Ferrara si prepara ad aprire lo Spazio Antonioni. Entro l’estate 2024 è prevista l’inaugurazione del nuovissimo museo dedicato al grande regista ferrarese

by redazione

Sensibilissimo «pittore dello schermo» (Wim Wenders), che «nell’indagine dei sentimenti è sceso a profondità insondabili» (Akira Kurosawa), Michelangelo Antonioni «ha lasciato un’impronta su centinaia di registi contemporanei» (Francis Ford Coppola). La sua capacità ineguagliabile di creare atmosfere e radiografare le inquietudini del mondo contemporaneo, senza rinunciare all’eleganza e alla seduzione, ha affascinato generazioni di cineasti, ma ha anche stabilito un fitto dialogo con le arti figurative di ieri e di oggi.

Spazio Antonioni nasce per raccontare al grande pubblico e agli appassionati un universo creativo così ricco e influente. È stato concepito come un museo vivo dove esplorare le preziose testimonianze del suo lavoro conservate nell’Archivio Antonioni di Ferrara e scoprire i molteplici nessi con l’opera di artisti, registi, intellettuali che l’hanno ispirato o che continuano a trarre nutrimento dal maestro.

Il progetto museologico, a cura di Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque Française e del dipartimento culturale del Centre Pompidou, è stato sviluppato, su input di Vittorio Sgarbi e in sinergia con la vedova Enrica Fico Antonioni, dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte. Come afferma il curatore: «Spazio Antonioni presenta l’opera globale del cineasta secondo un percorso ritmato per accompagnare le scoperte del visitatore e offrire alle generazioni future un accesso semplice e sintetico a questa opera maggiore dell’arte moderna». «Questa è l’idea dello Spazio Antonioni, creare un fulcro di attrazione per bearci, nutrirci e impegnarci ad omaggiare la bellezza la conoscenza e l’ispirazione che ci dona la grande Arte» sottolinea Enrica Fico.

«Con lo Spazio Antonioni abbiamo voluto creare un luogo che renda disponibile alla collettività una selezione dei materiali del prezioso fondo del regista, composto da oltre 47.000 tra documenti, pellicole e altri oggetti che hanno caratterizzato la sua esistenza, acquisito dal Comune a metà degli anni Novanta e da molto tempo celato negli archivi. La volontà, che era poi quella originaria pensata con lo stesso Antonioni e con Enrica Fico, è quella di farlo diventare patrimonio di tutti. Per questo Spazio Antonioni dev’essere un luogo vivo e vissuto, un ritorno “a casa” del regista e un punto di riferimento internazionale per studiosi, per appassionati e per chiunque voglia conoscere più da vicino questa importante figura del cinema, che ha sempre avuto con Ferrara un legame speciale», spiega il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che ringrazia tutti quelli che hanno lavorato al progetto. «Un ringraziamento particolare va al comitato d’onore con registi, attori e intellettuali di rilievo internazionale uniti nel segno di Antonioni a Ferrara», aggiunge il primo cittadino.

«Spazio Antonioni è un museo permanente che celebra il grande regista ferrarese e la sua inesauribile influenza, ancora oggi, in più campi, non solo nel cinema, ma nell’arte in senso ampio. Fotografia, musica, letteratura: in ogni film di Antonioni è racchiuso un caleidoscopio di mondi e di storie, entrati nell’immaginario collettivo. Dedicato al maestro del cinema moderno premio Oscar alla carriera, sarà un museo attivo dove i preziosi materiali di lavoro del grande cineasta dialogheranno con testimonianze di artisti, registi, intellettuali di ogni parte del mondo che hanno ispirato il cinema di Michelangelo Antonioni o che continuano a trarre nutrimento da esso» aggiunge l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.

Per Vittorio Sgarbi «Ferrara è la città che determina una condizione poetica che troviamo nelle opere di de Chirico, nelle città del silenzio di d’Annunzio, nelle ambientazioni di Antonioni. Silenzio, nebbia, meditazione muta sono elementi caratterizzanti: per questo è importante che lo Spazio sia a Ferrara, come ogni altra realtà simile a chi vi è nato. La scelta del Padiglione d’Arte Contemporanea è coerente con la storia di questo luogo, che ha fatto della città, per decenni e grazie all’iniziativa di Franco Farina, la prima capitale italiana dell’arte contemporanea». Per il Presidente della Fondazione Ferrara Arte «lo Spazio Antonioni sarà Antonioni vivo a Ferrara, città universale. Sarà luogo vivo della memoria di uno straordinario artista. Perché i grandi artisti non muoiono mai».

I due piani completamente ridisegnati dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari ospiteranno una selezione dello straordinario fondo di oggetti e documenti che il Comune di Ferrara ha acquisito direttamente da Antonioni e da Enrica Fico. Quest’archivio, costituito da oltre 47.000 pezzi, è stato oggetto di un ambizioso progetto di ricerca e catalogazione in collaborazione con l’Università di Ferrara, Università eCampus e la Regione Emilia-Romagna ed è consultabile sulla piattaforma www.archivioantonioni.it. Si tratta della testimonianza unica dell’orizzonte estetico ed intellettuale del regista, che permette di addentrarsi nel suo cinema e, più in generale, in tutta la sua attività, anche quella critica, letteraria e artistica: film, manifesti, sceneggiature originali, fotografie di scena, disegni e dipinti di Antonioni,la sua biblioteca e la discoteca privata, i premi e l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso.Questo prezioso patrimonio sarà arricchito da sequenze dei film di Antonioni e dal confronto con opere visive che l’hanno ispirato, a partire dal lavoro di maestri italiani quali Morandi, Filippo de Pisis o Alberto Burri. 

Il racconto si sviluppa cronologicamente esplorando le stagioni del cinema di Antonioni lungo tutto il secondo Novecento, dal tramonto del neorealismo alla cosiddetta “trilogia della modernità”, dalle pellicole angloamericane testimoni dell’esplosione della cultura pop e hippy al ritorno alle origini e alla tradizione artistica italiana e ferrarese.

La volontà è quella di creare uno spazio di memoria viva, di formazione, di scoperta, capace di rinnovarsi continuamente, generando innumerevoli occasioni attrattive. L’innovativo progetto, firmato dal prestigioso studio internazionale con sede a Roma Alvisi Kirimoto (www.alvisikirimoto.it), in coordinamento con la progettazione esecutiva e direzione dei lavori dell’arch. Rossella Bizzi del Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara, prevede un percorso espositivo chiaro, fluido e dinamico che ricorda uno dei piani sequenza di Antonioni.

Al piano terra il ritmo è scandito da cinque setti espositivi monolitici che, insieme alle due sale immersive dedicate alle proiezioni dei film di Antonioni, raccontano le varie sezioni. Al progredire dell’esperienza corrisponde il climax cromatico in scala di grigio dei setti che, oltre a plasmare uno spazio astratto, richiamano le atmosfere minuziosamente ricercate dal regista nei suoi film. La progressione cromatica in bianco e nero esalta il valore dinamico e spaziale dell’esperienza museale e permette di definire dei momenti più raccolti di approfondimento e conoscenza.

Al primo piano, un’“esplosione spaziale” innescata da pannelli che traslano e ruotano, permette di modulare la grande sala, aperta e versatile, in base alle diverse necessità, diventando: spazio unico per proiezioni o conferenze, aule per workshop e laboratorio mostre. «Abbiamo avuto l’opportunità di collaborare direttamente con Michelangelo Antonioni nel 2006, per l’allestimento delle sue opere pittoriche nella mostra Il silenzio a colori al Tempio di Adriano di Roma. Per il maestro, il modo in cui si attaccava il quadro era importante quanto il quadro stesso, e questa devozione per il particolare come per l’insieme, per ciò che è di fronte e dietro la telecamera, è quello che abbiamo voluto tradurre in architettura»,racconta l’architetto Massimo Alvisi.

A sostegno del progetto si è costituito un prestigioso comitato d’onore a cui hanno aderito Gian Luca Farinelli, Thierry Frémaux, Wim Wenders, Alfonso Cuarón, Jonas Carpignano, Walter Salles, Irène Jacob, Sophie Marceau, Giorgio Tinazzi, oltre a Enrica Fico, Dominique Païni e Vittorio Sgarbi. Ferrara si arricchisce così di uno spazio museale con una spiccata vocazione internazionale, un punto di incontro tra le arti, capace di rispondere agli interessi di studiosi, artisti e appassionati.

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