito il premio Fellini per l’eccellenza cinematografica. I primi nomi annunciati nella conferenza stampa di presentazione fanno tremare i polsi.

Il due volte Palma d’Oro a Cannes e Leone d’Oro alla Carriera Ken Loach, il regista con il cuore a sinistra, del quale abbiamo ammirato da poco l’ultima splendida pellicola Sorry, we missed you, poi l’attrice Helen Mirren, premio Oscar per The Queen, da qualche anno assidua frequentatrice del Salento, dove possiede una masseria con il marito Taylor Hackford, anch’egli ospite del Bif&st 2020.

Raffaella Leone, figlia del regista Sergio e amministratore delegato del Leone Film Group, terrà una delle masterclass mattutine al Teatro Petruzzelli. Dove un altro premio Oscar, Roberto Benigni, reduce dalla discussa partecipazione sanremese, riceverà il massimo riconoscimento del festival, oltre al premio come miglior attore non protagonista per il suo Geppetto nel Pinocchio di Matteo Garrone.

Tra le grandi presenze internazionali, va segnalato il ritorno a Bari di Edgar Reitz: il regista tedesco di Heimat, che nel 2015 definì la manifestazione barese “un’utopia”, sarà il presidente della giuria della sezione Panorama Internazionale.

Di prestigio anche le Anteprime Internazionali, a cominciare da Bombshell – La voce dello scandalo di Jay Roach, che inaugurerà il Bif&st il 21 marzo (uscirà in sala il 26), con un trio di attrici d’eccezione, Margot Robbie, Charlize Theron e Nicole Kidman; pellicola premiata con l’Oscar al trucco e acconciatura che racconta lo scandalo-molestie che sconvolse la rete televisiva Fox News. La sezione Anteprime proseguirà con Favolacce, l’attesissima opera seconda dei Fratelli D’Innocenzo, dopo l’exploit di La terra dell’abbastanza, che, prima dell’anteprima italiana a Bari, passerà in concorso al prossimo festival di Berlino. Poi, Emma (dall’omonimo romanzo di Jane Austen) di Autumn de Wilde con Anya Taylor-Joy,  il thriller, campione d’incassi in Francia, Les Traducteurs dii Régis Roinsard con Olga Kurylenko e Riccardo Scamarcio e il dramma sociale franco-tedesco The Audition di Ina Weisse con Nina Hoss. Fin qui, la parte non competitiva del Bif&st.

Panorama Internazionale, sempre al Petruzzelli, propone 12 opere valutate dalla giuria presieduta da Reitz che assegnerà premi per il miglior regista e per i migliori attori e attrice. Tra i film selezionati, il tedesco Free Country di Christian Alvart, regista della serie Dogs of Berlin, l’esordio dell’italiana Nathalie Biancheri, Nocturnal, la commedia drammatica brasiliana Three Summers di Sandra Kogut, Sympathie pour le diable di Guillaume de Fontenay sull’assedio di Sarajevo del 1992 e Nonostante la nebbia del serbo Goran Paskaljević (La polveriera, Honeymoons), una coproduzione Italia-Serbia-Macedonia-Francia con Donatella Finocchiaro e Giorgio Tirabassi.

Il cinema italiano è da sempre un caposaldo del festival di Bari. L’edizione numero 11 lo declina in tre tempi. Al passato, con la retrospettiva su Mario Monicelli, scomparso 10 anni fa, al quale dedicherà una retrospettiva di 35 film realizzata con la Cineteca Nazionale-Centro Sperimentale di Cinematografia. Previsti anche un numero monografico della rivista Bianco e nero e una mostra fotografica con più di 100 gigantografie di immagini tratte dai suoi film, cui si aggiungeranno un’esposizione di 14 opere di Chiara Rapaccini, compagna del cineasta, e una serie di incontri con amici e collaboratori, moderati dal critico Jean Gili.

Al presente, con i consueti premi (che portano i nomi di grandi esponenti della categoria rappresentata) al meglio del cinema italiano da maggio 2019 a oggi, assegnati da una giuria di sette critici; tutti i film verranno presentati nel da poco riaperto Teatro Piccinni che va ad aggiungersi ai teatri Margherita e Petruzzelli tra le location del festival.

Migliori produttori sono Paolo del Brocco, ad di Rai Cinema, e Matteo Garrone per Pinocchio, che vince anche, come detto, per la performance di Benigni e per i costumi di Massimo Cantini Parrini. Marco Bellocchio è il miglior regista per il potente Il Traditore, a cui vanno anche le migliori musiche, di Nicola Piovani, e il miglior attore. Non poteva che essere Pierfrancesco Favino, autore di un’altra prova da applausi in Hammamet di Gianni Amelio, film cui va il riconoscimento per la fotografia, a Luan Amelio Ujkaj. La miglior attrice è Micaela Ramazzotti per Gli anni più belli, ultima pellicola, da oggi in sala, di Gabriele Muccino mentre andrà a Milena Mancini (Bangla, La terra dell’abbastanza) il premio per l’attrice non protagonista per A mano disarmata di Claudio Bonivento. Vincono anche il soggetto di Il signor diavolo di Pupi Avati, la sceneggiatura di Martin Eden (di Pietro Marcello e Maurizio Braucci), le scenografie di Il primo Natale di Ficarra  e Picone (a Francesco Frigeri), il montaggio di The Nest di Roberto De Feo (a Luca Gasparini) e La famosa  invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, per l’eccellenza tecnico-artistica.

Nella sezione Opere prime e seconde, la giuria ha riconosciuto le performance di Marco D’Amore (regista de L’immortale), Toni Servillo (5 è il numero perfetto) e Paola Cortellesi (Figli).

Poi il futuro, prossimo, a partire da nuovi talenti della recitazione come Benedetta Porcaroli (18 regali) e Claudio Segaluscio (Sole), vincitori dei premi Nuovo Imaie. Dopo l’esperimento dell’anno scorso, la sezione Nuovo cinema Italiano diventa competitiva con sei film nostrani in anteprima assoluta. Si va dalla commedia Il regnodi Francesco Fanuele con Stefano Fresi e Max Tortora a La regola d’oro di Alessandro Lunardelli su un giovane militare italiano sequestrato in Libano, dalla favola tutta al femminile Burraco Fatale di Giuliana Gamba con Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Loretta Goggi a La rivincita, amara storia famigliare che segna il debutto dietro la macchina da presa del regista teatrale Leo Muscato con Michele Venitucci e Michele Cipriani (tratta dal romanzo di Michele Santeramo). A completare la sezione, Storia di classe, una riflessione sulla scuola e sull’essere docenti oggi di Valerio Jalongo e Si muore solo da vivi, commedia romantica di Alberto Rizzi con Alessandro Roja, Alessandra Mastronardi, Neri Marcoré e Francesco Pannofino (fuori concorso i corti Di notte sul mare di Francesca Schirru e Le abiuratrici di Antonio De Palo).

Il programma del festival è arricchito da sezioni collaterali come Cinema e Scienza (con National Geographic), approfondimenti sulla violenza di genere e la malattia mentale, documentari in memoria di Ugo Gregoretti e Andrea Camilleri, laboratori ed eventi speciali, come la proiezione di LaCapagira di Alessandro Piva (membro della giuria Panorama) restaurato dalla Cineteca di Bologna e un concerto, per il centenario di Federico Fellini, dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli diretta da Gianna Fratta con musiche di Nino Rota e di Nicola Piovani.

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