I nomi della cultura e del cambiamento nelle Regionali pugliesi

by Antonella Soccio

Il gong della consegna delle liste per le prossime regionali in Puglia, fissate per il 20 e 21 settembre, è scoccato ieri alle 12.

Non c’è più nulla da fare per l’accordo tra centrosinistra e M5S, sono caduti nel vuoto gli appelli del premier Giuseppe Conte, Antonella Laricchia, rimasta coerente con l’opposizione fatta in questi 5 anni, non si è piegata né il M5S nazionale ha avuto l’ardire di tagliarle la testa (una metafora cruenta da lei usata ad indicare l’extrema ratio dell’espulsione). Troppe sarebbero state le lacerazioni, soprattutto in alcuni territori, la terra di Bari in primis, dove Laricchia conta più sostenitori puristi. Ad Emiliano un accordo con i pentastellati sarebbe stato utile, anche per arginare parzialmente la destra presente nella sua coalizione. Ma tant’è. I 5 Stelle corrono da soli insieme al rischio di destabilizzare il Governo: la strategia di accordo strutturale, voluta da Bettini, Grillo e Conte, viaggia solo a livello nazionale.

Ben 15 liste per Emiliano contro le appena 5 del candidato del centrodestra di Raffaele Fitto, tutte molto competitive in ciascun territorio pugliese, nonostante la esclusione in Capitanata della campionessa di consensi, l’avvocata e esperta di Diritto d’autore e dell’Arte Michaela Di Donna, cognata del sindaco di Foggia, Franco Landella, prima dei non eletti nel 2015 in Forza Italia e donna più suffragata di Puglia nelle scorse amministrative regionali. È singolare che proprio nella provincia in cui il centrodestra è nettamente più forte e dove governa il capoluogo (unico in Puglia), Fitto, che avrebbe dovuto puntare a un +10 punti sul suo maggiore competitor, abbia perseguito una linea così “ottusa” tale da creare divisioni, ostilità, malumori, possibili vendette e spartizione di voti.

Alcuni hanno collegato l’ostracismo vissuto da Landella e da sua cognata a quello che nei primi anni Ottanta, a soli 10 anni dall’istituzione delle Regioni in Italia, dovette subire il democristiano Raffaele Augelli, osteggiato dal ras di allora l’onorevole Vincenzo Russo. Due correnti diverse nella Dc, con Augelli seguace di Donat Cattin e Russo della corrente più conservatrice vicina a Rumor. Augelli alla fine la spuntò, fu eletto e divenne assessore regionale alla Pubblica Istruzione: non sarà così per Michaela Di Donna, almeno per quel che concerne l’elezione. Oggi Landella, con il soccorso verde di Matteo Salvini, ironia della sorte, viene “salvato” proprio dal genero di Augelli, Raimondo Ursitti, vicesegretario regionale della Lega e fittiano per una vita, prima dell’incontro col Capitano.

In questa campagna elettorale così diversa, poco real e tutta social, Sanità e Agricoltura sono stati finora i temi dominanti. Con l’impennata di contagi da Coronavirus i temi sanitari rischiano di diventare totalizzanti. Insieme al refrain del Psr mancato, dal quale si è totalmente affrancato l’ex assessore regionale Leo Di Gioia, tra gli artefici di quel ritardo, ma oggi saldamente tra coloro che attaccano Emiliano, collocato in Forza Italia con il partitino centrista di Maurizio Lupi, Noi con l’Italia.

La cultura e il turismo, fatti salvi per il foggianesimo di parte del Gargano e dei Monti Dauni, sono dei temi che appaiono quasi di totale appannaggio del centrosinistra, forte di 15 anni di politiche illuminate che hanno creato a livello internazionale il brand Puglia.

Sono in tanti gli intellettuali che hanno scelto di esserci con la loro faccia in campagna elettorale accanto a Michele Emiliano.

Del sociologo, accademico, scrittore e imprenditore Leo Palmisano, tra coloro che hanno disputato le Primarie del centrosinistra, abbiamo scritto. È uno dei nomi forti del Pd di Bari.

Ha sorpreso la scelta dell’ex presidente del Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese, oggi direttore del Teatro di Brindisi Carmelo Grassi, candidato nel Pd di Brindisi.

“Da sempre ricopro ruoli amministrativi e rappresentativi accanto alla politica, ma in questo momento sento la necessità di mettermi in gioco per poter intervenire in prima persona in favore del territorio. Non possiamo restare solo spettatori, lo siamo stati per troppo tempo- ha scritto sui social- Le ragioni della mia candidatura al Consiglio regionale di Puglia. Poche ma scandite da grande determinazione e dal senso di responsabilità che mi porta a mettere la mia esperienza a disposizione di un territorio ai margini per troppo tempo. Ho sempre lavorato per la cultura e per lo spettacolo dal vivo, spero di poter creare e destinare opportunità da una prospettiva diversa, più impegnativa ma decisiva per le aspettative della nostra provincia”.

Nel Pd di Lecce tutti si augurano che uno degli inventori della Taranta, l’uscente consigliere regionale Sergio Blasi, ex segretario regionale dem, possa avere in questa legislatura più spazio.

Accresce il prestigio delle liste emilianiste l’accademica, antropologa ed ex parlamentare Laura Marchetti candidata, sempre a Bari, nella lista Senso Civico un nuovo Ulivo per la Puglia. La docente collaboratrice del Dipartimento regionale della Cultura e del Turismo è una delle voci di questi anni di crescita sul fronte dell’immaginario pugliese, fatto di cammini, fiabe popolari e luoghi di confine, di dialogo e confronto con le culture del Mediterraneo.

La cultura scientifica è rappresentata dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, candidato nella lista CON in tre province, Bari, Foggia e Lecce, e dal rianimatore Felice Spaccavento. Insieme a loro, c’è anche tutto l’ambientalismo del verde Bonelli, tornato alleato per salvare Taranto e decarbonizzare finalmente l’Ilva.

In provincia di Foggia spiccano anche le candidature in CON della presidente dell’Asp Zaccagnino Patrizia Lusi, che ha inserito il grande patrimonio agricolo dell’Asp a San Nicandro Garganico nell’alveo dei paesaggi rurali, e dell’avvocato Denny Pascarella, presidente dell’Arca Capitanata. Il professionista tarantino, che ricorda l’impegno dei primi anni Sessanta quando in Italia fu ideato l’equo canone e cominciò la stagione della grande edilizia economica e popolare, in questi anni si è fatto molto amare per la sua serietà e generosità dalle tante donne dell’emergenza abitativa foggiana, costrette a vivere ancora nei container e in alloggi indegni di una società civile. Va a lui il merito se la vergogna di Via San Severo ripresa da tutti i maggiori format televisivi nazionali da Carta Bianca a Storie Italiane fino ad aprire il libro di Alessio Lasta sta per giungere al termine.

Nel centrodestra Fitto si è lasciato guidare soprattutto dall’usato sicuro. Da Azzollini ad Aloisi.

Il cambiamento nel centrodestra è affidato alle donne e al generale anti Xylella Silletti. Sono almeno 4 i nomi femminili di rilievo che indicano quale poteva essere la direzione del candidato meloniano, fattosi prendere anticipatamente da un manuale Cencelli pericoloso.

La prima è la virologa Danila De Vito ordinaria dell’Università di Bari, candidata nella lista del pumo, che però non ama essere definita l’anti Lopalco.

La seconda è Irma Melini pasionaria barese, da Forza Italia, transitata in Fratelli d’Italia. “In questa foto eravamo molto giovani, non eravamo ministri o consigliere, ma eravamo già determinate e testarde”, ha scritto postando una foto insieme ad una giovanissima Giorgia Meloni.

La terza è Patrizia Del Giudice componente del Comitato tecnico del credito di Confindustria e Presidente Commissione Pari Opportunità Regione Puglia, tra le protagoniste della lotta per la doppia preferenza. Ha scelto Fitto e creerà molti imbarazzi a tante donne pugliesi dell’altro campo.

La quarta è Annamaria Fallucchi, sannicandrese, imprenditrice, amica personale di Raffaele Fitto sin dall’adolescenza, titolare del Cine Teatro del suo paese sul Gargano e animatrice di uno dei pochi luoghi dell’accoglienza garganici country chic, la masseria Don Nunzio e Cavallo, che punta tutto sull’autenticità delle tradizioni e della bellezza del paesaggio.

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