Il Cis di Conte boccia la Diga. “Poco rilievo all’agricoltura pugliese”

by redazione

“Di epocale, nel Sud, c’è solo il ritardo dello sviluppo. Più o meno lo stesso da 60 anni. Il Cis contiene interventi che, nel loro complesso, possono contribuire a cambiare le traiettorie della crescita in Capitanata. Poi, ovviamente, non essendo le risorse infinite né la capacità progettuale eterna, non tutto può essere fatto subito. Sono alcuni decenni, ad esempio, che viene proposta la realizzazione della Diga di Piano dei Limiti, ci sarà pure una ragione per la quale non è stata ancora finanziata. Io un’idea me la sono fatta: il costo dell’opera non è compatibile con i benefici che porterebbe al territorio”.

Con queste parole l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri in una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno ha messo una parola fine sulla quarta diga del territorio della Puglia Nord, un invaso che gli agricoltori attendono da anni e che forse mai nessuno ha saputo comunicare nella sua strategicità per il territorio.

Nel Contratto Istituzionale di Sviluppo, sottoscritto con i rappresentanti pugliesi dal premier Giuseppe Conte, quelli che erano considerati i tre interventi epocali per il territorio, ossia Regionale 1 da Candela a Lesina, completamento della superstrada veloce del Gargano nel tratto mancante da Vico a Vieste e la Diga Piano dei Limiti, sono stati depennati.

Da decenni ci sono scontri e polemiche tra rappresentanti delle organizzazioni agricole e ambientalisti per i danni ambientali che un nuovo invaso creerebbe sui Monti Dauni settentrionali. La Diga di Occhito fu interessata ormai 10 anni fa circa da una presenza massiccia della cosiddetta alga rossa, la P.rubescens fortunatamente poi stoppatasi. Secondo l’Ispra il forte trasporto solido che caratterizza il Lago Occhito rappresenta una sorta di filtro in grado di segregare diverse tipologie inquinanti in particolare le sostanze ioniche o polari. La gestione delle fioriture è stata controllata con un contenimento dei carichi di fosforo immessi nell’invaso. Ma va sottolineato che Occhito è una diga agricola, industriale e civile.

“Ovviamente questa provincia non capisce quali siano le opere strategiche per il suo futuro- rileva a Bonculture il presidente del Consorzio per la Bonifica della Capitanata Giuseppe De Filippo, numero uno di Coldiretti provinciale- Vedo con rammarico che si continua a dare poco rilievo all’agricoltura, senza capire che sono l’agricoltura e l’agroalimentare il nostro futuro e non solo le strade. Per l’acqua si pensa più all’industria che all’agricoltura, ma la ricchezza del territorio è la produzione agricola. Questo Cis è stato concepito nella logica della moltiplicazione dei pani e dei pesci, per accontentare più tutti. Nella logica del poco, maledetto e subito, le cose straordinarie sono state messe da parte, per fare cose ordinarie, si userà la finanza straordinaria. Io avrei volato L’acqua alla popolazione è importante, invece vedo dei soldi per Masseria Giardino, quando c’è un bando apparso per affidare il bene a privati”.

Lo scorso anno con un’estate fresca e piovosa il Consorzio ha venduto 50milioni di metri cubi d’acqua in meno ai consorziati.

“Quest’anno dovremmo tornare nella media, si prevede un’estate più calda con maggiori consumi. Piano dei Limiti checché se ne dica è un’opera strategica, ma dal territorio non si sente la solidarietà. Dico sempre che se i nostri padri avessero ragionato come noi oggi a 70 anni dalla realizzazione di quell’invaso la Puglia sarebbe il deserto del Gobi”.

C’è tutto il tema delle acque reflue, ma anche dell’acqua che cade e si perde, sempre più frequentemente con le assidue bombe d’acqua, che hanno “monsonizzato” il clima. “Per ogni 11 litri che cadono neanche 2 vengono trattenuti negli invasi. Le mandiamo nei canali, va a mare. Ma le bombe d’acqua sono una parte del problema. Invasare acqua è il tema dei prossimi anni, che nessuno vuol vedere”, conclude De Filippo.

Il numero di Grandi Dighe italiane, per il 2018, è stato pari a 533, con una diga in meno rispetto all’anno precedente in quanto la Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture ha accertato che la Diga di Fosso Bellaria, in Toscana (già precedentemente fuori esercizio temporaneo), è stata sottoposta a lavori di demolizione totale.

Molti consorzi in Italia stanno puntando oggi sui biolaghi o anche sui “laghetti collinari”, una specifica categoria di invasi di origine artificiale, costituiti da un’opera di sbarramento realizzata lungo un corso d’acqua. Un tipo di opera, che sfrutta la morfologia collinare, con un impluvio sbarrato da una piccola diga in terra, che trasforma parte di un letto torrentizio in un laghetto artificiale.

Lo sbarramento blocca le acque meteoriche invernali e primaverili che altrimenti defluirebbero a valle e le rende disponibili in estate. Questo tipo di opera trova i luoghi di applicazione ideali in ambiente appenninico: la morfologia della zona offre infatti innumerevoli possibilità di collocazione degli invasi e presenta le condizioni idrogeologiche ideali grazie alle basse permeabilità dei terreni.

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