Al suicidio di questo ragazzo umiliato, derubato e ferito si collega un’aggressività che parte dal reale e, come un vanto, viene esportata. Sul web, zona franca, nello spazio inestetico e triste di una pagina social. Si chiamava – fino al giorno della cancellazione perché, si sa, il gioco dei bulli si spezza subito quando non rientra più in un perimetro di debolezze altrui – “Comiche Foggiane”. Su Instagram, qualche migliaio di like per una raccolta di post, video, foto emblematiche. Bisognerebbe analizzare quella pagina che, nel profondo, è molto più di un simbolo.
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